Attività principali dell'istituzione
Collocata all’interno dei Giardini Estensi, Villa Mirabello deve il proprio nome alla collina su cui viene edificata nel XVIII secolo, da cui si ammira uno splendido panorama sul Lago di Varese e sulle Alpi. Dal 1949 è sede del Museo Civico Archeologico.
Per la ricchezza e l’importanza dei materiali, il Museo fin dalla sua fondazione ha costituito un imprescindibile punto di riferimento per gli studiosi di preistoria italiani e stranieri ma anche per il pubblico generico e per quello scolastico (ha accolto nel 2019 oltre 20.000 visitatori). Nelle sale del piano terra vengono organizzate mostre ed esposizioni: grande successo ha avuto nel 2019 quella dedicata al pittore Renato Guttuso.
Il primo nucleo delle collezioni museali fu costituito nel 1871 con la fondazione del "Museo Patrio" per volontà di studiosi ed appassionati locali.
Grande importanza rivestono nelle collezioni museali i reperti rinvenuti nel corso delle ricerche effettuate a partire dalla fine del XIX secolo nelle stazioni palafitticole del lago di Varese, in particolare all’Isolino Virginia e nel sito di Bodio Centrale (entrambi inclusi dal 2011 nel sito seriale UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”). L’Isolino Virginia è internazionalmente noto per aver fornito le date più antiche fra gli insediamenti palafitticoli dell’arco alpino e per la lunghezza della sua frequentazione umana, protrattasi per più di quattromila anni, fino alla fine dell’età del Bronzo (da 5.300 a 900 anni a.C.).
I reperti del periodo preromano illustrano la Cultura di Golasecca (IX-IV sec. a.C.), che ha caratterizzato la Lombardia occidentale nel corso dell’età del Ferro: si possono ammirare alcuni fra i più antichi esempi di scrittura del territorio, conservati su una coppa in ceramica rinvenuta a Sesto Calende e su una stele funeraria da Vergiate, e lo spettacolare corredo funebre che ha accompagnato il sonno millenario di un guerriero seppellito a Sesto Calende nel VI sec. a.C.
Il patrimonio di epoca romana ripercorre la progressiva assimilazione culturale delle popolazioni celtiche al costume e all’organizzazione politico-amministrativa del mondo romano; il lapidario raccoglie iscrizioni di età romana di grande interesse storico, economico e sociale.
L’esposizione segue un criterio cronologico e affianca all'esposizione dei reperti una ricca pannellistica che li contestualizza nell'ambito della storia del territorio, ricostruendo ritmi e gesti della vita quotidiana del tempo.
Il racconto della storia porta il visitatore fino al grandioso dipinto di Eleuterio Pagliano “Sbarco dei Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende”, dove un progetto multimediale site specific anima la battaglia di Varese del 23 maggio 1859, principio della Seconda Guerra d’Indipendenza.
Attualmente il museo sta investendo su attività scientifiche di restauro e di riallestimento delle collezioni e sulla creazione di nuove collaborazioni con vari istituti universitari e sul consolidamento di quelle già esistenti.