Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L’opera, dono della famiglia Tullio-Altan, rappresenta uno dei nove esemplari di Vesperbild presenti in Friuli e consiste in una scultura devozionale raffigurante la “Pietà” ottenuta con la tecnica del “Gusstein”, letteralmente “pietra colata”. Tale tecnica, diffusa in Germania e Austria nel XIV e XV secolo e poco conosciuta in Italia, prevedeva l’utilizzo di un materiale artificiale ottenuto colando in uno stampo un impasto a base di gesso da presa, inerti e leganti organici e successivamente lavorato con gli strumenti dello scultore. Le opere realizzate con questa lavorazione venivano poi impreziosite con una policromia e talvolta dorate. Questa tipologia di immagine devozionale si diffuse molto probabilmente a partire dal ‘300 in Europa centrale. La presenza di questi manufatti in Friuli e nei territori confinanti, come l’Istria e la Slovenia si lega alla presenza in regione nel XV secolo di artigiani tedeschi, che nel 1449 diedero vita a Udine alla confraternita della “Santissima Trinità”. Il Vesperbild sanvitese può essere fatto risalire alla prima metà del XV secolo periodo in cui si diffuse lo stile tardo-gotico.
TECNICA: Il “Vesperbild” è realizzato in “Gusstein”, letteralmente “pietra colata”. Tale tecnica, diffusa in Germania ed Austria nel XIV e XV secolo e poco conosciuta in Italia, prevedeva l’utilizzo di un materiale artificiale ottenuto colando in uno stampo un impasto a base di gesso da presa, inerti (roccia carbonatica, calcite in microcristalli, quarzo e minerali opachi – probabilmente sabbia setacciata) e leganti organici (caseina) che, dopo l’indurimento, veniva lavorato con gli strumenti consueti dello scultore (scalpello, gradina, bulino). Le opere realizzate con questa tecnica venivano poi impreziosite con una policromia (preparazione di gesso e colla, pigmenti legati con sostanze grasse e proteiche, riconducibili verosimilmente a tempere a base di caseina e/o uovo) e talvolta dorate (a missione sopra uno strato di minio). Oltre che per la sua particolare composizione materica, questo tipo di manufatto è di estremo interesse dal punto di vista storico artistico grazie alle sue caratteristiche stilistiche che, generando un contrasto di linee, accentuano la drammaticità della rappresentazione adattandosi verosimilmente alla tensione psicologica della scena.
Informazioni sullo stato della conservazione
Questa importante statua ha avuto una storia conservativa molto complessa e presenta ancora oggi problemi rappresentati principalmente dalla formazione di efflorescenze saline sulla sua superficie, riconosciute da analisi pregresse come solfati, che modificando la forma dei cristalli di gesso di cui l’opera è per la maggior parte costituita, ne altera irrimediabilmente la morfologia.
L’opera è attualmente conservata all’interno di una sala all’ultimo piano del Museo F. De Rocco in San Vito al Tagliamento caratterizzata da due grandi finestre orientate una ad est e l’altra ad ovest, da un soffitto con travi lignei a vista e da un pavimento in legno. Dalla finestra orientata ad est i raggi solari irradiano l’opera direttamente, senza alcun filtro, provocando alterazioni cromatiche e variazioni termiche sulla superficie del manufatto. Considerando la conformazione e la localizzazione della sala, è probabile si verificano notevoli escursioni termoigrometriche tra la stagione invernale e quella estiva, non favorevoli alla migliore conservazione del Vesperbild, la cui composizione è sostanzialmente rappresentata da gesso.
Inoltre, la struttura delle finestre non perfettamente sigillate e l’afflusso variabile e non contingentato di visitatori provocano spostamenti d’aria in modo convettivo che creano depositi di particellato sulla superfice dell’opera interagendo con i materiali costituenti la stessa.Tutti questi fattori , sommati alle pregresse vicissitudini che la statua ha subito e alle sue peculiarità costitutive, continuano ad innescare reazioni chimico-fisiche che la danneggiano, provocando un’evidente efflorescenza di solfato di calcio in superfice. Oltre alla disgregazione della materia, si notano ritocchi pittorici alterati, fessurazioni riscontrabili in corrispondenza del braccio destro e sul perizoma del Cristo, rigonfiamenti di stuccature eseguite durante restauri pregressi, vernici protettive non omogenee e uno strato polverulento depositatosi nel tempo che ingrigisce la superficie.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Una volta restaurato, il bene sarà visitabile al fine settimana nei seguenti orari: 10.30-12.30, 15.30-19.00.