Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il bene oggetto della richiesta di erogazioni è la chiesa denominata “Cappella Santa Maria della neve”, situata a San Gimignano, in località Badia a Elmi.
La Badia a Elmi deve la sua fondazione ad Adelmo di Suppo e la moglie Gisla che, con pergamena del 2 ottobre 1034, istituiscono e dotano questa struttura che prende il nome di Monastero di Santa Maria e del Santo Sepolcro. La vicenda storica del complesso, recentemente indagata con grande approfondimento, è riportata nel volume pubblicato nel 2013 “Badia Elmi” miscellanea di studi a cura di Francesco Salvestrini.
La cappella denominata Cappella di Santa Maria della Neve risulta costituita dal primo terzo frontale della originaria chiesa romanica. L’intervento di realizzazione risale all’ultimo decennio del 1700.
La cappella, con affreschi barocchi sulle pareti, aveva un controsoffitto a botte di cui si vedono ancora le tracce sulle murature verticali.
La struttura è inoltre dotata di altare barocco sul quale, all’epoca della realizzazione fu collocata una tavola di Lorenzo Monaco raffigurante l’incoronazione della Vergine; la tavola fu venduta agli inizi del 1900 alla National Gallery di Londra ed è ora lì esposta.
Il dipinto fu sostituito da una copia dello sposalizio della Vergine di Raffaello (Brera); tale tela è oggi provvisoriamente depositata presso il Comune di San Gimignano.
Il controsoffitto a botte è stato rimosso ed il tetto soprastante è stato rifatto nel dopoguerra e risulta realizzato di tavelle in laterizio sormontate da tegole marsigliesi.
La chiesa è rimasta in funzione fino al 1985, anno della morte di Don Mario Bracci, ultimo parroco residente alla canonica di Sant’Eusebio.
Dal 2016 la proprietà è passata al Comune di San Gimignano e tutto l’arredo sacro è stato alienato dagli ultimi proprietari prima del passaggio di proprietà; unico elemento che si è potuto vincolare al luogo è la copia dello sposalizio della Vergine di Raffaello.
Dietro il vano della cappella vi è la sacrestia che corre per tutta la larghezza della chiesa ma che ha il cielo della stanza a meta altezza dell’edificio.
I due terzi retrostanti della chiesa romanica, divisi da un solaio a metà altezza, furono adibiti a deposito di granaglie.
Nella primavera 2017, a seguito di richiesta e successivo rilascio di Nullaosta da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, è stata effettuata una serie di saggi ed indagini su tutto il complesso della Badia a Elmi di proprietà comunale. I saggi hanno avuto due scopi: classificare i materiali utilizzati e le tecniche di costruzione, e verificare l’apparato decorativo barocco ancora esistente sotto le scialbature più recenti. In tal modo è stato possibile rintracciare i decori originari su cui si può operare il restauro.
Informazioni sullo stato della conservazione
Si propone come primo intervento, urgente ed irrimandabile per il complesso della Badia, il recupero della cappella, per una serie di motivi:
- Il tetto è in cattive condizioni e, nonostante alcuni interventi provvisori, piove in più punti; ciò può intaccare anche l’orditura lignea principale del tetto rappresentata da una capriata e tre file di travi trasversali.
- La cappella rappresenta l’ingresso al resto del complesso della Badia: è da qui che si può pensare una conveniente futura entrata per tutto il complesso senza utilizzare aperture secondarie e senza commistioni con zone condominiali. Per fare ciò sarà sufficiente realizzare una apertura che crei un collegamento tra la sacrestia della cappella e la zona retrostante.
- I decori corrono il rischio di essere cancellati da infiltrazioni; al momento la gran parte è recuperabile e compiutamente restaurabile.
Anche se non rappresenta l’elemento di maggior pregio storico-artistico del complesso, la cappella è senza dubbio la struttura che presenta più problematiche ed una vera urgenza di intervento.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il contesto immobiliare oggetto di intervento è attualmente aperto al pubblico, in forma gratuita, soltanto in maniera saltuaria, in occasione di visite guidate ed iniziative culturali specifiche.