I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il bene oggetto della richiesta di erogazioni è la chiesa denominata “Cappella Santa Maria della neve”, situata a San Gimignano, in località Badia a Elmi.

La Badia a Elmi deve la sua fondazione ad Adelmo di Suppo e la moglie Gisla che, con pergamena del 2 ottobre 1034, istituiscono e dotano questa struttura che prende il nome di Monastero di Santa Maria e del Santo Sepolcro. La vicenda storica del complesso, recentemente indagata con grande approfondimento, è riportata nel volume pubblicato nel 2013 “Badia Elmi” miscellanea di studi a cura di Francesco Salvestrini. 

La cappella denominata Cappella di Santa Maria della Neve risulta costituita dal primo terzo frontale della originaria chiesa romanica. L’intervento di realizzazione risale all’ultimo decennio del 1700. 

La cappella, con affreschi barocchi sulle pareti, aveva un controsoffitto a botte di cui si vedono ancora le tracce sulle murature verticali.

La struttura è inoltre dotata di altare barocco sul quale, all’epoca della realizzazione fu collocata una tavola di Lorenzo Monaco raffigurante l’incoronazione della Vergine; la tavola fu venduta agli inizi del 1900 alla National Gallery di Londra ed è ora lì esposta.

Il dipinto fu sostituito da una copia dello sposalizio della Vergine di Raffaello (Brera); tale tela è oggi provvisoriamente depositata presso il Comune di San Gimignano.

Il controsoffitto a botte è stato rimosso ed il tetto soprastante è stato rifatto nel dopoguerra e risulta realizzato di tavelle in laterizio sormontate da tegole marsigliesi.

La chiesa è rimasta in funzione fino al 1985, anno della morte di Don Mario Bracci, ultimo parroco residente alla canonica di Sant’Eusebio.

Dal 2016 la proprietà è passata al Comune di San Gimignano e tutto l’arredo sacro è stato alienato dagli ultimi proprietari prima del passaggio di proprietà; unico elemento che si è potuto vincolare al luogo è la copia dello sposalizio della Vergine di Raffaello.

Dietro il vano della cappella vi è la sacrestia che corre per tutta la larghezza della chiesa ma che ha il cielo della stanza a meta altezza dell’edificio.

I due terzi retrostanti della chiesa romanica, divisi da un solaio a metà altezza, furono adibiti a deposito di granaglie.

Nella primavera 2017, a seguito di richiesta e successivo rilascio di Nullaosta da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, è stata effettuata una serie di saggi ed indagini su tutto il complesso della Badia a Elmi di proprietà comunale. I saggi hanno avuto due scopi: classificare i materiali utilizzati e le tecniche di costruzione, e verificare l’apparato decorativo barocco ancora esistente sotto le scialbature più recenti. In tal modo è stato possibile rintracciare i decori originari su cui si può operare il restauro.

Informazioni sullo stato della conservazione

Si propone come primo intervento, urgente ed irrimandabile per il complesso della Badia, il recupero della cappella, per una serie di motivi:

- Il tetto è in cattive condizioni e, nonostante alcuni interventi provvisori, piove in più punti; ciò può intaccare anche l’orditura lignea principale del tetto rappresentata da una capriata e tre file di travi trasversali.

- La cappella rappresenta l’ingresso al resto del complesso della Badia: è da qui che si può pensare una conveniente futura entrata per tutto il complesso senza utilizzare aperture secondarie e senza commistioni con zone condominiali. Per fare ciò sarà sufficiente realizzare una apertura che crei un collegamento tra la sacrestia della cappella e la zona retrostante.

- I decori corrono il rischio di essere cancellati da infiltrazioni; al momento la gran parte è recuperabile e compiutamente restaurabile.

Anche se non rappresenta l’elemento di maggior pregio storico-artistico del complesso, la cappella è senza dubbio la struttura che presenta più problematiche ed una vera urgenza di intervento.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il contesto immobiliare oggetto di intervento è attualmente aperto al pubblico, in forma gratuita, soltanto in maniera saltuaria, in occasione di visite guidate ed iniziative culturali specifiche.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 100.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il restauro previsto si compone delle seguenti tematiche: 

1. RESTAURO DEL PAVIMENTO

Il pavimento si presenta in semplice cotto con alcune lapidi funerarie per le sepolture di alcuni personaggi riferibili alla famiglia Landi, proprietaria per parte del 1800 e 1900 del complesso. Si prevede l’intervento di restauro sul pavimento della cappella e della sacrestia, tramite ripristino di piccola zona ammalorata con smontaggio e ripristino di alcuni elementi in cotto della pavimentazione e trattamento conservativo.

2. RESTAURO DEI PARAMENTI MURARI E DEI DECORI

Il restauro dei paramenti murari e dei decori comprende: 

2.1 - il restauro dei paramenti murari della cappella e della sacrestia, per cui si useranno le attuali e consolidate tecniche di restauro correntemente utilizzate dalle ditte specializzate del settore. 

Le caratteristiche degli intonaci si differenziano a seconda della loro collocazione e si possono individuare le seguenti zone:

a) zona della cappella decorata con decori barocchi.

b) zona soprastante il vecchio controsoffitto e quindi costituita solamente da intonaco a calce privo di decori.

c) zona con decori molto semplici delle pareti e del soffitto della sacrestia.

2.2 - il restauro dell’altare, per cui si procederà al restauro dei decori e degli stucchi del vano che conteneva la tela, leggermente danneggiati nell’asportazione della tela stessa.

2.3 - il consolidamento dell’intonaco della facciata e dello stemma vallombrosano, per cui si intende intervenire solo come operazione di messa in sicurezza del materiale esistente. L’intonaco della facciata risulta generalmente in buone condizioni occorre solamente intervenire sfruttando la presenza dell’impalcatura verificando che non vi siano zone allentate e intervenendo sui bordi di distacco con piccole operazioni di consolidamento. Il piccolo stemma vallombrosano in facciata della chiesa va ripulito dai licheni e consolidata la matrice della pietra.

3. RESTAURO DEL TETTO

Il restauro del tetto comprende: 

3.1 - l'intervento sul tetto della cappella, per cui si prevede la pulizia ed il trattamento delle travi principali e la sostituzione dei travetti, che in buona parte sono ammalorati dalle infiltrazioni.

3.2 - il restauro dei supporti delle campane, per cui si prevede la messa in sicurezza.

4. ADEGUAMENTO DELL'IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ED ELETTRICO

Occorre sistemare l’impianto elettrico e di illuminazione. L’idea proposta è di mantenere il sistema di lampadario e lampade laterali esistenti in ferro battuto. Tuttavia la necessità di nuovi cavi e interruttori è imprescindibile, cosi come la necessità di alcuni nuovi proiettori che illuminino soprattutto la zona dell’altare.

5. RESTAURI MINORI

E' inoltre prevista una serie di interventi minori di restauro, elencati di seguito: 

5.1 - sostituzione dell'architrave della porta; 

5.2 - restauro del portoncino di ingresso; 

5.3 - stuccatura dei mattoni della scaletta semicircolare esterna.