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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La Maddalena di Francesco da Sangallo fu una delle opere alluvionate il 4 novembre del 1966, è attualmente conservata presso il deposito Art Defender (Calenzano), e proviene dalla pia casa delle Convertite del monastero di Sant’ Ambrogio, istituzione che a seguito di fusione con Decreto del Presidente della Regione Toscana n. 246 del 29/12/2010 è entrata a far parte dell'ASP Montedomini.

La scultura è costituita da due porzioni lignee principali che corrispondono alla metà anteriore e a quella posteriore della figura. Su di esse sono state poi assemblate una serie di altre porzioni lignee come ad esempio quelle delle mani, dell’avambraccio destro e del piede destro. Le due parti principali in origine erano assemblate unicamente con dei chiodi inseriti dal retro di cui tuttora rimangono visibili i fori da essi prodotti che sono stati lasciati aperti a testimonianza di tale modalità di ancoraggio.
Sul supporto ligneo così realizzato sono state incollate, in corrispondenza dei punti più delicati di connessione fra le parti lignee, delle strisce di tela che hanno lo scopo di conferire un andamento più regolare alla superficie che è stata poi ricoperta dalla così detta ammannitura generalmente composta da gesso e colla di origine animale.
Questo trattamento della superficie ha qualificato, perfezionandolo, l’andamento dell’intaglio in maniera tale da avere un supporto liscio ed omogeneo su cui stendere la policromia.

Precedenti interventi di restauro: La scultura nel periodo successivo all’alluvione è stata oggetto di una veloce pulitura per rimuovere il fango accumulatosi sulla superficie.
Nel 1986 è stato eseguito un sostanzioso restauro conservativo nei laboratori di restauro della Vecchia Posta da Marchi, Galli e Celesia. I restauratori hanno eseguito la fase di pulitura rimuovendo i residui di fango alluvionale con acqua demineralizzata e, in merito al supporto ligneo, hanno distaccato le principali partiture plastiche tramite taglio dei chiodi che le tenevano unite. Nella faccia interna della parte anteriore è venuta alla luce la scritta MDXVIII. Una volta pulite e consolidate le porzioni lignee sono state nuovamente assemblate con resina epossidica HV953 e AV106.
La fermatura dei sollevamenti della policromia e della tela è stata eseguita tramite l’impiego di ACRILAT in soluzione acquosa dal 15% al 30%. Le parti degradate della base sono state consolidate con Paraloid b 72. All’interno delle gambe della Maddalena, prima dell’incollaggio, sono stati inseriti due perni lignei (in legno di ramino) a sezione quadrata e quindi incollati con Araldite. Al fine di poter collocare la scultura in posizione eretta, tali perni sono stati applicati in maniera tale da potersi incastrare con due tasselli inseriti al di sotto del legno della base.
Le altre parti erratiche sono state incollate a caldo con colla da falegname e con Vinavil. Le mani sono state ancorate mediante l’applicazione di due perni e del collante Vinavil.

Informazioni sullo stato della conservazione

L’opera attualmente si presenta in un discreto stato di conservazione per quel che riguarda la struttura lignea poiché nel 1986, come detto, è stato eseguito un restauro conservativo che ha previsto lo smontaggio delle numerose porzioni lignee che compongono la scultura, il loro consolidamento e il successivo incollaggio. Durante questo intervento sono stati anche inseriti due perni a sezione quadrata che passano attraverso lo spessore delle gambe e che sporgono al di sotto per circa 30 cm.
Questi perni sono stati applicati per restituire stabilità ed equilibrio alla scultura poiché il suo basamento, degradato e ridotto nelle dimensioni a causa dell’attacco da parte degli insetti xilofagi, non era più in grado di garantire una sufficiente stabilità all’opera. Questo intervento ha quindi restituito alla Maddalena una stabilità strutturale sebbene essa rimanga un’opera fragile e delicata poiché il legno all’interno è notevolmente indebolito dalle gallerie scavate dalle larve degli insetti xilofagi.
Lo stato di conservazione della policromia è piuttosto compromesso dal momento che essa è molto lacunosa e presenta inoltre una ridipintura di colore chiaro sull’incarnato ed una di colore scuro sulle poche porzioni rimaste in corrispondenza dei capelli.
Attraverso le mancanze della ridipintura è possibile vedere il colore originale. Esso è brunorossiccio sulla pelle, mentre è di colore ocra chiaro sui capelli quindi i valori cromatici che originariamente caratterizzavano la scultura sono stati totalmente invertiti.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il bene è attualmente conservato c/o il deposito di Calenzano "Art Defender" ed è visitabile previo appuntamento con il Responsabile Patrimonio Tel: 0552339 - 415/417/376

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 13.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Obbiettivi dell’intervento di restauro:

Il restauro di questa scultura si pone come obbiettivo quello di valorizzarla e di ridarle un’onestà dal punto di vista estetico ed espressivo.

Attualmente osservandola si percepisce poca chiarezza materica poiché sopra la superficie sono stratificati una serie di materiali incoerenti ed anche la lettura dell’andamento dell’intaglio ne risulta compromessa. La superficie del legno infatti è sbiancata e in alcune zone è ricoperta da resti di preparazione che visivamente creano una sensazione nebbiosa difficilmente decifrabile. Attraverso la rimozione della falsante ridipintura si vuole recuperare quello che di originale è rimasto, mentre attraverso la pulitura delle zone a legno si vuole restituire la giusta matericità di ciò che caratterizza attualmente la scultura.

A causa delle numerose mancanze riguardanti la policromia originale non sarà possibile restituire all’opera la sua integrità cromatica, ma dignitosamente e onestamente essa mostrerà ciò che originale è rimasto recuperando anche i giusti rapporti cromatici tra incarnato e capelli e una più chiara lettura dell’andamento del modellato.

Progetto di restauro: 

La prima operazione da svolgere per avere una conoscenza più precisa dell’opera e dei suoi materiali è quella delle indagini scientifiche che prevede l’analisi della policromia tramite il prelievo di microscopici campioni di colore. Una volta analizzati verrà individuata la natura chimica dei pigmenti e la successione dei diversi strati presenti sul legno dando eventuale conferma di ciò che si è potuto osservare in precedenza al microscopio.

La seconda fase prevista è quella della revisione della stabilità della policromia per accertarsi che sia ben aderente al supporto ligneo e che non siano presenti su di essa dei sollevamenti che possano poi portare alla caduta e alla perdita di porzioni di colore. La fermatura, laddove necessaria, verrà eseguita tramite l’inserimento di un collante ad di sotto delle porzioni di colore sollevato. In seguito esso verrà leggermente pressato e scaldato con una spatola calda per poter far asciugare il collante e far nuovamente aderire la policromia al supporto.

La colla sarà applicata sia tramite un pennello morbido dalla punta sottile che con una siringa. Una volta reso stabile il colore in tutti i suoi strati si potrà procedere alla fase della pulitura che, come detto, prevede la rimozione della ridipintura presente sui capelli e sull’incarnato. La pulitura vera e propria è preceduta da una serie di test con diversi solventi in maniera tale da individuare quello più adatto che rimuova il film pittorico non originale e che lasci intatto quello originale. Il solvente verrà applicato a pennello e rimosso con un cotoncino.