Attività principali dell'istituzione
La costruzione del Museo di Castelvecchio risale alla metà del 1300 (1354-1356) per volontà di Cangrande II della Scala. Difeso a nord dal fiume Adige, il castello venne eretto su delle costruzioni preesistenti (San Martino in Acquaro), in un tratto della cinta urbana dei secoli XII-XIII che inglobava la porta del Morbio, una delle porte di accesso alla città, murata all’inizio dell’edificazione del castello. Allora come oggi il complesso consta di due parti: la piazza d’armi, cinta da mura merlate e da sette torri, e la Reggia. Durante i secoli successivi la struttura fu più volte ampliata e destinata a usi differenti: in epoca viscontea furono costruiti i camminamenti, per collegare il castello con la Cittadella fortificata posta a sud; sotto il dominio della Serenissima la struttura fu destinata a polveriera e caserma, mentre tra il XVIII e il XIX secolo, quando era sede dell’Accademia militare, fu aggiunta una nuova fabbrica, oggi sede del Circolo Ufficiali dell’Esercito.
Nel 1923, quando lo Stato italiano cedette l’uso di Castelvecchio al Comune di Verona, il complesso venne destinato a sede museale. I lavori di ripristino furono eseguiti tra il 1924 e il 1926, con la cooperazione dell’architetto Forlati della Soprintendenza: furono rialzate le torri, mozzate durante la dominazione francese, furono ricostruiti i camminamenti e le merlature a coda di rondine, furono inseriti portali e finestre gotiche nella facciata settentrionale ed elementi rinascimentali in quella orientale, mentre gli interni furono decorati ‘in stile’ medievale. Per il museo fu scelto un allestimento che si adeguasse al gusto dominante dei ‘musei di ambientazione’, rievocando le ambientazioni medievali e rinascimentali, anche con l’uso di arredi d’epoca.
Dopo i danneggiamenti subiti nella seconda guerra mondiale e alla successiva ricostruzione, risale ai primi anni Sessanta l’importante ristrutturazione ad opera dell'architetto Carlo Scarpa. Nel restauro del castello scaligero, l’architetto, partendo dal riconoscimento delle aggiunte arbitrarie, provvede ad alcune necessarie demolizioni per mettere in evidenza le parti originali. A ciò si affianca il concepimento di un unitario percorso museale, elaborato in collaborazione con il Direttore Licisco Magagnato, completato da un sistema allestitivo essenziale e rigoroso che mette le opere in connessione visiva tra loro.
All’interno del Museo di Castelvecchio sono esposte raccolte di scultura e pittura testimonianza dell’arte veneta e, soprattutto, veronese dal XIII al XVIII secolo.