DESCRIZIONE INTERVENTO
Organizzata per gli 80 anni dalla Liberazione dal Nazifascismo dal Comune di Verona, Assessorato alla Cultura e Assessorato alla Memoria Storica, i Musei Civici, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, la mostra, curata da Andrea Martini, Federico Melotto, Marta Nezzo e Francesca Rossi, ripercorre la storia politica, socio-culturale e artistica di Verona tra il 1943 e il 1945.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, la città fu teatro di due avvenimenti nodali per la situazione nazionale: il Congresso di Verona (14-15 novembre 1943) e il processo ai gerarchi firmatari del celebre ordine del giorno Grandi (8-10 e 11 gennaio 1944). Fu anche sede di numerosi comandi militari e uffici politico-amministrativi sia della RSI che dei nazisti e snodo ferroviario rilevante per le pratiche di deportazione. Tutto ciò, insieme alla sua posizione strategica, la espose a pesanti bombardamenti da parte delle forze alleate e alla distruzione dei collegamenti fra le due sponde dell’Adige, perpetrata dai nazisti.
La mostra, frutto di un progetto corale curato da storici e storici dell’arte, con il supporto di un comitato scientifico internazionale, si tiene a Castelvecchio, teatro del congresso del partito fascista repubblicano, proprio in quella sala dove si svolse il processo ai gerarchi fascisti “traditori” del Gran Consiglio, un episodio che sottolinea il drammatico passaggio dalla dittatura alla rinascita democratica.
Attraverso fotografie, molte delle quali inedite, documenti – tra cui, in originale il verbale della celebre seduta del Gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 – dipinti, sculture e disegni, filmati d’epoca dell’Archivio Luce Cinecittà e un allestimento multimediale e interattivo, l’esposizione racconta questa parte di storia centrale del nostro Paese e invita a riflettere sul valore della memoria storica e sulla resilienza di Verona durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
Gli spazi della Sala Boggian, originariamente utilizzata per i grandi concerti e poi bombardata nel 1945 e ricostruita nel dopoguerra, ospitano per la prima volta un focus sulla mostra dedicata all’arte salvata che si tenne nel 1947 in queste stesse sale e curata da Antonio Avena, allora direttore dei Musei e Gallerie d’Arte di Verona. Una mostra simbolo della ricostruzione di Verona in cui vennero esposte le opere messe in salvo durante gli anni della guerra e poi recuperate dal territorio; un vero risarcimento alla popolazione ferita dal conflitto, realizzato grazie al coraggio dei cittadini e delle istituzioni per preservare e proteggere il patrimonio artistico della città.
Con il patrocinio di Ministero della Cultura, Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Fondazione Fioroni, Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona, Università di Padova, Centro per la storia dell’Università di Padova e Centro per i Musei Università degli Studi di Padova e con il sostegno degli Amici dei Civici Musei.