Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L'antico quadriportico si affaccia su via Pallavicino, strada principale di San Fiorano, a pochi passi dalla parrocchiale intitolata al martire San Floriano. Le cronache riportano al 1648 quando il conte Giorgio Pallavicino Trivulzio donò alla comunità sanfioranese un terreno prossimo alla chiesa da destinare a zona cimiteriale. E’ poi nel 1756 che l’allora rettore della chiesa decise di far costruire un porticato a delimitare l'area cimiteriale, fino a quel momento semplice campo recintato. Decise anche di farvi affrescare una Via Crucis. La funzione cimiteriale del Mortorino venne a cessare nel 1808, con la benedizione del nuovo cimitero costruito a nord ovest del paese. Da allora si sono susseguiti una serie di usi diversi che hanno in parte danneggiato gli apparati decorativi, senza però alterare l’aspetto iniziale dell’edificio che tuttora risulta completamente conservato.
All’esterno, sul lato verso la strada, il Mortorino si presenta delimitato da un muro di cinta aperto solo da due finestre con grate in ferro battuto e dall’ingresso centrale con un cancello, anch'esso in ferro battuto. L’ingresso è preceduto da un protiro su due colonne voltato a crociera con alto fastigio e croce sommitale. Vi campeggia il motto esortativo: "O peccator sovvengati del figliuol di Dio l'acerbo duol e rio che tollerò per te".
L'interno ha forma quadrata con portico continuo su colonne di granito, con cinque campate per lato, coperte da volte a crociera. Le pareti sottostanti il porticato sono divise mediante lesene in ventotto campiture distinte, quattordici delle quali sono caratterizzate dall’elemento più prezioso del Mortorino, ovvero il grande ciclo ad affresco della Via Crucis realizzato nel 1767 dal pittore Giovanni Battista Ronchelli, allievo dell’artista varesino Pietro Antonio Magatti, già autore della Via Crucis del chiostro della chiesa di Santa Maria delle Grazie della vicina Codogno, ormai perduta. Alle stazioni si alternano campate decorate con vedute architettoniche illusionistiche, in gran parte cancellate dal tempo e dall’incuria. L’arco mediano della parete opposta all’ingresso del Mortorino si distingue per il sovralzo del fastigio arcuato e per la presenza di un piccolo altare dov’è affrescata la Madonna delle Grazie con San Floriano e le anime purganti, opera che ancora il Ronchelli realizzò qualche anno dopo aver affrescato la Via Crucis.
All’interno del Mortorino sono ancora presenti gli inginocchiatoi originali in legno, così come la pavimentazione in cotto del quadriportico conserva sei lastre tombali in pietra che permettono l’accesso ad altrettante camere sepolcrali sotterranee.
Nonostante le sue precarie condizioni, il Mortorino di San Fiorano rappresenta un caso di estremo interesse perché è tra le poche testimonianze di questo genere che ancora si conservano sul territorio del basso lodigiano.
Informazioni sullo stato della conservazione
La situazione delle murature, degli intonaci e delle pitture del Mortorino è molto grave a causa di innumerevoli fattori di degrado, primo fra tutti l’umidità, di risalita e ambientale, accentuata da aspetti peculiari come l’antica destinazione cimiteriale, la tecnica esecutiva delle pitture e gli interventi del passato condotti con metodi e materiali inadeguati. Si registra in particolare l’applicazione di intonaci cementizi nella parte inferiore del porticato e nella maggior parte delle campate angolari dove si era ormai persa la decorazione. Le analisi scientifiche condotte su piccoli campioni di materiale prelevato dalla Via Crucis hanno rivelato la presenza di gesso e di additivi proteici nella composizione degli strati pittorici, ma anche di materiali filmogeni sintetici utilizzati come fissativi durante l’ultimo intervento di restauro del ciclo risalente ormai al 1985.
Il deterioramento del ciclo pittorico della Via Crucis è iniziato già nel passato, come dimostra la presenza di ampie zone trattate a neutro (anche all’interno delle singole scene) e prosegue nel presente, come testimonia l’esistenza di gravissimi processi di degrado in corso che coinvolgono l’intero corpo delle pitture murali. Molte sono le parti sollevate e a rischio di caduta, altre ormai staccatesi dal muro dove si annidano ragni e insetti. La situazione è aggravata dall’estrema fragilità degli intonaci a causa della carente esecuzione degli impasti, poveri di calce, e dei fenomeni di disgregazione e decoesione sia delle malte sia della pellicola pittorica.
Nel 2021 il Comune di San Fiorano ha commissionato la messa in sicurezza della pellicola pittorica a rischio di caduta. Contestualmente ha affidato uno studio scientifico complessivo del monumento riguardante le condizioni ambientali e microclimatiche (Istituto BEST, Politecnico di Milano) e i materiali costitutivi dei dipinti e il loro degrado (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, ISPCC-CNR Milano). Il progetto di restauro che nasce dallo studio eseguito contempla urgenti lavori di manutenzione straordinaria e di risanamento conservativo della struttura per contrastare gli effetti dell’umidità e mitigare i fattori di degrado che si ripercuotono sulle superfici dipinte. Completati questi lavori, si procederà al restauro completo degli affreschi.
Nel 2024 è stato intrapreso un primo intervento per il trattamento delle superfici interne del porticato con l’eliminazione degli intonaci cementizi e l’applicazione di un intonaco macroporoso per favorire l’evaporazione dell’umidità e dei sali contenuti nelle murature.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il quadriportico del Mortorino è oggi usato come sede per mostre, manifestazioni culturali ed eventi a promozione artistica in orari prestabiliti. Diversamente il luogo è visitabile su richiesta presso il Comune (tel. 0377.53720) o il sito dell’associazione Il Quadriportico (www.ilquadriportico.org)