Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
l’area archeologica della via Nomentum-Eretum in località Tor Mancina, all’interno della Riserva Naturale a gestione provinciale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco (Monterotondo) è la prima ed unica area archeologica presente nel territorio di nostra competenza.
Le ricerche archeologiche, eseguite dalla sede locale, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica per il Lazio, hanno attualmente riportato in luce un tratto di strada romana basolata ed alcune sepolture lungo il suo lato orientale; il basolato romano appartiene alla prosecuzione della via Nomentana oltre il municipio di Nomentum fino a raggiungere la via Salaria presso l’antico centro sabino di Eretum.
Lungo la via Nomentum-Eretum in località Tor Mancina è stato riportato in luce un sepolcreto cronologicamente collocabile tra il I sec. a.C./I sec. d.C. (sepolture di prima fase) e il II-III sec. d.C. (sepolture di seconda fase).
Rientrano nella prima fase d'uso del sepolcreto un recinto privato posto immediatamente a ridosso del lato est della strada e caratterizzato dalla presenza, al suo interno, dei sepolcri 1 e 4; di questi, meglio conservato è il primo, che ha restituito - tra gli altri elementi del corredo- anche 4 esemplari della rara anfora Marsigliese 6a. Appartengono a questa prima fase anche altri 4 sepolcri, tutti esterni al suddetto recinto e dislocati lungo l'asse stradale: il n. 2, di cui si conserva solo la base quadrangolare, il n. 3, una cassetta di laterizi contenente un'olla globulare cineraria, il n. 5, ipogeo e circolare e, infine, il n. 6, l'unico situato ad ovest e di cui si conserva la base rettangolare e la fossa (violata in antico) che doveva contenere l'urna cineraria.
La seconda fase di sfruttamento del sepolcreto è rappresentata invece da deposizioni a fossa, con o senza la copertura alla cappuccina o alla mezza cappuccina. Le sepolture non mostrano precisi allineamenti, anzi sembrano occupare gli spazi lasciati liberi dai sepolcri di prima fase, dai quali risultano essere fortemente condizionati.
Nonostante la loro semplicità, queste sepolture hanno restituito diversi elementi del corredo come lucerne, chiodi apotropaici, oboli a Caronte; degni di nota sono due ornamenti personali attribuibili a due diverse sepolture femminili: un bracciale in bronzo e i resti dei calzari chiodati (giunti a noi sotto forma di chiodini di ferro).
Informazioni sullo stato della conservazione
i sepolcri si presentano in buono stato di conservazione. Spesso sono conservati a livello di fondazione
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Ogni seconda domenica del mese dalle 10 alle 13 e tutti i giorni su prenotazione per gruppi precostituiti