I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

l’area archeologica della via Nomentum-Eretum in località Tor Mancina, all’interno della Riserva Naturale a gestione provinciale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco (Monterotondo) è la prima ed unica area archeologica presente nel territorio di nostra competenza.

Le ricerche archeologiche, eseguite dalla sede locale, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica per il Lazio, hanno attualmente riportato in luce un tratto di strada romana basolata ed alcune sepolture lungo il suo lato orientale; il basolato romano appartiene alla prosecuzione della via Nomentana oltre il municipio di Nomentum fino a raggiungere la via Salaria presso l’antico centro sabino di Eretum.

Lungo la via Nomentum-Eretum in località Tor Mancina è stato riportato in luce un sepolcreto cronologicamente collocabile tra il I sec. a.C./I sec. d.C. (sepolture di prima fase) e il II-III sec. d.C. (sepolture di seconda fase).

Rientrano nella prima fase d'uso del sepolcreto un recinto privato posto immediatamente a ridosso del lato est della strada e caratterizzato dalla presenza, al suo interno, dei sepolcri 1 e 4; di questi, meglio conservato è il primo, che ha restituito - tra gli altri elementi del corredo- anche 4 esemplari della rara anfora Marsigliese 6a. Appartengono a questa prima fase anche altri 4 sepolcri, tutti esterni al suddetto recinto e dislocati lungo l'asse stradale: il n. 2, di cui si conserva solo la base quadrangolare, il n. 3, una cassetta di laterizi contenente un'olla globulare cineraria, il n. 5, ipogeo e circolare e, infine, il n. 6, l'unico situato ad ovest e di cui si conserva la base rettangolare e la fossa (violata in antico) che doveva contenere l'urna cineraria.

La seconda fase di sfruttamento del sepolcreto è rappresentata invece da deposizioni a fossa, con o senza la copertura alla cappuccina o alla mezza cappuccina. Le sepolture non mostrano precisi allineamenti, anzi sembrano occupare gli spazi lasciati liberi dai sepolcri di prima fase, dai quali risultano essere fortemente condizionati.

Nonostante la loro semplicità, queste sepolture hanno restituito diversi elementi del corredo come lucerne, chiodi apotropaici, oboli a Caronte; degni di nota sono due ornamenti personali attribuibili a due diverse sepolture femminili: un bracciale in bronzo e i resti dei calzari chiodati (giunti a noi sotto forma di chiodini di ferro).

Informazioni sullo stato della conservazione

i sepolcri si presentano in buono stato di conservazione. Spesso sono conservati a livello di fondazione

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Ogni seconda domenica del mese dalle 10 alle 13 e tutti i giorni su prenotazione per gruppi precostituiti

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 8.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La cosiddetta fornace è uno strato di forma perfettamente circolare costituito da terra bruciata e laterizi fortemente combusti e deteriorati. Tale evidenza, ancora in corso di scavo, potrebbe essere interpretata ad una prima istanza come una fornace.

Il progetto consiste in un intervento di restauro conservativo che si suddivide nelle seguenti fasi:

- Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole e aspiratori

 -Puntellatura provvisoria di sostegno con elementi elastici in legno o metallo e interposizione di strati ammortizzanti, nei casi di parti distaccate che rischiano il crollo

- Ristabilimento strutturale dell'adesione nei fenomeni di scagliatura ed esfoliazione di elementi tessiturali in cotto o in pietra, da eseguirsi mediante infiltrazione di maltina idraulica, con eventuale creazione di piccoli ponti in resina epossidica fino a saturazione del distacco

- Ristabilimento della resistenza meccanica del paramento murario mediante ancoraggio al nucleo interno con barre in acciaio ad aderenza migliorata

-  Risarcitura di lacune che interessano il nucleo murario, da eseguirsi mendiante integrazione con materiali analoghi a quelli originari


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 9.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il sepolcro 6 rientra nella tipologia delle tombe a tumulo. Si tratta di una struttura perfettamente anulare di circa 7 m di diametro di cui si coservano solo fondazioni in conglomerato cementizio. La struttura sembra essere oggetto di più riutilizzi tra cui quello di possibile calcara e di ricovero per animali. Il progetto consiste in un intervento di restauro conservativo che si suddivide nelle seguenti fasi

- Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole e aspiratori

- Applicazione bendaggi di sostegno e protezione nei casi di fratturazione, fessurazione e scagliatura per consentire il successivo consolidamento in situazioni di sicurezza

-Consolidamento strutturale mediante riconfigurazione di porzioni di paramento murario con elementi slegati dall'apparecchiatura e consolidamento delle malte circostanti

- Ristabilimento della resistenza meccanica del paramento murario mediante ancoraggio al nucleo interno con barre in acciaio ad aderenza migliorata

- Risarcitura di lacune che interessano il nucleo murario, da eseguirsi mendiante integrazione con materiali analoghi a quelli originari


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 2.500,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto consiste nella manutenzione ordinaria di quanto messo in luce attraverso il periodico taglio dell'erba e la rimozione di muschi e licheni dalle strutture murarie. Le attività verranno svolte da restauratori professionisti, dietro autorizzazione della Soprintendenza competente.

L'area archeologica necessita infatti di una costante manutenzione soprattutto dalla vegetazione infestante che rappresenta il magioo motivo di degrado dei beni presenti