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Raccolta realizzata a seguito della Risoluzione n. 136/2017 dell'Agenzia delle Entrate

Attività principali dell'istituzione

Nel 1756, il nobile pesarese Annibale degli Abbati Olivieri (1708 – 1789) cede alla comunità la sua biblioteca insieme alle raccolte archeologiche costituite fino a quel tempo. Nel 1787, con un nuovo testamento l’Olivieri incrementa il lascito di altre migliaia di volumi e di una notevole quantità di materiale archeologico, compreso quello donatogli dall’amico Giovan Battista Passeri, composto dalle raccolte bibliografiche, documentarie, artistiche, archeologiche, ed elevate rendite per sostenere lo sviluppo di una istituzione culturale, dando così vita ad una “Fondazione” che ottenne il riconoscimento giuridico nel 1792. La prima apertura al pubblico risale al 1793. La Fondazione come persona giuridica fu istituita con rd n. 1292 del  15/09/1932 con il quale fu approvato anche il relativo Statuto. Sulla base dello Statuto originario così come di quello attuale la Fondazione “Ente Olivieri” non ha fini di lucro ed ha come scopo primario quello della diffusione della cultura, occupandosi della Biblioteca, del Museo Archeologico e dell’Archivio Storico. In particolare, la Biblioteca svolge attività di conservazione, aggiornamento, incrementazione del proprio patrimonio, promuovendo la ricerca necessaria per valorizzarlo e renderlo fruibile al pubblico mediante apposite iniziative anche editoriali organizzate autonomamente o in collaborazione con Enti Locali, Regione, Stato, istituzioni culturali, enti di ricerca, università italiane o straniere. Ciò al fine di estendere la pubblica lettura e la formazione culturale, nonchè di rimuovere gli ostacoli che limitano, di fatto, l’uguaglianza e la libertà dei cittadini tutelate dalla Costituzione. Il Museo ha lo scopo di conservare, incrementare, valorizzare il proprio patrimonio archeologico anche attraverso nuove acquisizioni e studi, promuovendo iniziative finalizzate all’istruzione ed alla formazione con particolare riferimento ai giovani. L’Archivio cura la conservazione del materiale dell’Archivio Storico del Comune di Pesaro, nonché di altri archivi pubblici e privati eventualmente oggetto di donazione o deposito. La Fondazione così istituita è espressione del perseguimento dell’interesse pubblico e del riconoscimento della cultura come strumento di concreta realizzazione dell’emancipazione dell’uomo. In linea con i principi cardine dei trattati internazionali che attribuiscono alle biblioteche il ruolo centrale di promotori del benessere sociale, in relazione a quattro finalità fondamentali: democrazia e cittadinanza, sviluppo economico e sociale, formazione permanente, integrazione sociale e culturale. La Biblioteca è attualmente inserita nelle principali reti di sistemi di catalogazione informatizzata (SBN, ACNP, EDIT XVI, SIUSA, SUN, MLOL SIRPAC) ed il suo patrimonio si compone di circa 405.200 testi: 290.000 libri antichi, 405 incunaboli, 20.000 cinquecentine, 90.000 testi moderni, 1.300 periodici antichi e moderni, 2.000 manoscritti censiti e 2.000 pergamene, materiale audiovisivo (847).

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 103.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto si propone di diffondere e valorizzare la documentazione visiva di un secolo di grandi avvenimenti storici, letterari, artistici e architettonici che hanno trasformato la città di Pesaro, con le testimonianze dirette dei protagonisti degli eventi ed in particolare tramite le collezioni fotografiche già presenti all’interno della Biblioteca Oliveriana, e di raccolte che potranno essere acquisite in futuro.
Il lavoro, in parte iniziato, prevede il riordino fisico, la pulitura, il condizionamento, la catalogazione e la promozione dei documenti con il fine di renderli disponibili e consultabili da parte di tutti i cittadini tramite l’accesso diretto e strumenti di comunicazione e consultazioni digitali e online.
Le attività indicate permetteranno, inoltre, la ricostruzione delle raccolte, l’individuazione degli autori degli scatti, le date di esecuzione e i soggetti ritratti, agevolando la ricerca ai cittadini, studiosi e ricercatori.
Gli ambiti di interesse delle collezioni fotografiche rispecchiano gli interessi di ciascun autore/ collezionista e sono relativi alle trasformazioni urbanistiche ed architettoniche della città, agli avvenimenti accaduti nel corso del secolo, alle vicende pubbliche e private dei possessori.
A causa del loro numero e delle loro dimensioni le raccolte non sono state ancora interamente catalogate. Le fotografie rappresentano quasi tutte le tecniche normalmente utilizzate: lastre in vetro, albumine, gelatine, stampe b/n e colore, negativi e diapositive per lo più in buono stato conservativo, anche se necessitano di un adeguato  intervento di condizionamento. L’interesse verso i fondi fotografici si collega agli altri fondi archivistici e bibliografici presenti in Oliveriana che ne integrano e completano le informazioni. Ciò rende meritevole di approfondimento una raccolta non ancora interamente studiata e costituita da documenti parzialmente inediti. Si stima che l’intera raccolta sia costituita da circa 12.000 documenti. Le foto più antiche risalgono alla seconda meta XIX secolo, le più recenti sono degli anni ’70 del XX secolo.. La digitalizzazione e la catalogazione saranno realizzate nel rispetto degli standard nazionali (ICCD) e secondo i tracciati presenti nella scheda F e FF. Per quanto riguarda l’applicativo in uso, si riferisce che a livello regionale si è scelto di realizzare la catalogazione nell’ambito del Sistema Bibliotecario Regionale Marche Nord OPAC SBN al quale la Biblioteca Oliveriana partecipa fin dalla sua nascita. A completamento del progetto, si prevedono iniziative di promozione quali presentazioni, conferenze, esposizioni in presenza e virtuali. Al fondo fotografico sarà dedicata una specifica sezione del sito online dell’Ente Olivieri. Le stesse immagini saranno veicolate attraverso il sito web e la pagina Facebook dell’Ente Olivieri, oltre che tramite il sito dedicato alla pubblicazione delle schede catalografiche dei beni culturali realizzato dalla Regione Marche.

 

 


NOTE Intervento archiviato