Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Pinacoteca di Como custodisce il nucleo conosciuto più cospicuo appartenente alla collezione dei ritratti degli uomini illustri di Paolo Giovio, originariamente esposte nella sua casa-museo in Borgovico, distrutta agli inizi del XVII secolo. Paolo Giovio, umanista e letterato, medico ed ecclesiastico, è uno dei personaggi che hanno segnato la storia della città di Como. A lui si deve l’invenzione del concetto moderno di “Museo”, inteso come un luogo dove collezionare, conservare ed esporre opere d’arte. Nella sua villa affacciata sul lago, collezionò una vasta raccolta di ritratti che rappresentano gli uomini illustri del suo tempo e del passato: papi e re, imperatori e sultani, cardinali e nobili, letterati e condottieri.
La Pinacoteca oggi conserva oltre 40 ritratti originali della collezione gioviana e ha intrapreso un importante percorso di recupero e valorizzazione di queste opere, con l’obiettivo di renderle accessibili e farle conoscere sempre di più, anche con l’ausilio di tecnologie digitali. Per questo motivo la Pinacoteca ha deciso di ricorre all’Art Bonus per il restauro dei primi due dipinti: quello di Paolo Giovio e quello di papa Paolo II.
Paolo Giovio
E’ il ritratto simbolo della collezione, perché rappresenta il suo fondatore, eseguito verso la fine del XVI secolo o all’inizio del XVII. Fu Giovio stesso a commissionare il ritratto ad un pittore di cui purtroppo non ci è giunta traccia. Paolo Giovio, vescovo di Nocera dei Pagani come si legge nel cartiglio, si fece rappresentare in vesti di umanista, quale egli era e quale ci teneva ad essere riconosciuto, con penna calamaio e libro aperto, e non in vesti ecclesiastiche. Al dito mignolo destro indossa un anello, in un'epoca in cui l'utilizzo di gioielli e ornamenti era altresì prerogativa maschile. Esistono vari ritratti di Giovio: il fatto che ci siano più repliche dello stesso dipinto tutte conformi ad un prototipo comune è probabilmente dovuto alla spartizione dei dipinti della collezione tra i suoi eredi. Quest’opera ha un grandissimo valore, sia per la Pinacoteca che per Como.
Papa Paolo II
Paolo II, veneziano appartenente alla nobile famiglia dei Barbo, fu papa dal 1464 al 1471. Il dipinto fa parte di una numerosa serie di ritratti di papi che Paolo Giovio pare custodisse in una sala apposita del suo museo. Di questi oggi se ne conoscono solo tre. È stato probabilmente eseguito a Venezia prima del 1547, ma il suo autore rimane purtroppo ignoto. Il Papa indossa un piviale dorato riccamente decorato con motivi vegetali sulle spalle, appuntato con una preziosa spilla d'oro e pietre preziose. Sul lembo sinistro del piviale è dipinta una scena, probabilmente un'apparizione. Al dito mignolo sinistro indossa due anelli d'oro sovrapposti su ciascuno dei quali è montata una pietra preziosa. Paolo II era noto per il suo amore per lo sfarzo nelle cerimonie ufficiali. Le caratteristiche fisiognomiche del personaggio sono molto marcate, come la corporatura massiccia e il naso volitivo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Le attuali condizioni conservative dei due dipinti ne impediscono l’esposizione e la fruizione del pubblico. Per questo al momento si trovano conservati nei depositi museali. Un intervento di restauro è ora fondamentale per poterne garantire la sicurezza, esporli e tramandarli ai posteri.
Paolo Giovio
Sulla tela sono presenti diverse parti interessate da abrasioni e perdite di frammenti pittorici. In particolare sulla fronte è visibile una lacuna simile a una lacerazione del supporto e la zona del cartiglio mostra mancanze evidenti di pellicola pittorica. Il protettivo utilizzato durante precedenti restauri appare ossidato con un discreto ingiallimento che altera le cromie originali. E’ inoltre presente un deposito di sostanze inquinanti di natura estranea all’opera che rimanda a un’immagine poco nitida, di difficile lettura soprattutto nei piani prospettici.
La cornice presenta significative scalfitture dei primi strati di legno.
Papa Paolo II
Alcuni porzioni della tela presentano una visibile consunzione dello strato che mette a vista la tramatura del supporto. Il protettivo utilizzato durante precedenti restauri, oltre a mascherare ritocchi e riprese pittoriche, appare notevolmente ossidato con un vistoso ingiallimento che altera le cromie originali. E’ inoltre presente un deposito di sostanze inquinanti di natura estranea all’opera che rimanda a un’immagine scura e sorda, di difficile lettura soprattutto nei campi di luce e ombra.
La cornice presenta una ridipintura grossolana e molto disturbante di colore marrone e sono visibili fratture angolari e scalfitture dei primi strati di legno.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
La Pinacoteca è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.