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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La costruzione della chiesa di San Filippo Neri iniziò nel 1675, su un appezzamento di terreno donato dal duca Carlo Emanuele II alla Congregazione dei Filippini su progetto iniziale di Antonio Bettini (Bettino).

Nel 1679 subentrò nella fabbrica e nella progettazione Guarino Guarini, che però morì pochi anni dopo e la costruzione prosegui, presumibilmente, con la supervisione di Michelangelo Garove o di Gian Francesco Baroncelli, ma fu presto interrotta per la guerra con la Francia. Nel 1714 la cupola crollò devastando buona parte della navata. Fu Filippo Juvarra a progettare la ricostruzione della Chiesa: dopo diverse proposte compositive si optò per un progetto con navata unica e cappelle laterali ed i lavori cominciarono nel 1732.

Nel 1772 la Chiesa, anche se incompleta, venne comunque aperta al culto. Solo nel 1823, dopo la restaurazione, venne incaricato Giuseppe Maria Talucchi di completare la fabbrica di San Filippo. Il cantiere venne chiuso nel 1854 con l’apposizione della cancellata fra le colonne della facciata. Nel 1891 la facciata fu completata definitivamente, a opera di Ernesto Camusso, che costruì il timpano e le
balaustrate laterali di coronamento, seguendo il progetto originario di Juvarra.

Informazioni sullo stato della conservazione

Oltre alle problematiche principalmente estetiche (alterazione delle cromie, per altro molto probabilmente errate), si affrontano due diverse tematiche di restauro conservativo: le efflorescenze saline derivate da un'antica invasione di acque meteoriche (soprattutto sul lato sinistro del presbiterio) e, per certi aspetti ancora più preoccupante, le recenti invasioni d'acqua meteoriche dal lanternino che denunciano un importante degrado dell'apparato protettivo esterno (il rivestimento della cupola, le faldalerie, gli intonaci e i serramenti). Tutta la chiesa, dalla parte basale, al di sotto dell’importante trabeazione, alla cupola e alla grande volta, era stata tinteggiata con pitture probabilmente di natura acrilica che, oltre ad alterare la percezione delle architetture particolarmente articolate con un colore sordo e “avvilente”, hanno creato una pellicola impermeabile che ha impedito la traspirazione del muro e dell’intonaco sottostante con conseguenti vistose esfoliazioni, distacchi e decoesioni. Oltre ai problemi dovuti alla vernice pellicolante vi è un evidente problema di umidità che ha causato efflorescenze saline e quindi estese lacune e pulverulenze. E’ dovuta a problemi di invasione d'acqua meteorica, in buona parte risolte con il restauro della copertura del 1994, ma con residui problemi, soprattutto dal lanternino e dalle cupole delle cappelle laterali, dovuti probabilmente a deterioramento e distacchi delle faldalerie in rame e agli, ormai frequenti, problemi dovuti alle anomale precipitazioni meteoriche. Anche le decorazioni plastiche, sia della parte basale che della cupola, così come le balaustre in legno dei matronei, oltre alla solita patina di sporco organico sono formalmente snaturate da tinteggiature improprie, probabilmente a più strati. I serramenti, ad un primo esame solo visivo, si presentano in precarie condizioni e con evidenti problemi di manutenzione e di revisione della ferramenta. Problematici sono, come spesso rilevato, i vetri: la maggior parte sono stati sostituiti con vetri “float” da tre millimetri, alcuni sempre con l’autentico sistema a legatura in piombo, privi dei requisiti di sicurezza richiesti per i locali pubblici.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La chiesa è aperta e officiata giornalmente.

Le funzioni religiose hanno luogo dal lunedì al sabato alle ore 18.30. La domenica e i festivi alle ore 11,30.

La chiesa è aperta ai fedeli e ai visitaori dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.00. Il sabato dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 17,30 alle 19; la domenica dalle 10.00 alle 12.00.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 545.721,18 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

FASE 1: Si prevede l'iniziale allestimento del ponteggio, e relativo cantiere, in modo da poter condurre in modo puntuale un'estesa campagna di indagini stratigrafiche (visive e fisico-chimiche) sia in tutta l'estensione del presbiterio, e della relativa cupola e lanternino, che nella parte attigua dell'aula, in modo da poter prendere in considerazione la maggior parte degli elemenyi architettonici e decorativi della chiesa.

In sintesi si proponr, per la chiesa, il discialbo di tutte le decorazioni plastiche tinteggiate ad acrilico, di manutentare con opportune pulizie o, se del caso, rifare le velature delle pareti piane, di mautentare con le opportune pulizie e piccoli interventi restaurativi le parti dorate, i marmi e le parti in legno naturale.

Si prevede anche di intervenire sui serramenti, restaurandone le parti lignee, sistemando la ferramenta esistente, rimettendo a vista la tinteggiatura originaria. Per le vetrate legate a piombo è previsto lo smontaggio e sostituzione dei vetrini danneggiati, la rilegatura con nuovo trafilato di piombo, la pulitura e il lavaggio con soluzioni neutre. In alternativa per i serramenti posti in alto, a scelta della D.L., è da prevedersi la sostituzione dei vetri originali con legatura a piombo con vetri di sicurezza stratificati di spessore ridotto o in alternativa, come già eseguito per i serramenti del pronao, la realizzazione di reticolo, da applicarsi davanti tipo legatura, formato con piattine in ferro saldato e verniciato o in rame.

FASE 2: I lavori in oggetto sono a completamento del restauro del presbiterio della chiesa di San Filippo Neri; finanziati dalla Compagnia di San Paolo hanno riguardato esclusivamente le parti intonacate e gli stucchi dal basamento alla lanterna e sono iniziati, così come previsto in progetto, con una sistematica campagna di ricerca sia storica che materica. A ponteggio ultimato i restauratori hanno proceduto con stratigrafie e descialbi a zone, estesi poi a tutte le componenti architettoniche dei decori e delle superfici piane. I risultati hanno rivelato nella parte basale, sotto la grande trabeazione a quindici metri di altezza, un intonaco, a “marmorino” originale e integro, di relativamente facile recupero.

Sopra la grande trabeazone, nel tamburo e nella cupola sino al lanternino, si è deciso di procedere in variante al progetto originale (che prevedeva semplicemente la velatura), in accordo con la Soprintendenza, al totale recupero di decori a “trompe l’oeil” di notevole fattura e integrità di conservazione, riconducibili alla fase costruttiva garoviana.

A completamento dei lavori delle parte in intonaco e stucco e dei serramenti della zona presbiteriale, si propongono le lavorazioni sulla pavimentazione in marmo, sull’altare maggiore con le sue statue in marmo ed in legno ed i decori in metallo dorato, sulle due cantorie in legno laterali, sia nel paramento esterno in legno verniciato che negli interni.


NOTE Intervento archiviato