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Raccolta realizzata a seguito della Risposta n. 20/2018 dell'Agenzia delle Entrate

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L’Organo Maggiore della Basilica di S. Giustina, che  un passato davvero notevole di interventi, migliorie e sempre maggiori integrazioni funzionali, si fa oggi erede di un patrimonio organario da rivalutare.Il primo documento che viene conservato negli archivi è quello relativo alla costruzione di un organo, nella chiesa abbaziale, nel 1493. Viene dato l’incarico a Leonardo di Salisburgo, che abitava a Padova, il quale si impegna a costruire uno strumento con soli sei registri (Tenori, Ottava, Quintadecima, Decimanona, Vigesimaseconda, Flauti) e trentotto tasti. La documentazione in possesso non dice più nulla fino al secolo XVII, anche perché l’allora cenobio era occupato nella costruzione della Basilica e il primo organo viene mantenuto intatto. Dopo la conclusione dei lavori, avendo spostato l’altare dal fondo dell’abside dove si trovava all’attuale posizione, viene dato l’incarico  ad Ambrogio Dusi di Milano di intagliare due mostre dell’organo nel 1641 e successivamente ritoccate circa quarant’anni dopo. A questo punto lo strumento necessitava di un intervento di ampliamento, viste le nuove dimensioni più estese della Basilica. Viene dato incarico a Eugenio Gasparini (1679-81), di Soraw nella Lusazia inferiore, per la costruzione del nuovo organo che avesse le caratteristiche foniche italiane. Vengono così costruiti due strumenti ai lati del presbiterio, il primo del 1679 a destra del presbiterio, e il secondo del 1681 a sinistra. Purtroppo, la scarsa manutenzione dello strumento, fece si che esso si è gravemente deteriorato nel giro di 40 anni dalla sua costruzione. Dopo ampie diatribe, i monaci si rivolsero all’organaro Nacchini che, sacerdote dalmata, considerato il più celebre organaro del tempo, ha ricevuto di costruire due grandiosi organi ai lati del presbiterio al posto dei Gasparini, con contratto stipulato nel 1735. In realtà, però, il progetto iniziale non contemplava particolari diversità rispetto al precedente strumento, forse perché i monaci avevano paventato la proposta di far costruire il secondo organo con altri 12 registri, portando il tutto a 40. Anche Gaetano Callido opera in S. Giustina;allievo prediletto di Nacchini,costruttore di ben 434 organi in 60 anni di attività. Dopo aver costruito un piccolo organo per il Coro Vecchio interno al Monastero nel 1769, nel 1805 ingrandisce il piccolo organo del Nacchini in Cornu Epistolae. Dopo la soppressione napoleonica e  l’abbandono del Monastero da parte dei monaci, gli strumenti della basilica vengono sostanzialmente lasciati a sé stessi. Grazie alla donazione di un facoltoso donatore inglese e dopo il ritorno dei monaci nel 1919, viene incarica a costruire il nuovo organo alla ditta organaria Pugina di Padova. Grazie alla nuova possibilità finanziaria del Monastero, sempre la stessa ditta Pugina ha creato un quarto corpo sonoro, posizionato sopra la Pala del Veronese,in Coro grande:agli inizi degli anni ’70 del Novecento, il nuovo grande organo della Basilica di S. Giustina.

Informazioni sullo stato della conservazione

L’Organo maggiore della Basilica di S. Giustina a Padova, costituito dalla parte strumentale e dalle monumentali cantorie in legno dorato, è il risultato di una stratificazione organaria nel tempo che è culminata nel 1974 dalla costruzione del nuovo strumento maggiore; esso è costituito da una parte del materiale fonico e strutturale dell’organo Pugina; dall’altra dalle aggiunte della Ditta Francesco Michelotto, conseguenti alla costruzione. La costruzione del nuovo organo degli anni ’70, era concepita conservando l’impostazione di Pugina, che aveva diviso in tre sezioni diverse (due cantorie e la parte retrostante la “Pala del Veronese”) l’unico strumento con trasmissione elettro-meccanica, ora presente in IV manuali e pedaliera, con una concezione organaria di tipo romantico-sinfonico.

Il bene, costituendo parte integrante della Basilica di S. Giustina, è bene immobile di proprietà del Demanio e protetto come strumento di pregio. Tuttavia, dopo più di 50 anni dalla sua costruzione, l’Organo Maggiore presenta gravi criticità in ordine elettrico, funzionale-strutturale e meccanico-trasmissivo; in particolare, la vetusta trasmissione elettrica non più rispondente ai criteri di sicurezza secondo le recenti norme, porta con sé il rischio di continua rottura e di incendio di alcune delle parti dello strumento (soprattutto in area “Pala del Veronese”).

Dopo una attenta valutazione da parte dei tecnici responsabili del Demanio e delle opportune segnalazioni da parte dei monaci benedettini che hanno in gestione lo strumento, si constata quindi la necessità di procedere con urgenza ad un intervento complessivo di restauro conservativo, ai fini di una rifunzionalizzazione e di una messa in sicurezza delle componenti elettrificate contigue agli apparati lignei e, contestualmente, un aggiornamento delle componenti della consolle trasmissiva posta in presbiterio.

 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

mattina : 7.30 - 12.00, pomeriggio: 15.00 - 19.55

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 174.840,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel tempo lo strumento è stato soggetto a ripetute attenzioni manutentive, sempre a carico della comunità monastica, intervenuta varie volte - con l’autorizzazione della Soprintendenza competente - per garantirne l’efficienza nelle celebrazioni liturgiche. Tali interventi hanno riguardato o si sono armonicamente inseriti nel complesso dei corpi organari storici, che risultano inamovibili e pienamente aderenti alle murature del presbiterio della basilica. Negli ultimi lustri è sempre più divenuta evidente la necessità di sostanziosi interventi di manutenzione, che possono essere pensati ed affrontati considerando l’unitarietà dello strumento.

Finalità del progetto nel suo insieme: come ampiamente dimostrato dall’attività concertistica realizzata all’interno della Basilica di Santa Giustina, la manutenzione conservativa di questo importante strumento storico, potrà avere ricadute rilevanti:

  • di tipo culturale, rafforzando il così detto “Turismo musicale”: la realizzazione di visite guidate con un nuovo format, creando uno stretto legame con il mondo della musica: “visita guidata + concerto”;
  • di tipo squisitamente legato alla realizzazione di eventi concertistici con soggetti/enti sia territoriali che internazionali;

A livello territoriale è stata sottoscritta sia una lettera di intenti che un accordo quinquennale con L'Associazione Padova Urbs Organi APS , la quale organizza una rassegna organistica e concertistica di grande rilievo che ha valenza ed importanza a livello nazionale; tali attività ricevono il sostegno di Enti quali il Comune di Padova,  AsoloMusica – circuito organistico regionale “Cantantibus Organis”, la Regione Veneto, il patrocinio del MiC Ministero della Cultura, del Collegio Universitario Don N. Mazza, la collaborazione del Conservatorio C. Pollini, del Liceo Musicale C. Marchesi, dell’Associazione ITALIARMENIA e coinvolgono chiese ed organi della città di Padova.

  • di tipo formativo attraverso l’accoglienza di allievi del Conservatorio per sperimentare l’utilizzo dell’organo maggiore e testare le sue sonorità: vivere l’esperienza di partecipare a momenti liturgici importanti attraverso la musica, testando contestualmente le abilità acquisite in corso d’anno.

 

  • di tipo sociale – inclusivo: dalla collaborazione con la Fondazione IRPEA ETS per offrire ai ragazzi disabili da loro assistiti, la fruizione di visite guidate con il supporto di guide capaci di trasmettere ai ragazzi l’amore per arte e cultura con un linguaggio idoneo, affinché si sentano partecipi delle bellezze della loro città; inoltre, realizzare un evento con la collaborazione del personale della Biblioteca statale di Santa Giustina, in occasione della “Giornata internazionale della disabilità” in calendario il 3 dicembre di ogni anno, che offra alle “persone svantaggiate” un’ opportunità per vivere le opere d’arte presenti in Basilica attraverso un’esperienza fisica ed emozionale.