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Raccolta realizzata a seguito della Risposta n. 20/2018 dell'Agenzia delle Entrate

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Posto in una strettoia naturale della Valle di Susa, di strategica importanza per il controllo dell'itinerario transalpino, Exilles ha origini antiche anche se non ben chiare. Nel XII secolo esisteva un castello di proprietà dei conti di Albon, signori di Vienne, spesso coinvolto nei conflitti tra il Delfinato e la Savoia. All’opera di Gabriele Busca, Ufficiale Ingegnere del Duca di Savoia, si deve la prima raffigurazione attendibile del forte. Dopo la conquista piemontese, nel 1593, fu progettato. appunto dal Busca, un riammodernamento, aggiungendo al nucleo più antico diversi elementi. Riconquistato dai francesi solo due anni più tardi, tali opere furono messe in atto; ad opera di Jean De Beins, fu tagliato trasversalmente il basamento in roccia dal lato Ovest, costruendo un fossato e aggiungendo al complesso fortificato due nuovi bastioni. Si ricorda inoltre che tra il 1681 e il 1687 viene qui ospitato, secondo la leggenda, il misterioso prigioniero passato alla storia come la Maschera di Ferro. Il Forte passò definitivamente ai Savoia con il trattato di Utrecht del 1713. Per operarne la ricostruzione intervenne Antonio Bertola, ingegnere di corte, che avviò il rivoluzionamento di Exilles. Infatti il suo figlio adottivo, Ignazio, dal 1728 al 1733, trasformò il castello medievale, ormai diruto, in splendida fortezza. Operò e progettò diversi lavori che, dalla metà del Settecento. il suo successore l’architetto Bernardino Pinto di Barri riprese, creando una fortezza moderna; strutturò il Forte in settori indipendenti e autosufficienti, articolati intorno a una piazza centrale, il Cavaliere. Il trattato di Parigi del 1796, che seguì alla conquista napoleonica, ne impose lo smantellamento. La demolizione pressoché totale venne completata in due anni, con l’esplosione di centinaia di mine. Nei primi dell’Ottocento il governo Sabaudo decise di ricostruire l’antica fortificazione (1818-1829); il progetto fu di Giovanni Antonio Rana, sostituito poi da Francesco Antonio Olivero, che diresse anche i lavori di costruzione del Forte dell'Esselion (oggi Francia, comune di Aussois) e di riedificazione del Forte di Bard, in Valle d'Aosta. Si eresse una fortezza a tre piani sovrapposti di fuochi, secondo le concezioni in voga allora; tra le altre opere si realizzò il Basso Forte, sul versante meridionale, nel decennio successivo opera di Carlo Verani, ufficiale del Genio e gran costruttore. Come tutti gli altri forti della zona, esso venne disarmato nel 1915 per trasferire le armi sul fronte orientale. Dopo il 1918 mantenne solamente il ruolo di centro di mobilitazione del Battaglione "Exilles" dell'III Reggimento Alpino e perse definitivamente ogni funzione militare nel 1943. Oggi la struttura è di proprietà della Regione Piemonte. 

Informazioni sullo stato della conservazione

Dai primi anni '80 del secolo scorso la Regione Piemonte ha avviato un deciso programma di recupero della fortezza, in grave stato di abbandono fino ad allora da circa un quarantennio. Furono rifatte essenzialmente, dapprima, le coperture in pietra dei volumi di buona parte del monumento. In seguito si passò a sistemare gli interni dei locali per renderli fruibili secondo le necessità. Installati gli impianti di varia natura (elettrico, idraulico e il riscaldamento degli interni), si crearono percorsi di visita mettendo in sicurezza gli spazi appropriati. Infine tra il 2007 e il 2011 si creò, con un'opera discussa, un nuovo accesso con un ascensore che permette, con una salita di circa m 70, di entrare più agevolmente nel complesso. Nuovi interventi di conservazione di quanto fatto fino ad allora sono stati cantierizzati e ultimati tra il 2019 e il 2020. Così se da una parte il Forte, nel suo complesso, si presenta rimesso in ordine (tranne che per un paio di settori mai toccati da nessun tipo di intervento, anche minimo) non mancano i punti critici, che arrivano anche a limitare un utilizzo ideale del bene. Una costruzione di questo tipo, inserita in un simile ambiente alpino, ha bisogno di continui ritocchi, se non proprio opere più decise. Ogni anno, alla riapertura, è come rimettere in piedi un cantiere di lavoro da capo. I segni del tempo sono ben visibili e soltanto la cura continua può evitare che quanto fatto non vada sprecato. 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Dal 2015, dopo una costante riduzione del periodo di apertura dal primo anno di visita (il 2000), ci si è ridotti alla stagione estiva. Le date di inizio e di fine della possibilità di visitarlo cambiano annualmente (all'incirca giugno-settembre). L'orario giornaliero è dalle 10 alle 18 e il lunedì è il giorno di riposo. Possibilità di visite accompagnate, a pagamento, da personale specializzato con partenze alle ore 11, 12, 14 e 16. Non occorre prenotare. Possibilità di accesso sia pedonale che con ascensore.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 50.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il Forte di Exilles è una struttura risalente al primo trentennio del secolo XIX. Si erge su un mammellone roccioso già profondamente inciso dalle fasi costruttive che precedettero l'ultima suddetta edificazione. La morfologia del luogo rende così difficle e complessa normalmente ogni attivà riguardante la manutenzione e il restauro del complesso. Oltretutto dal 2015 a oggi, la limitata apertura finalizzata alla visita e al godimento del monumento, in genere il perido estivo, non aiuta a tenere in efficenza adeguatamente gli spazi e le aree, interne ed esterne, e i servizi a essi connessi. Anche quest'anno si è così dovuto, per permetterne la visita, procedere con la verifica e, dove è occorso, nel ripristino degli impianti elettrico e idraulico, del taglio e dello sfalcio della vegetazione all'interno e all'esterno della fortificazione, nonché del suo smaltimento. Con la pulizia, più o meno, accurata di diversi ambienti di visita e di utilizzo in genere (di pubblico accesso o riservati), nonché dei percorsi di visita accompagnata dal personale specializzato a ciò. Dove è occorso si è proceduto con piccoli interventi di recupero di spazi espositivi con vari lavori di diversa natura.