I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi degli artt. 10, 12 e 13 del D.L.gs. 22 gennaio 2004, n.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio)
Raccolta realizzata a seguito della Risposta n. 20/2018 dell'Agenzia delle Entrate

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Lo “Spedale per i Pazzi di Fregionaia”, dal nome del luogo appena fuori Lucca, nelle vicinanze dell’odierna frazione di Maggiano, fu istituito dalla Repubblica di Lucca nella seconda metà del Settecento.
Nel 1769 il Senato della Repubblica lucchese formulò al Pontefice Clemente XIV (Lorenzo Ganganelli) una richiesta per ottenere la soppressione del Monastero dei Canonici Lateranensi di Santa Maria di Fregionaia. L'anno seguente fu così deciso di destinare la struttura al ricovero e alla custodia dei folli.
Il 20 aprile 1773, con l'insediamento del personale, fu ufficialmente aperto lo Spedale de' Pazzi di Fregionaia come dipendenza dallo Spedale cittadino di San Luca della Misericordia e il giorno seguente arrivarono i primi undici malati, provenienti dal Carcere cittadino della Torre.

I primi anni di vita dell'ospedale videro la prevalenza di sistemi custodialistici, mentre a partire dal secondo decennio dell'Ottocento, grazie all'opera di Giovanni Buonaccorsi, fu adottata come terapia riabilitativa l'occupazione manuale dei malati. Nel corso dell’Ottocento si registrò un progressivo aumento delle ammissioni, correlato con l’annessione di Lucca al Granducato e con il conseguente ricovero di persone provenienti da territori che non avevano fatto parte del Ducato di Lucca.
La frequenza delle dimissioni fu insufficiente a frenare l’aumento della popolazione degente, con un conseguente sovraffollamento e progressivi ampliamenti strutturali.
Nel 1913 il Regio manicomio di Fregionaia passò sotto la gestione amministrativa della Provincia di Lucca e vi rimase fino alla riforma sanitaria del 1978, quando entrò a far parte dell’Unità sanitaria locale che avviò la fase terminale dell’Ospedale fino alla chiusura definitiva nel 1999.
Alla promulgazione della legge 180 del 1978 risultava il più antico manicomio italiano.

Informazioni sullo stato della conservazione

L’intervento sarà realizzato in tre vani adiacenti al vano scala, al piano terra dell’ala sud del complesso di “Maggiano”, facente parte del nucleo storico centrale. Il corpo di fabbrica di
realizzazione ottocentesca, è stato recentemente restaurato nelle parti esterne, mentre negli interni presenta ancore l’assetto e le finiture risalenti presumibilmente agli inizi del ‘900. Distributivamente i tre ambienti sono allineati lungo il corpo di fabbrica, che ha una lunghezza di circa 24 ml., disposta contro-terra, a questo livello, ed una profondità di circa 4 ml. Gli spazi sono distribuiti da tre porte esistenti allineate lungo il lato esterno ed illuminati da cinque finestre e due
porta-finestre.
I locali hanno pareti intonacate e non presentano decorazioni pittoriche; le pavimentazioni sono parzialmente in graniglia, con decorazioni, parzialmente in “cementine” rosse e parzialmente in marmette più recenti.
L’impianto elettrico è realizzato sottotraccia, mentre l’impianto di riscaldamento a termosifoni presenta le tubazioni in vista a soffitto.
Internamente le finiture presentano i segni di degrado tipici della mancanza di utilizzo protrattasi nel tempo e scarsa manutenzione, con esclusione degli infissi esterni che sono stati recentemente restaurati.
Gli intonaci presentano distacchi, macchie ed efflorescenze saline determinate da vecchie infiltrazioni, presumibilmente precedenti all’intervento di restauro del corpo di fabbrica. Le pavimentazioni sono in buono stato di conservazione.
Gli infissi interni sempre in legno hanno necessità di manutenzione, mentre l’impianto, elettrico e di riscaldamento con termosifoni non più funzionanti dovranno essere completamente sostituiti.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Usufruibile 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 275.000,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Le opere di restauro saranno calibrate in modo da ricostruire, più fedelmente possibile l’assetto architettonico al 1913 anno di istituzione del “Regio Manicomio di Fregionaia”.

Per realizzare quanto sopra si procederà in questa prima fase rimuovendo tutte le aggiunte recenti: persiane a “veneziana interna”, impianti elettrici in vista etc., si procederà poi con la realizzazione di alcuni saggi stratigrafici, miranti non tanto alla ricerca di improbabili elementi decorativi, quanto alla ricostruzione dell’assetto cromatico delle superfici intonacate, che sarà poi valutato di riproporre, in luogo delle attuali coloriture neutre, in bianco, che potranno altresì essere riproposte negli ambienti ove non vi fossero tracce di altri assetti cromatici.

I pavimenti, già in buono stato saranno oggetto di pulitura estesa e di piccoli interventi di manutenzione. Le soffittature, ormai perdute, saranno ricostruite nelle forme originali previo inserimento di tutte le nuove dotazioni impiantistiche che permetteranno l’adeguamento funzionale delle sale.

In particolare sarà realizzato nelle controsoffittature le distribuzioni principali e secondarie dell’impianto elettrico, termico ad aria, e di tutti gli impianti speciali, antintrusione e antincendio.

Su un ampio plafone centrale saranno organizzati i corpi illuminanti, su binari incassati, che permetteranno una flessibilità di allestimento e una “discrezione” nell’inserimento. Nelle sale dove saranno ricostruiti gli ambienti dell’Ospedale, attraverso ricostruzioni fotografiche si valuterà la possibilità di proporre corpi illuminanti analoghi agli originali. La diffusione dell’aria calda sarà realizzata con plenum lineari percepibili sul soffitto da ridotte fessure, mentre saranno restaurati e mantenuti, anche se non rimessi in funzione, gli originali radiatori in ghisa.

Il soffitto ispezionabile di recente realizzazione nel Laboratorio sarà completamente smantellato e ricostruito con un controsoffitto tradizionale, previa realizzazione degli elementi impiantistici.

Le opere murarie consisteranno nella realizzazione di un collegamento tra la ex biblioteca e il vano adiacente sfruttando uno degli archi già presenti, mentre una seconda apertura verrà realizzata tra il laboratorio e la porzione di corridoio che permetterà dunque il passaggio alla ex biblioteca. Sarà poi installata una struttura a secco a suddividere il grande corridoio che, come detto, permetterà il passaggio tra il laboratorio e la ex biblioteca.

Gli infissi interni saranno restaurati, così come le pavimentazioni e le zoccolature dipinte e le pareti saranno imbiancate a calce in colori che, ove possibile andranno a ricostruire l’assetto cromatico degli spazi.