Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Le notizie storiche relative alla Cappella di San Moderato, collocata a fianco del grande salone affrescato al piano nobile di Palazzo Orsini, sono esigue. Informazioni documentate su questo specifico ambiente risalgono al 1660/1661, quando la famiglia Lante della Rovere, nella figura di Ippolito, commissionò il rimaneggiamento della cappella, nel cui altare riposa il corpo di San Moderato, santo nativo del luogo e morto nel XVII secolo. Tra le opere commissionate dalla famiglia Lante della Rovere vi è il grande affresco raffigurante l’Allegoria della Guerra e della Pace al pittore cortonese Lorenzo Berrettini, figlio di Pietro da Cortona. La cappella sembra però essere antecedente a questa data, in quanto strettamente legata alla struttura precedente del palazzo. Palazzo Orsini è un esempio di architettura rinascimentale nato dalla ristrutturazione di un precedente castello nel XVI secolo, voluta da Giovanni Corrado Orsini e completata dal figlio, Pier Francesco conosciuto come “Vicino Orsini”. La progettazione per la ristrutturazione del castello fu affidata all’architetto e pittore senese Baldassarre Peruzzi. Nel XVII secolo il palazzo e il feudo di Bomarzo passarono dalla proprietà degli Orsini al duca Ippolito Lante della Rovere. Nel 1836 i Borghese subentrarono ai Lante nel dominio di Bomarzo, lasciando anch’essi traccia del loro passaggio facendo realizzare gli affreschi della Saletta con le vedute dei castelli di Mugnano, Chia e Attigliano. La proprietà del palazzo passò in gestione al comune soltanto nel dopoguerra.
Informazioni sullo stato della conservazione
La decorazione in stucco della Cappella di Palazzo Orsini si presenta in un cattivo stato di conservazione. I depositi incoerenti costituiti principalmente da particellato per effetto dei movimenti browniani casuali della termoforesi, causata dal gradiente termico dell’ambiente e della gravità, posatosi nel corso del tempo sulle superfici lapidee hanno costituito un consistente strato coerente sia sugli stucchi che sul rilievo in marmo. Gli inquinanti atmosferici sia di origine naturale che antropica entrano all’interno del salone, e di conseguenza nella cappella, principalmente presso i punti di ricambio aria o dagli infissi. Un’attenta osservazione delle superfici prima dell’intervento, ha permesso di individuare e discriminare i materiali non originali e le successive manomissioni, localizzare i depositi di varia natura e i percolamenti d’acqua. L’elemento che ha più compromesso la leggibilità dell’opera e il suo significato è senza dubbio la spessa ridipintura color ocra applicata negli anni ’70. La tinta ocra, dalla finitura opaca e dalla consistenza rigida, è stata applicata su tutte quelle superfici che in origine presentavano una finitura con doratura a missione. Per tutte le parti di ripartizione architettonica, invece, la problematica principale era una tinta di colore bianco, applicata in più stesure che occulta non solo la finitura originale dell’intonaco ma anche porzioni di doratura originale. Al di sotto della tinta ocra ci si è resi conto della presenza, in alcune delle modanature, di fenomeni di ossidazione provocate dalla composizione stessa della ridipintura. La causa di questa forte alterazione è data dalla compartecipazione di diversi attori che hanno giocato un ruolo nella storia conservativa della cappella, nello specifico sia le infiltrazioni d’acqua piovana che interessavano l’ambiente sia le condizioni di umidità relativa registrate nel nostro precedente studio. La doratura originale, danneggiata dall’intercorrere del tempo e dalle infiltrazioni d’acqua, è conservata in parte negli incavi della decorazione e in piccole porzioni visibili solo una volta ultimata la pulitura. Il rilievo, in marmo bianco di Carrara, raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovannino si presenta in un discreto stato di conservazione. Un consistente strato di deposito incoerente, composto principalmente da particellato atmosferico, interessava l’intera opera e in particolar modo gli incavi e i sottosquadri delle figure, rendendo otticamente molto appiattita la rappresentazione. La forma di degrado che maggiormente intacca la leggibilità dell’opera sono le macchie di colore bruno.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Palazzo Orsini è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00