Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Casa Rossa si innalza su una duna di sabbia; dalle sue finestre un tempo si vedevano il mare e le colline di Romagna. E’ la villa che lo scrittore Alfredo Panzini acquistò nel 1909. Qui trascorse con la famiglia molta parte dei suoi anni, soprattutto in estate.
Questa casa a due piani più interrato risalente al 1906 diventa per Panzini un luogo di rifugio, ma anche un osservatorio privilegiato. Da qui egli segue le trasformazioni del mondo, da qui egli osserva, irridendoli, i nuovi riti della borghesia. Qui vengono scritte molte delle opere importanti, dal Diario di guerra al Padrone sono me! Qui lo vengono a trovare gli amici romagnoli, Marino Moretti, Antonio Baldini, Renato Serra. Quello che riproponiamo al pubblico non è un monumento come gli altri ma un luogo di meditazione, un luogo del pensiero e della scrittura, una casa che va visitata per capire chi era Alfredo Panzini, quali misteri si nascondono ancora dietro le lenti dei suoi occhiali e al suo volto rubicondo un po’ da curato di campagna, un po’ da fattore astuto. Alfredo Panzini, un professore che conosceva bene i suoi contemporanei e sapeva come inchiodarli all’eternità con l’arma più innocente e terribile: la penna.
Informazioni sullo stato della conservazione
La Casa restò a lungo in disuso finché un accurato restauro dell’arch. Giovanna Giuccioli, ultimato nel dicembre 2006, portò alla sua apertura al pubblico. Grazie alla direzione scientifica del prof. Marco Antonio Bazzocchi e a un originale allestimento dell’artista Claudio Ballestracci, dal 2007 le stanze abitate dallo scrittore sono tornate a vivere. L’ingresso accoglie il visitatore con vele che riportano parole autografe a prendere il vento verso il mare della memoria. C’è la celebre bicicletta - la severissima Opel - de La Lanterna di Diogene e delle gite in campagna. Al piano superiore c’è la stanza da letto con comodini, armadio e poltrone. C’è il bagno che merita di essere visto per la raffinata e intelligente riproposizione. E c’è lo studio, dove oggi si celebrano anche matrimoni, con la scrivania a cassetti e tanti manoscritti.
L'arredo originale era costituito da un ampio tavolo di acero e poltrone poste vicino all'ingresso secondario che dava sul giardino. Il mobile appoggiato alla parete di sinistra, rispetto all'ingresso dal mare, nascondeva un piccolo montacarichi per le vivande, fatte salire dalla cucina che si trovava nell'interrato. Soffitti e pareti della sala e degli altri ambienti hanno ancora decorazioni "a secco" di sapore liberty e decò, dove domina la scritta “Stracci” voluta dallo scrittore.
La Casa Rossa, detta un tempo “il palazzone”, sui quattro lati ha i resti delle ceramiche incastonate riportanti i titoli delle principali opere di Panzini. Al piano terra della villa vi erano la sala da pranzo e il soggiorno. Sul lato ferrovia c'era il pozzo. Proseguendo per un sentiero si arriva alla dependance della casa per gli ospiti, detta “il pensatoio”, che oggi viene utilizzata quale spazio coworking rivolto ai giovani. Un parco giardino con vegetazione mediterranea la circonda ancora; un tempo costituiva il podere con la casa colonica del mezzadro Finotti, la stalla del cavallo, la rimessa per il calesse. Queste pertinenze sono destinate a spazio espositivo (Casa Finottti), Punto ristoro e Magazzino.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Nel periodo estivo la Casa Rossa è visitabile da giugno a settembre (dal lunedi al sabato dalle 20.30 alle 22.30) mentre nella restante parte dell'anno su appuntamento o in occasione delle aperture straordinarie.
Maggiori informazioni: https://www.comune.bellaria-igea-marina.rn.it/cultura/cms/page/musei-lacasarossaalfredo/