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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il paravento datato 1785-1787 è opera dello scultore ligneo Giuseppe Maria Bonzanigo, dell'intagliatore Giovanni Gallinotto, la tappezzeria in seta e applicazioni a ricamo è della Manifattura regia di Torino e i vetri blu sono della Manifattura di Sèvres. 

Le sale dell’Appartamento della Regina, e in particolare l’anticamera dove è conservato il paravento, presentano integralmente gli arredi originali progettati tra il 1785 e il 1787 in occasione dei lavori di ammodernamento della Palazzina di Caccia di Stupinigi diretti dall’architetto Ludovico Bo e affidati per l’intaglio allo scultore Giuseppe Maria Bonzanigo e alla sua bottega. L’apparato tessile del paravento è in taffetas di seta color avorio con applicazioni a ricamo su fondo in taffetas, profilati da cordoncino di seta fissato a punto posato con filo di seta. Il motivo decorativo floreale occupa tutto il campo delle superfici tessili ed ha andamento sinuoso e leggero, con grandi ovali definiti da fiocchi azzurri e mazzi di fiori bianchi, peonie e tralci di foglie disposti a scacchiera. I sei pannelli hanno una struttura lignea portante finemente intagliata, dorata e dipinta, sormontata da ghirlande a motivi vegetali sviluppati intorno a piccoli rosoni centrali con inserti in vetro blu cobalto, che i documenti riportano come vetro di Sèvres, che arricchiscono il contrasto cromatico della cromia bianca e le dorature. Per la realizzazione del paravento e degli altri arredi della sala, Bonzanigo si occupa dell’intaglio e delle decorazioni applicate sui legni, mentre il minusiere Giovanni Gallinotto compone la struttura in legno. 

Informazioni sullo stato della conservazione

La parte lignea del paravento è in buono stato di conservazione in quanto restaurata nel 2017, maggiori problematiche sono invece a carico dei sei pannelli tessili interessati solo da manutenzioni in campagne precedenti. La fragilità della seta ha richiesto nel 2019 il ritiro in deposito dell’arredo. Il degrado di maggiore entità dipende dal generale impoverimento delle fibre seriche che costituiscono il taffetas di fondo color avorio: la perdita delle proprietà fisico meccaniche e il loro conseguente irrigidimento ne compromette notevolmente la resistenza. Tutte le superfici sono interessate da evidenti lacerazioni sia ad andamento verticale che orizzontale.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il paravento sarà inserito nella sua collocazione storica del percorso di visita, completando l'allestimento del gruppo di arredi originali dell'Anticamera della Regina della Palazzina di Caccia di Stupinigi, sede del Museo dell'Ammobiliamento dal 1926.

La Palazzina è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17,30. Sono disponibili visite guidate e tematiche su prenotazione, ogni visitatore può liberamente scaricare un'audioguida gratuita da ascoltare dal proprio smartphone. Il restauro del paravento consentirà di aggiornare gli strumenti informativi a supporto del pubblico per la descrizione della sala e il restauro potrà costituire un valido momento di valorizzazione delle attività conservative del museo attraverso di percorsi di approfondimento in laboratorio durante le operazioni di restauro o successivamente, avvalendosi della competenza dei restauratori per visite tematiche sui manufatti tessili del Settecento.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 8.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il paravento datato 1785-1787 è opera dello scultore ligneo Giuseppe Maria Bonzanigo, dell'intagliatore Giovanni Gallinotto, la tappezzeria in seta e applicazioni a ricamo è della Manifattura regia di Torino e i vetri blu sono della Manifattura di Sèvres. L'opera è parte dell'arredo originale della sala progettato dall’architetto Ludovico Bo. 

La parte lignea del paravento è in buono stato di conservazione in quanto restaurata nel 2017, maggiori problematiche sono invece a carico dei sei pannelli tessili interessati solo da manutenzioni in campagne precedenti. La fragilità della seta ha richiesto nel 2019 il ritiro in deposito dell’arredo. Il degrado di maggiore entità dipende dal generale impoverimento delle fibre seriche che costituiscono il taffetas di fondo color avorio: la perdita delle proprietà fisico meccaniche e il loro conseguente irrigidimento ne compromette notevolmente la resistenza. Tutte le superfici sono interessate da evidenti lacerazioni sia ad andamento verticale che orizzontale.

PROGETTO DI INTERVENTO

Si propone un protocollo operativo così articolato:

- Pulitura fisico-meccanica finalizzata alla rimozione dello strato di pulviscolo depositatosi in profondità nell’intreccio tessile. In corrispondenza delle maggiori criticità si opererà interponendo uno strato protettivo in tulle tra il tessuto e la bocchetta del micro aspiratore.

- Recupero delle deformazioni e dei rigonfiamenti dei tessili su piano orizzontale e trattamento di vaporizzazione a freddo ad ultrasuoni, dotato di pistola di precisione, per intervenire in modo localizzato e puntuale umidificando la superficie e, quindi, applicando dei pesini di vetro saranno agevolate la distensione ed il recupero della planarità dei tessili.

- Revisione generale dei precedenti interventi di consolidamento ad adesione e riadesione dei supporti locali con apporto di moderato calore con termocauterio, finalizzato alla riattivazione dell’adesivo termoplastico già impiegato.

- Esecuzione di nuovi interventi ad adesione calibrati in base all’estensione dei degradi individuati. Al fine di assicurare la continuità strutturale, la resistenza statica e la chiusura ottica delle lacerazioni e delle lacune si procederà con limitati interventi “a sandwich” in superficie adeguata al fine di intervenire efficacemente sul fronte.

- Sarà valutato un sistema autoportante con velo in tulle sintetico che possa inserirsi nella luce interna del telaio ligneo bloccando l’avanzamento dei fenomeni di degrado rilevati.

L’intervento sarà documentato da una campagna fotografica prima, durante e dopo le operazioni e da una relazione tecnico scientifica comprensiva di osservazioni sui materiali compositivi e tecniche esecutive dell’opera.

Il restauro consentirà il ritorno dell’arredo in una delle sale più fastose della Palazzina di Caccia di Stupinigi.