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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La Chiesa di S. Anna e l‘attiguo Conservatorio furono edificati, nel lontano 1684, per volere della nobildonna Teresa Paladini, per adempiere al volere testamentario del marito, l’allora sindaco di
Lecce Bernardino Verardi, morto nel 1679. I lavori si conclusero però solo nel 1764 a causa della mancanza di fondi e dei continui interventi di ristrutturazione.  Al suo interno i quattro altari. 
laterali sono rispettivamente dedicati, quelli a destra, a Santa Barbara, rappresentata in un suggestivo dipinto che ne descrive il tragico martirio e alla Visitazione della Vergine; quelli
collocati a sinistra, invece, a San Francesco di Paola, la cui effige è impressa in una scultura in pietra e la Natività del Signore raffigurata in un pregiato dipinto a olio.

L’altare dedicato alla Natività del Signore è collocato a fianco all’altare maggiore, in cornu epistolae. È identico agli altri altari laterali, con colonne tortili, con vibranti giochi chiaroscurali.
L’altare è realizzato in pietra leccese con dorature. Forte è il virtuosismo plastico evidenziato dalle colonne barocche tortili oltremodo ornate da decori in rilievo, costituiti da motivi floreali e
volatili, con capitelli con foglie di acanto e ricche volute. Incastonata tra le colonne una cornice centrale scolpita, che ospita un pregevole dipinto su tela, con la raffigurazione della Natività di Gesù, attribuito al pittore galatinese Nicola Romano e databile intorno al 1685. Strutturalmente è poi costituito da una mensa e da un gradone, ripartito dalle descritte colonne tortili, una per lato. Nel suo insieme
presenta i caratteri propri dell’architettura del seicento, in stile barocco alquanto contenuto.
Collocato in cappella dalla sommità arcuata, con forma piramidale è il fastigio, determinato da un elegante plasticismo e da elementi decorativi. Al centro alloggia il piccolo dipinto ovale con raffigurato il volto dell’Addolorata.

Informazioni sullo stato della conservazione

Lo stato di conservazione generale del manufatto, con particolare riguardo alle caratteristiche di efficienza strutturale, sembra non presentare aspetti di criticità quali rischio di distacco o cadute di
elementi o porzioni di esso.
L’altare su tutta la superficie presenta uno strato di scialbatura di calce, frutto dei numerosi interventi precedenti, accompagnato da polvere sedimentata e nero fumo e depositi incoerenti, che
coprono le forme rendendo l’opera illeggibile nella plasticità originaria. I tasselli stratigrafici, eseguiti in passato su alcune parti degli altari, indicano una decorazione realizzata con doratura. 

Nelle aree più basse, parti del basamento,è presente un fenomeno di degrado conseguente alla risalita capillare dell’umidità causando decoesione del materiale costitutivo.
Le operazioni di pulitura lapidea,e delle dorature sono stati supportati da specifici esami stratigrafici con sezioni sottili, che hanno permesso l’individuazione di elementi di conoscenza, sia per gli
interventi precedenti sia sui materiali da impiegare.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La Chiesa, e quindi l'altare oggetto di restauro, è aperta tutti i giorni escluso il lunedì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 e dalle ore 16,00 alle ore 20,00. Ingresso libero

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 17.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

L’intervento di restauro - di seguito descritto - si pone come obiettivo l’arresto dei fenomeni di degrado in atto sul manufatto, risanandone tutte le sue componenti estetiche, con l’intento di restituire all’opera quell’unità formale che attualmente si presenta snaturata dalle improprie sovrapposizioni degli interventi manutentivi .

Il restauro interesserà tutte le superfici dell’altare in pietra leccese con dorature, incluse le sculture, i bassorilievi, gli altorilievi, gli elementi scolpiti, intagliati e modanati di qualsiasi forma e dimensione; gli sporti, gli aggetti e le rientranze.

L’operazione di pulitura manuale avviene mediante la rimozione di depositi incoerenti e polvere sedimentata con pennelli morbidi di setola, spazzolini e aspirapolvere, senza alterare la patina sottostante.

Successiva pulitura meccanica e chimica, consistente nella rimozione di strati di tinteggiature di calce mediante idonei soluzioni solventi, con la funzione di ammorbidire e solubilizzare le sostanze da rimuovere. L’operazione verrà proseguita e completata utilizzando adeguate spatoline , anche con l’ausilio di bisturi, pennelli morbidi.

Rimozione accurata di precedenti stuccature e dei rifacimenti impropri, in cui le malte di stuccatura si presentino decoese, alterate, e comunque inidonee anche soltanto sotto il profilo estetico; successiva e accurata pulitura delle superfici, da cui siano state rimosse le stuccature.

Accurata rimozione dei corpi estranei di qualsiasi genere, compresi chiodi, perni, elementi metallici in genere, senza produrre allargamenti dei fori nei quali i corpi sono infissi.