I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.
L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 N.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Aenaria è il toponimo di età romana dell'isola di Ischia, ma poche sono le nostre conoscenze storiche e archeologiche per questo periodo storico, complici lo sviluppo urbanistico a terra e una forte variazione del livello del mare dall'età romana ai giorni nostri per i locali fenomeni vulcanici e sismici che ha comportato un radicale cambiamento delle linee di costa. La natura vulcanica dell'isola è forse la vera motivazione che suggerisce all'imperatore Augusto di scegliere Capri come residenza imperiale, scelta tramandataci dallo scrittore latino Strabone, che la giustifica con un aneddoto su un evento beneaugurante accaduto all'imperatore proprio sull'isola di Capri. Questa tradizione storiografica ha fatto sì che gli studiosi abbiano sempre ritenuto che l'isola di Ischia non fosse mai stata frequentata e densamente edificata dall'aristocrazia romana, malgrado le ricche sorgenti di acqua calda presenti sull'isola.

Ma la presenza di grandi quantità frammenti ceramici di età romana nei fondali della Baia di Cartaromana, fece supporre, alla fine del secolo scorso, la presenza di un insediamento sommerso in questo tratto di mare. Le ricerche archeologiche subacquee erano - a quei tempi - ancora ai primordi e non venne mai dato seguito in modo esaustivo a quel primo indizio.

Recentemente sono state riprese le ricognizioni subacquee e le indagini di ricerca al fine di valutare l'effettiva presenza e/o entità di un insediamento romano nella baia di Cartaromana.; e gli scavi archeologici che si protraggono ormai da diversi anni hanno permesso di individuare, sotto una alta coltre di sedimenti, i resti murari di una banchina portuale che si estende - per quanto indagato fino a oggi - per una lunghezza di circa trenta metri e una larghezza di oltre sei. La peculiarità di questo sito è il rinvenimento (e la conservazione) della cassaforma lignea utilizzata per la costruzione della banchina stessa, conservatasi per tutta la lunghezza della struttura muraria e per una altezza di circa tre metri sotto l'attuale livello di fondo. Tutta l'area conserva inoltre grandi quantità di frammenti ceramici, pertinenti ad anfore e ceramica da mensa, ma anche pertinenti a pavimenti (tessere di mosaico, lastrine di opus sectile) coperture di edifici (tegole e coppi) e frammenti architettonici (colonne, cornici, modanature marmoree) che fanno intuire anche la presenza di un'area abitativa in prossimità del porto. Non mancano infine resti di imbarcazioni affondate in prossimità della banchina.

La scoperta di questo sito archeologico di età romana è quindi la prima attestazione certa della presenza di un insediamento romano sull'isola; parallelamente alle indagini di scavo, le ricognizioni subacquee stanno evidenziando in prossimità delle strutture portuali anche la presenza di una villa marittima, restituendo così all'isola d'Ischia una fisionomia e una frequentazione romana che non la differenzia dalle altre isole del Tirreno.

Informazioni sullo stato della conservazione

L'insediamento portuale di Aenaria ha subito sicuramento un forte sconvolgimento legato a fattori sismici, vulcanici e geofisici che ne hanno determinato lo sprofondamento fino all'attuale quota di circa meno sei metri. Questo evento è chiaramente intuibile per la presenza di grandi crolli che coprono la banchina portuale, ma la tempo stesso un rapido insabbiamneto della area marina ha consentito di preservare non solo le strutture murarie e lo strato di crolli, ma ha consentito di conservare la cassaforma lignea che costituiva una sorta di cassone entro il quale veniva gettato il calcestruzzo per la costruzione di opere murarie direttamente in mare. Una adeguata copertura artificiale messa in loco al termine delle campagne di scavo e uno potente strato di sabbia che ci viene ridepositato dal mare durante ogni inverno ne garantisce una buona conservazione.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Trattandosi di un sito archeologico sommerso è aperto al pubblico solo da metà aprile a fine ottobre (condizioni meteo permettendo). E' possibile visitare l'area archeolgica sia tramite una barca con il fondo trasparente, sia in modalità snorkeling o diving. La visita è preceduta dalla proiezione di un filmato che illustra la storia del sito e degli scavi, disponibile anche in lingua inglese e tedesca.

Per la visita (durata complessiva 1 ora circa) è obbligatoria la prenotazione.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 20.000,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

M.EDU.S.A SRL - a seguito del decreto 502 del MIBACT - è titolare della concessione di scavo del sito archeologico sommerso di Aenaria, nella Baia di Cartaromana a Ischia (NA). Lo scavo subacqueo sta portando alla luce i resti di un insediamento di età romana che le vicende geologiche e sismiche dell'isola hanno fatto sprofondare a circa sei metri di profondità.

La manutenzione e la protezione del patrimonio culturale sommerso richiede particolare cura e attenzione infatti i siti archeologici subacquei sono particolarmente soggetti al degrado e alla continua e costante copertura da parte del mare, delle correnti e del moto ondoso che riversano regolarmente sullo scavo una congerie di sabbia, alghe morte e pattume vario di natura moderna (plastica in particolare) colmando e occultando il cantiere di scavo archeologico. L'area di intervento deve essere pertanto mantenuta pulita con frequenza quasi settimanale per garantire la visibilità delle strutture affioranti dal fondale e poter proseguire le ricerche e la documentazione grafica e fotografica: due aspetti - questi ultimi due - di fondamentale importanza nella conduzione di una ricerca archeologica.

Parallelamente i reperti organici antichi non asportabili (il legno in particolare) devono essere protetti durante e soprattutto al termine di ogni campagna di scavo per garantirne la loro conservazione dall'attacco della teredo navalis, un verme che si nutre di cellulosa scavando profonde gallerie nel legno. Ma anche le opere murarie devono essere mantenute pulite e protette dalla colonizzazione di organismi marini, che con il tempo ricoprono completamente i substrati antropici rendendoli simili a un qualsiasi scoglio. Pertanto la giusta procedura prevede - al termine di ogni campagna di scavo - la copertura dell'intera area con sabbia sciolta che isoli i contesti archeologici creando un ambiente anaerobico, ma i sedimenti riportati devono a loro volta essere stabilizzati da uno strato di sacchi riempiti anch'essi di sabbia, che ne impediscano la delocalizzazione durante le mareggiate invernali.

Le attività di manutenzione e protezione, e i tempi che queste richiedono, assorbono quindi non poche risorse economiche nel quadro degli investimenti destinati alla ricerca scientifica.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 20.000,00 €

 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel corso dei precedenti scavi nel porto sommerso di Aenaria son state rinvenute grandi quantità di legno, provenienti da contesti diversi: sono emerse porzioni di scafo costituite da tavole di fasciame e dell'ossatura interna della nave, caratterizzate dal tipico metodo di assemblaggio a tenoni e mortase che caratterizzò l'architettura navale romana; elementi lignei ritrovati non più in situ della cassaforma lignea che circonda la banchina portuale come zeppe e pali. Ma sono stati recuperati anche piccoli oggetti come un portaprofumi, un pettine, manici di utensili ed altri reperti non ancora interpretati.

Il legno bagnato, proveniente da ambienti marini, risulta imbibito di acqua salata e richiede particolare cura non solo nella sua conservazione dopo il recupero ma anche per il suo restauro. È indispensabile impedirne l'essiccamento per evitare che, perdendo la componente acquosa, le fibre del legno si deformino perdendo la loro forma originaria.

Pertanto i reperti lignei devono essere mantenuti in acqua, preferibilmente con aggiunta di antibatterici, per una completa desalinizzazione e per una loro conservazione fino al trasferimento in laboratorio di restauro dove con appositi trattamenti e seguente asciugatura a temperatura controllata verrà restituirà loro l'originaria solidità e stabilità consentendone la conservazione.

Con la ripresa delle indagini si prevedono con certezza nuovi ritrovamenti lignei (ulteriori porzioni di relitti e oggettistica varia) che richiederanno meticolose attenzioni per la loro conservazione e particolari trattamenti per le procedure di restauro; in particolare il legno bagnato richiede tempi lunghi ed alti costi di restauro, ma è l'unica strada perseguibile per consentirne una esposizione al pubblico e una sicura conservazione.

il progetto include naturalmente anche il restauro di eventuali altri reperti di particolare interesse (ceramiche, monete, bronzi ecc.) e avrà  come finalità (extra progettuale) l'esposizione del materiale restaurato.