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Attività principali dell'istituzione

Palazzo cinquecentesco circondato da un parco all'inglese di 5 ettari e composto da 30 sale di cui 15 visitabili, arredate come quando la famiglia Coronini lo abitava (fino al 1990). Nel 1836 fu ospitato Carlo X, l'ultimo re di Francia in esilio, che vi morì il 6 novembre dello stesso anno. La famiglia Coronini si è estina il 13 settembre 1990 con la morte dell'ultimo esponente, il conte Guglielmo Coronini,che ha lasciato un testamento in cui stabilisce la nascita di una Fondazione museo a favore della collettività.

Gli scopi e le principali attività svolte dalla Fondazione: restaurare, conservare e rendere fruibili al pubblico le sale del palazzo, gli arredi e le collezioni d'arte ivi contenuti. La Fondazione si occupa di restauri, ricerche storico artistiche sul proprio patrimonio, organizza mostre, convegni, conferenze, visite guidate, laboratori e visite didattiche per le scuole, ospita manifestazioni culturali e collabora con musei e istituzioni culturali (pubbliche e private) italiani e stranieri

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 76.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel 2025, anno in cui Gorizia e Nova Gorica saranno capitale europea della cultura, la Fondazione Coronini intende organizzare una mostra dedicata a un periodo storico che portò grande fama e prestigio alla città: la presenza per quasi un decennio della corte dei Borbone di Francia in esilio. Dopo aver soggiornato per alcuni anni a Praga, Carlo X, che nel 1830 era stato costretto ad abdicare e a lasciare la Francia, decise di trasferirsi a Gorizia, alla ricerca di un luogo dal clima più mite e salubre. Giunto il 21 ottobre 1836 prese residenza a Palazzo Coronini Cronberg, dove tuttavia morì il 6 novembre successivo pare a causa del colera.

I familiari che l’avevano accompagnato nell’esilio e che si erano stabiliti nel centro di Gorizia a Palazzo Strassoldo, il figlio Luigi Antonio Duca d’Angoulême, sua moglie Maria Teresa Carlotta, unica discendente superstite di Luigi XVI e Maria Antonietta, i nipoti Enrico conte di Chambord e Luisa d’Artois, decisero di farlo seppellire nel vicino monastero francescano della Castagnavizza.

Fino al 1844, anno della morte del duca d’Angoulême, i Borbone mantennero a Gorizia la loro piccola corte facendo della città la meta del pellegrinaggio di esuli francesi e influenzando la vita quotidiana della città, sia da un punto di vista sociale che culturale. Mentre lo studio del francese si diffondeva rapidamente, l’aristocrazia locale, tra cui anche i conti Coronini, faceva a gara per essere invitata alle cene e ai riceventi, tutti nel segno di una sobrietà molto lontana dal fasto che aveva un tempo caratterizzato la corte dei Borbone.

Nei decenni successivi il monastero della Castagnavizza divenne la Saint-Denis dell’esilio, accogliendo uno dopo l’altro i familiari di Carlo X. Anche suo nipote Enrico, conte di Chambord, pur avendo preso residenza a Frohsdorf, nei pressi di Vienna, mantenne sempre stretti legami con Gorizia, dove continuò a recarsi regolarmente per tutta la sua vita e dove vennero solennemente celebrati i suoi funerali.

La mostra, attraverso un racconto scandito da immagini, oggetti e documenti, intende ricostruire le vicende dei reali di Francia che vissero a Gorizia e il loro legame della città. Negli anni dell’esilio infatti si sviluppò una vasta produzione di immagini e suppellettili con evidenti finalità propagandistiche. Alcuni di questi souvenir borbonici, raccolti dallo stesso conte Guglielmo sono oggi custoditi nelle collezioni Coronini Cronberg saranno affiancati da opere e testimonianze provenienti da raccolte pubbliche e private.


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Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 62.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel 2024 ricorreranno gli ottant’anni dalla morte di un illustre personaggio, le cui vicende sono legate alla storia di un ampio territorio che include la Regione Friuli Venezia Giulia e le vicine Austria e Slovenia: l’alpinista, botanico, filarmonico e scrittore Julius Kugy. Conosciuto e apprezzato da una schiera eterogena di appassionati, Julius Kugy nacque a Gorizia il 19 luglio del 1858, in uno degli edifici annessi al Palazzo Coronini Cronberg che ora porta il suo nome.

La Fondazione Palazzo Coronini Cronberg intende dunque celebrare il “Poeta delle Giulie”, proponendo una mostra che racconti la sua vita, la sua peculiare visione della montagna e dell’alpinismo, soffermandosi in particolar modo sulla sua attività nelle montagne friulane, sul rapporto con le sue guide storiche come Anton Oitzinger, Pesamosca, Komac e Tozbar. La mostra avrà l’obiettivo di restituire ai visitatori un’immagine più popolare dello storico alpinista raccontandone la vita e le molteplici passioni.  

 Ma le storie di montagna a Palazzo Coronini non finiscono qui: nell’archivio fotografico della Fondazione sono state trovati tre scatti del 1909 che ritraggono la contessa Carmen Coronini Cronberg in vetta. Queste immagini saranno lo spunto per raccontare il ruolo delle donne “di” e “in” montagna negli anni coevi a Julius Kugy. Verranno narrate le vicende delle sorelle Grassi di Tolmezzo, che armate di coraggio e intraprendenza scalarono il “Monte Canino” nel 1879. Si scoprirà poi la storia delle portatrici: comuni donne “di montagna” di cui non si conoscono i nomi ma che accompagnarono gli scalatori di fine Ottocento, portando sulla vetta pesanti materiali e vettovaglie. Acquisirono fama soprattutto durante la Prima Guerra Mondiale tanto che, a una di loro, venne conferita la medaglia al valore.

Pur puntando anzitutto al consolidato interesse per il turismo montano, gli sport alpinistici e in generale per la cultura, la storia e la tradizione enogastronomica delle regioni alpine, la mostra intende rivolgersi anche a coloro che non nutrono una specifica passione per la montagna. Le storie di montagna di Palazzo Coronini (Kugy e le donne in quota) si rivolgono a un target eterogeneo di persone. Le due tematiche trovano il loro punto di incontro nella montagna, vista non come un terreno di sfida per mettere alla prova le proprie capacità sportive, ma come un luogo fatto di storie, cultura, personaggi, bellezza e fatica.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 9.850,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Questa splendida scrivania fu realizzata nel 1698 dal mobiliere olandese Michiel Verbist, la cui firma è leggibile sulla ribalta. La spettacolare tecnica esecutiva basata su un raffinatissimo lavoro di intarsio in tartaruga e metallo fu però ideata da uno dei mobilieri più famosi del Seicento, il francese André-Charles Boulle, Ebéniste du Roy alla corte di Luigi XIV, a cui spettano alcuni dei mobili più ricchi sontuosi realizzati per il Re Sole.

La tecnica Boulle consiste in un particolare tipo di decorazione in tartaruga e metallo, che poteva essere ottone, o come in questo caso peltro. Il motivo decorativo a volute vegetali stilizzate, era ricavato ritagliando un foglio di tartaruga e una sottile lastra di metallo uniti insieme. Si ottenevano così due negativi e due positivi: un fondo in tartaruga con decori in metallo e un fondo in metallo con decori in tartaruga.

Molto interessante è anche la forma del mobile, uno scrittoio che nella parte inferiore, è una derivazione dal tavolo scrittorio, in uso già dal XVI secolo, secondo la fastosa rielaborazione che ne aveva dato lo stesso Boulle nel cosiddetto “bureau Mazarin”, caratterizzato dalla presenza della ali laterali e di cassetti nella parte inferiore, mentre la parte superiore con lo sportello centrale e le file di piccoli cassetti riprende la concezione di stipi e cabinet.

Lo stato del mobile appare gravemente compromesso dalla deformazione, dal sollevamento e dal successivo distacco di un significativo numero di intarsi. L’intervento di restauro, oltre a consolidare la struttura lignea, sarà incentrato sul recupero, il fissaggio e l’integrazione degli elementi decorativi, a cui verrà restituita l’originaria lucidatura.

 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 64.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L'iniziativa si propoe di valorizzare la figura del pittore neoclassico goriziano Francesco Caucig (1755-1828), attraverso una mostra che presenterà per la prima volta tutte le opere appartenute alla famiglia Coronini, tra cui la pala con la "Visitazione di Maria", scomparsa durante la Prima guerra mondiale e recuperata lo scorso anno. Sulla figura di Caucig, testimone d'eccezione di eventi storici come le guerre napoleoniche e il Congresso di Vienna, sulla sua vicenda umana e sulla sua passione per l'antichità classica saranno poi incentrate anche le altre attività che accompagneranno la mostra: conferenze, visite a tema, laboratori per adaulti e bambini.


NOTE Intervento archiviato


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Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 76.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto, che costituirà la principale iniziativa culturale organizzata a Palazzo Coronini Cronberg nel 2022, consisterà in una mostra, allestita nella sala esposizioni delle Scuderie e all’interno del Palazzo, che si propone di proseguire il percorso di studio e valorizzazione delle collezioni lasciate dal conte Guglielmo Coronini, già portato avanti negli ultimi anni. Il tema trattato dalla mostra costituirà anche il principale filo conduttore intorno a cui si svolgeranno tutte le attività e le iniziative culturali della Fondazione: conferenze, visite a tema, eventi teatrali e musicali, progetti didattici, eventi enogastronomici.

LA MOSTRA

Curata dalle professoresse Rossella Menegazzo e Virginia Sica dell’Università degli Studi di Milano, dal dottor Cristian Pallone dell’Università degli Studi di Bergamo e dalla dottoressa Cristina Bragaglia della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, autori anche del catalogo, la mostra sarà incentrata sul nucleo di opere giapponesi appartenenti alle nostre collezioni, costituito perlopiù da silografie policrome e pagine di volumi stampati con la stessa tecnica silografica che saranno esposte per la prima volta al pubblico. Tali opere offrono un’interessante testimonianza del successo nazionale e internazionale del filone artistico dello ukiyoe (“immagini del Mondo Fluttuante”), ma anche del ruolo centrale che l’editoria ricoprì a partire dall’epoca Edo (1603-1867) nel processo di alfabetizzazione e di diffusione di prodotti a stampa anche a scopo di intrattenimento.

Le tematiche evidenziate sono quelle principali del genere ukiyoe di epoca Edo - paesaggi di località celebri, ritratti di beltà e di attori kabuki, usi e costumi, le mode in auge al tempo - ma alcune stampe toccano anche gli eventi che segnarono la storia del Giappone di era Meiji (1868-1912): il conflitto bellico con la Cina (1894-95) ad esempio, e l’incontro con l’Occidente, con le sue novità scientifiche e tecnologiche e i sui aspetti esotici (il circo con gli elefanti), divenuti soggetto essi stessi delle stampe o oggetto di sperimentazione artistica (l’applicazione di tecniche prospettiche, chiaroscurali e ombre, il disegno dal vero).

Ciò che si vuole evidenziare, dunque, è non tanto l’aspetto artistico già noto al pubblico, ma il contesto storico, sociale ed economico del Giappone Edo e Meiji che queste opere a stampa documentano.

INIZIATIVE COLLATERALI E ALTRI EVENTI

Nel corso dell’anno la mostra sarà affiancata da una serie di iniziative collaterali, conferenze, visite a tema, eventi teatrali e musicali, progetti didattici, eventi enogastronomici, all’insegna della divulgazione culturale strettamente coniugata a un intrattenimento di alto livello, capace di attrarre e di coinvolgere target di pubblico diversi.


NOTE Intervento archiviato


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 5.300,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L'opera oggetto del restauro è uno stipo prodotto in Giappone nel corso del XVII secolo, probabilmente per il mercato europeo, dal momento che, come tutti i mobili laccati destinati all’esportazione, si richiama a tipologie occidentali. Non era insolito che stipi orientali come questo venissero successivamente collocati su suntuose basi di gusto barocco, intagliate e dorate, accompagnate talora da una cimasa. Anche in questo caso lo stipo è stato sistemato su una sorta di elaborata consolle intagliata con putti e delfini, apparentemente un prodotto seicentesco di ambito veneto.

L’intervento di restauro intende risolvere le diverse problematiche superficiali e strutturali delle due opere. Lo stipo presenta , infatti, un cattivo stato di conservazione a causa delle numerosissime lacune di grandi e piccole dimensioni che interessano tutte le superfici e che hanno pregiudicato in molti punti la laccatura. La perdita di coesione dell'adesivo - colla animale - nel tempo ha portato ad un indebolimento, al sollevamento e al successivo distacco della preparazione, della doratura e della laccatura su gran parte dell'opera. La base appare invece compromessa dai danni arrecati da insetti xilofagi e dalle diffuse ossidazioni della patina.


NOTE Intervento archiviato


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Raccolta chiusa

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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 40.758,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto intende proseguire il programma di iniziative legate alla fruibilità e alla valorizzazione del Parco Coronini Cronberg che dal 2018 la Fondazione Coronini ha iniziato grazie alla collaborazione con il Servizio gestione territorio rurale e irrigazione, attraverso una convenzione quinquennale con la Direzione Centrale Risorse Agricole, Forestali e Ittiche della Regione del Friuli Venezia, fondamentale per portare aventi un lavoro di riqualificazione  basato su un programma a lungo termine, da svolgere in fasi successive.

A partire dal 2021 la Fondazione Coronini è intenzionata quindi riprendere le attività iniziate nel 2018 con il restauro del Belvedere e con la riqualificazione, anche botanica, della zona adiacente, concentrando gli interventi nell’area sopraelevata del tempietto, già oggetto nel 2019 di un preventivo e fondamentale lavoro di pulitura e disboscamento.

Gli interventi previsti sono i seguenti:

1) restauro del tempietto realizzato nel 1914 su progetto dell’architetto Girolamo Luzzato. Il manufatto architettonico in stile Liberty non solo conserva ancora i danni provocati nel corso della prima guerra mondiale, ma in anni recenti è stato anche deturpato da scritte e altri atti di vandalismo.

2) riqualificazione dell’intera zona (collina artificiale) su cui sorge il tempietto attraverso la sistemazione dei sentieri e la reintegrazione della vegetazione mediterranea originariamente esistente secondo quanto indicato dalla documentazione fotografica di inizio Novecento

3) messa in sicurezza della zona circostante il tempietto con l’ausilio di telecamere volte a evitare il ripetersi di danneggiamenti e azioni vandaliche.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 10.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il dipinto fu acquistato dal conte Guglielmo Coronini Cronberg il 7 aprile 1964 all’asta dei beni di Palazzo Labia a Venezia.

Si tratta di una tela di dimensioni davvero notevoli (274x229 cm) che nel catalogo d’asta era definita “Ritratto equestre di un generale” della scuola di Diego Velasquez. In realtà, attraverso il confronto con altri ritratti, si è scoperto che il personaggio raffigurato è un illustre rappresentante della famiglia Asburgo, il cardinale infante Ferdinando (1609-1641). Sesto figlio del re di Spagna Filippo III, pur essendo stato avviato alla carriera ecclesiastica e nominato arcivescovo di Toledo e cardinale già all’età di 10 anni, non venne mai ordinato sacerdote e preferì seguire la sua inclinazione per la vita militare. Dopo avere ereditato il titolo di governatore dei Paesi Bassi spagnoli, insieme al cugino re d’Ungheria, fu a capo dell’esercito asburgico contro gli svedesi nella Guerra dei Trent’anni, riportando un’importante vittoria nel 1634 a Nördlingen.

I suoi successi e la sua influenza nelle Fiandre suscitarono, tuttavia, l’invidia di molti alla corte di Madrid, che negli anni seguenti cercarono di ostacolare le sue iniziative. Ferdinando morì improvvisamente a soli 32 anni, ufficialmente per un’ulcera allo stomaco, ma le voci che circolavano all’epoca non esclusero l’avvelenamento.

Le problematiche conservative che il dipinto presenta sono molteplici: deformazioni della tela, sollevamenti e perdite della superficie pittorica in diverse aree e, soprattutto, una spessa vernice giallo-bruna che altera i colori originale, smorza i contrasti e rende quasi del tutto illeggibile lo sfondo. I tasselli di pulitura effettuati per valutare lo stato della superficie pittorica sotto la vernice hanno rivelato come la rimozione di quest’ultima possa riportare alla luce i colori originali svelando un’infinità di dettagli ora illeggibili.

La pulitura sarà anche fondamentale per poter avanzare qualche ipotesi anche sull’autore dell’opera che, osservata da vicino, mostra al di sotto della vernice una qualità pittorica notevole.


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FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 27.300,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Nel 2017, a seguito di un evento atmosferico eccezionale che ha causato notevoli danni al parco Coronini, l'ente ha iniziato un articolato programma di restauro del parco grazie a un contributo ottenuto dalla Regione Autonoma FVG e alla collaborazione della Direzione Centrale Risorse Agricole, Forestali e Ittiche. Questi lavori hanno consentito di riportare in luce la vera struttura del parco che alle soglie della prima guerra mondiale si presentava come un giardino paesaggistico o all’inglese. Ben diverso appariva il suo aspetto nel 1990 dopo la morte del conte Guglielmo Coronini: le piante cresciute spontaneamente e senza alcun controllo avevano cancellato e soffocato i suggestivi panorami, i sentieri curati e i variegati percorsi decantati dalle guide ottocentesche. Alla luce di questi importanti interventi, per il 2020 sono state programmate diverse attività culturali incentrate sulla conoscenza e valorizzazione del parco.

Progetto Vivere e scoprire il parco Coronini, tra storia arte e natura

Il progetto si propone di trasformare il parco Coronini nel fulcro delle attività promosse dalla Fondazione Coronini nel corso dell’anno, offrendo un ricco ventaglio di attività culturali (storico-artistiche, musicali, teatrali, botaniche, enogastronomiche), che avranno proprio nel parco, nella natura e nella sua rappresentazione il comune filo conduttore.

Una delle principali iniziative previste dal progetto sarà la mostra "Verde sublime. Il Parco Coronini Cronberg e la rappresentazione della natura tra Neoclassicismo e Romanticismo" (27/06/2020 - 10/01/2021) che, oltre a ricostruire la storia del parco attraverso documenti, testimonianze e foto d’epoca, intende soffermarsi sul contesto artistico e culturale nel quale si sviluppò la tipologia del “giardino paesaggistico o all’inglese”.

Alcune iniziative collegate alla mostra riguarderanno direttamente il parco, ovvero la sistemazione dell’aiuola posta al termine del viale d’ingresso, con il restauro della settecentesca statua di Gian Battista Coronini e la piantumazione di nuove essenze; il nuovo censimento delle specie botaniche presenti nel parco che, con la redazione delle rispettive schede scientifiche, sarà utilizzato per aggiornare e implementare l’App già esistente dedicata al palazzo e al parco Coronini creata in collaborazione con il Laboratorio Sasweb dell'Università di Udine (Dip. Scienze fisiche, matematiche e informatiche).


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