Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L’Orto Botanico dell’Università di Parma, con la sua lunga storia di raccordo tra mondo urbanizzato e naturale, possiede le potenzialità per trasformarsi nell’epicentro cittadino delle relazioni tra uomini e piante: una piattaforma sui temi della sostenibilità ambientale vicina ai cittadini, capace di sostenere la cultura scientifica e del verde in modo moderno.
L’Orto Botanico rappresenta una delle più antiche realtà dell’Ateneo di Parma: luogo emblematico e identitario, racchiude in sé la tradizione universitaria nelle ricerche in botanica, nelle relazioni con l’ambiente del territorio, nello studio delle piante medicinali. La sede attuale fu istituita nel 1770 sotto gli auspici del duca Ferdinando I di Borbone e col fondamentale sostegno della famiglia Sanvitale. Le caratteristiche aranciaie note come Serre Ferdinandee furono completate nel 1793, probabilmente su progetto di un allievo di Ennemond-Alexandre Petitot. Da subito furono poste le basi per un orientamento sperimentale naturalistico: floristica del territorio, acclimatazione di piante esotiche, scambi con altri Orti secondo una pratica che permane tutt’ora. Rapidamente l’Orto Botanico di Parma raggiunse un prestigio tale da meritare la considerazione dei più illustri studiosi del tempo, tratto mantenuto per i secoli successivi e rinforzato con la costruzione della Scuola di Botanica durante l’Ottocento.
Durante gli anni ’90 del secolo scorso, la vocazione inizia a mutare. Da luogo in cui la scienza viene prodotta, gradualmente l’Orto assume i tratti di una piattaforma in cui la scienza viene raccontata. Aumenta l’interazione con le scuole e i servizi erogati cercano di sposare la missione istituzionale dell’Università di Parma: essere un luogo di studio e di ricerca orientato tanto all’educazione e alla formazione dei giovani quanto all’armonico sviluppo della società, uscendo dal guscio dell’hortus conclusus. Quest’ultima transizione non è stata indolore e ha determinato la perdita di alcune identità. Parallelamente si è osservato un lento decadimento delle strutture murarie e della funzionalità di alcuni ambienti che richiedono ora un preciso progetto di rilancio, rispettoso della storia secolare del luogo ma attento alle esigenze del mondo contemporaneo.
Per poter assolvere al meglio il suo ruolo odierno, la struttura necessita di spazi più funzionali a comunicare l’importanza dei vegetali per l’esistenza umana in ambito ecologico, scientifico, tecnologico e umanistico. Questo consentirebbe all’Orto porsi in linea con le tendenze moderne, acquisendo un ruolo cardine nella società civile e tornando a quel prestigio che il tempo ha eroso.
L’intervento di ristrutturazione si affida alla generosità di quanti sanno apprezzare la magia imprescindibile delle piante e sarà caratterizzato da uno spirito basato sui concetti di dialogo, contaminazione, sostenibilità, partecipazione, rispetto per ogni forma vivente.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il complesso presenta più fabbricati eterogenei per età e condizioni, affacciati sugli 11.000 mq dell’Orto Botanico. Il corpo di maggiore rilevanza è dato dalle Serre Ferdinandee, cui si uniscono la Scuola di Botanica, l’immobile con affaccio su Via Farini al civico 90 e una serie di edifici interni con accesso da Via Linati, per un totale di oltre 2000 mq. Lo stato attuale degli edifici storici è notevolmente compromesso, sia rispetto al progetto originario che in termini di fruibilità e condizione generale.
Le vetrate delle Serre Ferdinandee necessitano di ampia manutenzione, non esercitando più adeguatamente il loro compito di riparo delle specie vegetali sensibili al freddo. Anche l’interno ha subito nei decenni ampie manipolazioni, con la creazione di soppalchi e camere che ne hanno snaturato la funzione originaria, creando un contesto di difficile, se non impossibile, fruizione. Le collezioni viventi di piante sensibili al clima sono o impossibili da mantenere o costrette a condizioni critiche e inaccessibili al pubblico. Il corpo centrale inoltre è manomesso da due serre in vetro ad esso perpendicolari, volute negli anni Cinquanta, che interrompono la linearità della facciata settecentesca e versano in stato di grave degrado. Analogamente il tetto ospita in copertura due serre in vetro e alluminio che alterano il disegno originario e non risultano fruibili al pubblico per ragioni di sicurezza e di disegno. Una parte degli edifici interni al plesso risulta in stato di semi-abbandono e non assolve più alle funzioni necessarie allo svolgimento delle ordinarie attività di cura del verde.
L’agibilità del primo piano della Scuola di Botanica è solo parziale, gli intonaci interni ed esterni risultano ammalorati in ampie zone. Le collezioni d’erbario storico non hanno locali adeguati alla loro conservazione ottimale e per mancanza di allestimenti non possono essere mostrate al pubblico. L’assenza di un laboratorio didattico, di una sala per conferenze e di uno spazio espositivo impediscono sia la narrazione che il coinvolgimento del pubblico, di fatto impedendo il dialogo con la società civile e l’esposizione dei preziosi materiali che l’Orto ospita. L’intero plesso necessita di un rifacimento degli impianti, che oltre a imporre onerosi interventi di manutenzione ed esercizio, determinano un costante spreco di risorse in conflitto con la missione di sostenibilità ambientale della struttura.
Il contesto richiede una serie di interventi di recupero e di restauro rispettosi del progetto settecentesco, che ne agevolino la conversione a nuovi indirizzi assicurando al tempo stesso un più opportuno utilizzo della vocazione originaria.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
ORTO BOTANICO DELL'UNIVERSITA' DI PARMA
Strada Farini, 90
43121 Parma
tel. 0521 903679
ortobotanico@unipr.it
www.ortobotanico.unipr.it
Orari:
martedì-venerdì 10.00-17.00 (18.00 con l’ora legale)
Ingresso gratuito; per gruppi e scuole necessaria prenotazione)