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Attività principali dell'istituzione

Fondato come museo unitario nel 1871, il Museo Civico ha sede dal 1886 nel Palazzo dei Musei, acquistato dal Comune di Modena al fine di raccogliervi tutti gli istituti culturali della città, sia comunali, come l’Archivio Storico e la Biblioteca Poletti, che statali, come la Biblioteca e la Galleria Estensi. Nel corso della seconda metà del novecento si è articolato in Museo Civico Archeologico Etnologico e Museo Civico d’Arte, con un percorso espositivo che rimane unitario e ripropone in chiave critica l’allestimento ottocentesco, del quale conserva tutto il fascino, presentandosi tuttavia oggi come un’istituzione moderna e innovativa che dialoga con differenti tipologie di pubblico.

Il suo fondatore e primo direttore Carlo Boni creò un museo caratterizzato da un’apparente eterogeneità, risultato, invece, di un disegno organico pensato per “accogliere e conservare tutto quanto potesse interessare l’intera popolazione”.

Nel corso del tempo, dall’ottocento ad oggi, il patrimonio museale si è arricchito di nuovi reperti archeologici, di raccolte etnologiche e di opere d’arte grazie a donazioni, depositi, acquisizioni e acquisti. I dipinti e gli argenti della collezione Sernicoli, donata al Museo Civico d’Arte, e le testimonianze della città e delle necropoli romane recuperate negli scavi sono la più recente testimonianza di questa crescita ininterrotta.

I Musei Civici sono oggi impegnati nella tutela dell’identità culturale cittadina, consapevoli che essa si rafforza guardando al passato e conservandone la memoria, ma anche aggiornando costantemente la ricerca scientifica e rinnovando il rapporto con il pubblico attraverso attività formative e educative. A tal fine collaborano con altre realtà territoriali pubbliche e private: Soprintendenza, Università, Enti locali, Istituti di ricerca, Fondazioni, Associazioni culturali.

Attualmente essi svolgono anche un importante ruolo territoriale e la loro sede storica fa parte di una rete che include anche altre realtà, il Parco archeologico e museo all’aperto della Terramara di Montale, il Parco archeologico Noviark (dedicato a Mutina romana), le sale storiche del Palazzo Comunale. Ai Musei inoltre è affidato dal Comune il compito di coordinare la gestione del Sito Unesco costituito dal Duomo, da Piazza Grande e dalla torre Ghirlandina, e di valorizzare i monumenti pubblici del centro storico e le chiese di proprietà comunale, che sono tra le più importanti del centro storico (Sant’Agostino, San Barnaba, Chiesa del Voto, San Biagio, Tempio monumentale, San Lazzaro).

Il percorso museale allestito al terzo piano del Palazzo dei Musei, con la Gipsoteca Graziosi, il Lapidario romano e il laboratorio didattico situati al piano terra dello stesso complesso, accolgono ogni anno circa 32.000 visitatori, mentre il Parco archeologico di Montale registra un afflusso annuo di quasi 14.000 visitatori.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 20.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Attraverso i più famosi personaggi del teatrino televisivo di Carosello, l'epopea del Fumetto in Tv con le trasmissioni Gulp! e Supergulp!, fino a Comix, il celebre "giornale dei fumetti" firmato da popolari attori, comici e artisti, la mostra offrirà uno spaccato inedito di storia locale e nazionale nel quale si riflettono le trasformazioni sociali e dei consumi connesse al boom economico e l'immaginario di almeno due generazioni di giovani. Mezzo secolo di divertimento attraverso più di trecento disegni originali provenienti da raccolte private e pubbliche (tra cui quella del Museo civico d’arte di Modena), filmati, pubblicazioni, attrezzature tecniche, fotografie e merchandising proposti in un allestimento dinamico e coinvolgente, capace di restituire l'importante ruolo assunto dalla città di Modena nel panorama del fumetto e dell'animazione italiana dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, ma anche di fare comprendere e sperimentare ai visitatori i passaggi che intercorrono tra l'invenzione dei personaggi e la loro traduzione in fumetto, in “fumetto in tv” o in cartone animato. L'animazione, in particolare, sarà oggetto di un racconto realizzato grazzie all’esposizione di attrezzature originali, tra cui una moviola e una macchina per le riprese, così da trasmettere anche la dimensione artigianale che connotava l'attività delle case di produzione modenesi, dalla Paul film (una delle maggiori in Europa), alla Bignardi film, fino alla Playvision di Guido De Maria: realtà imprenditoriali che permettono di richiamare quel dialogo tra tecnica e creatività che costituì uno dei filoni d'interesse più significativi del Museo Civico fondato da Carlo Boni nel 1871.

 Il comico in tutte le sue sfaccettature costituirà il ‘fil rouge’ di tutta la mostra, costituendo la cifra della maggior parte delle opere esposte così come della stessa rivista “Comix” edita dalla Franco Cosimo Panini Editore e diretta da Guido De Maria e Beppe Cottafavi a cui partecipano artisti come Paolo Rossi, Aldo Giovanni e Giacomo, Daniele Luttazzi, David Riondino, Alessandro Bergonzoni, Fabio Fazio, Gene Gnocchi e cantanti come Francesco Guccini e Jovanotti.

Fra i personaggi pubblicitari presenti in mostra vi saranno l’Omino coi baffi, Angelino, Toto e Tata, Svanitella e Miguel-son-mì creati da Paul Campani e Max Massimino Garnier, le anarchiche Sturmtruppen di Bonvi, autore assieme a Guido De Maria del detective Nick Carter, quindi il leggendario Corto Maltese, l’eroe di Hugo Pratt adattato per la TV da Secondo Bignardi e Lupo Alberto di Silver.

 La mostra sarà corredata da un catalogo dotato di un ricco repertorio iconografico e pubblicato dalla Franco Cosimo Panini editore, con saggi di Luca Boschi, Daniele Pitteri, Luca Raffaelli.

 


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 5.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto mira a finanziare il

Catalogo della mostra ½ secolo nell’arte. Opere dalla raccolta Giorgio Giusti (Modena, Musei Civici, 14.12.2019 – 16.02.2020), Corsiero editore, pp. 136e fotografie a colori

A cura di Luciano Rivi e Cristina Stefani, il catalogo sarà caratterizzato da un'elegantre linea grafica e presenterà contributi di A.C. Quintavalle, Emilio Mazzoli, Elena Ferrari, Giorgio Giusti, Francesca Mora, Luciano Rivi

Dopo le mostre dedicate agli anni Cinquanta e Sessanta il  Museo Civico d’Arte prosegue con una mostra dedicata al collezionismo contemporaneo la sua attività espositiva sull’arte dal secondo dopoguerra a oggi e proponendo nelle sale espositive dei  Musei Civici un’esposizione dedicata alla raccolta Giorgio Giusti, collezionista modenese attento alle manifestazioni della contemporaneità lungo un percorso di vita e di cultura che dura da oltre cinquant’anni. Il progetto espositivo prende avvio dalla generosa donazione di tredici opere di artisti contemporanei mentre altre trentaquattro vengono accolte dal Museo in forma di comodato gratuito.

Una mostra che offre ai visitatori un percorso dagli anni Cinquanta ad oggi attraverso le opere giunte in museo e una selezione di altre opere tra quelle tuttora conservate dal collezionista. Partendo dagli esempi dell’Astrattismo degli anni Cinquanta, passando attraverso le esperienze sperimentali degli anni Sessanta, lungo il periodo di ritorno alla figurazione dei decenni successivi, si arriva a fornire esempi sul panorama degli ultimi decenni. Tra gli artisti in mostra: Perilli, Turcato, Crippa, Vautier, Beuys, Wilson, Manzoni, Pascali, Balestrini, Rotella, Schifano, Paladino, Cucchi, Anastasi, Franco Vaccari, Guerzoni e Wainer Vaccari. Tiene lo stesso collezionista in catalogo a precisare come nel corso degli anni non si sia sentito attratto da criteri estetici particolari o da singole correnti artistiche. In modo volutamente “disordinato”, con l’idea di rompere piuttosto e superare i troppi steccati che irrigidiscono il campo della critica d’arte, il collezionista ha inseguito la sua passione intrecciando interessi differenti, scegliendo le sue opere ora in riferimento alla dimensione del viaggio a lui cara, ora a quella dei miti della contemporaneità o, ancora, ad aspetti della vita di tutti i giorni. La raccolta di opere d’arte si intreccia nel percorso di Giorgio Giusti con la frequentazione di artisti. La sua vicenda si inserisce all’interno di un contesto non solo modenese, ma che a Modena ha trovato stimoli significativi: dalla storica esposizione Critica 70, promossa ormai cinquant’anni fa dalla Galleria civica, alla frequentazione dell’amico Emilio Mazzoli, gallerista di orizzonte internazionale.

 

 


NOTE Intervento archiviato