Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Sala Verdi fa parte dell’edificio del Teatro Ariosto, di cui è il ridotto, e ha rappresentato per la Città di Reggio Emilia uno spazio importante per la crescita culturale e civile della comunità reggiana. Per questo, nelle diverse epoche in cui lo spazio teatrale complessivo è stato modificato, i vari progettisti hanno sempre pensato ad essa come completamento indispensabile al funzionamento del teatro.Essa faceva già parte del settecentesco Teatro di Cittadella, all’interno del quale fungeva da ampio salone per le feste da ballo, con camere adiacenti da utilizzare come ridotto o casino giornaliero. Purtroppo il teatro fu distrutto da un incendio nel 1851 e sulle sue ceneri nel 1878 nacque il nuovo Politeama, che in occasione dei lavori di decorazione e restauro che vennero eseguiti nel 1927-28 assunse il nome definitivo di Teatro e venne dedicato a Ludovico Ariosto.Al suo interno la sala Verdi fu, nel contempo, sala di “appoggio” per le attività di spettacolo del teatro, ma visse anche di vita propria, come luogo in cui si svolgevano attività di tipo sociale, che ne fecero un importante punto di riferimento nella vita socio-culturale della città: qui si insegnava a leggere e scrivere in vista delle elezioni; vi furono ospitati i congressi del Partito socialista, comizi ed assemblee elettorali.Questa indipendenza della sala Verdi dai restanti spazi teatrali fu uno dei motivi della sua forte vitalità e fu resa possibile grazie all’inserimento di nuove scale all’interno del corpo del teatro, realizzate durante i lavori di ristrutturazione del teatro degli anni ‘20.A partire dagli anni ’30, dal dopoguerra, la sala Verdi fu testimone e ospitò momenti molto significativi dalla vita sociale, politica e culturale della città, come la residenza del collettivo americano del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina, nel 1966.Purtroppo, negli anni successivi, per incuria ma anche per la mancanza di adeguate strutture di sicurezza, la sala Verdi venne chiusa al pubblico.Negli anni ‘80 l’arch. Carlo Lucci fu incaricato di realizzare un progetto di riutilizzo della sala, i cui lavori si conclusero nel 1985. La nuova sala a gradoni aveva una capienza di circa 300 posti e presentava un palcoscenico con dimensioni adeguate a manifestazioni teatrali di media grandezza.Tuttavia, la nuova sistemazione e le cambiate esigenze della città non portarono fortuna allo spazio recuperato, che venne di nuovo dimenticato e usato in modo saltuario, tanto che nel 2003 tale allestimento venne demolito e la sala di nuovo chiusa.
Informazioni sullo stato della conservazione
La Sala Verdi è situata al primo piano dell’edificio del Teatro Ariosto, al di sopra dell’atrio e del primo vestibolo del teatro, dal quale vi si accede tramite un’importante scala in muratura con una prima rampa che si divide, dopo il primo pianerottolo, in due rampe collocate a destra e sinistra della prima.
Il volume della sala è delimitato dai muri verticali, in parte esterni, e al di sopra è racchiusa dal sistema delle coperture dell’edificio stesso.
Lo spazio principale è costituito da una sala rettangolare, le cui dimensioni sono complessivamente di mt 31 di lunghezza, mt 11 di larghezza e mt 7 di altezza.
Sui lati minori, i muri separano la sala da un lato dai servizi igienici per il pubblico e dall’appartamento del custode, dall’altro dai camerini e dai servizi per gli artisti.
Dei due lati maggiori, uno rappresenta il muro della facciata principale ed è caratterizzato al centro da tre finestroni che si affacciano su un ampio balcone centrale, sopraelevato rispetto al piano della sala, il quale costituisce la copertura del portico delle carrozze, antistante l’ingresso del teatro.
Dal lato opposto a quello di facciata un muro divide, invece, la sala dal vestibolo di ingresso, a cui si accede attraverso tre porte.
L’atrio di ingresso è costituito da un vano rettangolare, che presenta il sistema dei collegamenti verticali di accesso, ossia lo scalone principale che mette in collegamento con l’atrio principale del teatro e, a partire dal pianerottolo intermedio, con la scala che conduce direttamente all’esterno, che era stata realizzata negli anni ‘20. Un ulteriore collegamento è rappresentato dall’ascensore, che immette direttamente dal 2° atrio del teatro al piano della sala.
Il pavimento della sala, ora al grezzo, appoggia direttamente sui i muri e le colonne degli atri e dei vestiboli del piano terra.
Attualmente la copertura in coppi è sostenuta mediante una struttura lignea. Lo spazio sottostante ad essa è stato attrezzato durante l’ultima ristrutturazione con un sistema di passerelle di ferro alte circa un metro, che corrono parallelamente ai lati corti, sono autoportanti, realizzate in acciaio e hanno una struttura reticolare che permette loro di funzionare come travi. Ad esse è appeso il soffitto della sala, realizzato in lastre di gesso, che ricrea il disegno a volta ribassata e dal quale si aprono le griglie per l’immissione dell’aria.
Il sistema della graticcia, vista l’altezza della sala, assolve anche alla funzione di forte irrigidimento della parte superiore di questo ampio parallelepipedo.
La sala Verdi è chiusa dal 2003.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il progetto di riqualificazione della sala Verdi non può prescindere dal contesto generale in cui essa è inserita, motivo per esso è frutto di considerazioni che rientrano nell’ottica del recupero e valorizzazione dell’intero teatro Ariosto, di cui la sala costituisce il ridotto e dunque una parte rilevante.Il progetto parte dal considerare fondamentali i collegamenti interni con gli atrii e gli spazi di servizio del teatro al piano terra, ma anche il sistema di accesso diretto dall’esterno, in modo da rendere l’apertura e l’uso della Sala indipendenti dal teatro stesso. Si prevede, quindi, un accesso del tutto indipendente sul lato Nord dell’edificio e, nel contempo, verrà mantenuto l’accesso indipendente sul lato Nord-Est; si prevede inoltre il mantenimento dell’ascensore, ubicato nel 2° atrio del Teatro, per consentire l’accesso alle persone disabili o con ridotta capacità motoria.Dal punto di vista strutturale, il progetto prevede la valorizzazione del volume definito dalle strutture perimetrali, ritenendo che esse, oltre alla sua funzione statica e di definizione dei perimetri architettonici, siano legate alla funzione originaria di sala di spettacolo.Nella Sala verrà ricostituita la simmetria, inserendo sul lato nord una parete che ne riduce lo spazio, prendendo come asse mediano est-ovest la finestra e la porta centrale. Al posto dell’attuale controsoffittatura ne è stata prevista una nuova a volta ribassata.Nel vestibolo l’intervento prevede la realizzazione del pavimento in seminato alla veneziana e il rifacimento del controsoffitto in gesso. Le pareti laterali saranno segnate da lesene che, modulando la superficie muraria trattata ad intonaco civile, creino visivamente, con l’aiuto dell’illuminazione, un sistema di scansioni sottolineate da ombre, che richiamano la composizione di facciata e le spazialità dell’impianto originario e l’apparato decorativo del Teatro di cui la Sala Verdi fa parte.La città di Reggio necessita di uno spazio di medie dimensioni, comodo ed elegante, dove poter svolgere attività culturali, incontri, piccole rappresentazioni e concerti. La scelta di ottenere un luogo adattabile a diverse esigenze rende necessario la previsione di posti a sedere utilizzando sedute mobili, che potranno raggiungere un totale di 140 posti a sedere. A sala vuota sarà possibile ospitare 175 persone, numero che potrà arrivare fino a 200, come capienza totale degli spazi al primo piano.L’immagine che si vuole dare alla sala Verdi è quella di un ambiente decisamente attrezzato per spettacoli ed eventi speciali anche molto diversi tra di loro, grazie ad uno spazio non rigidamente impostato a priori, ma di volta in volta modulabile.