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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Nel 1728 il Palazzo Betta Grillo, fatto costruire dalla comunità della Regola di Lizzana, fu acquistato dalla famiglia Betta e trasformato in una residenza nobiliare. Il piano nobile di palazzo Betta-Grillo risulta estremamente rappresentativo della raffinatezza e del lusso che si erano diffusi nelle abitazioni patrizie di Rovereto nel corso del Settecento. L’edificio è ricco di stucchi, tappezzerie d'epoca, arredi originali e opere d’arte, tra le quali spiccano sette grandi tele dipinte da Gasparantonio Baroni Cavalcabò (1682-1759) con la collaborazione del cugino Giovanni e quattro splendidi dipinti parietali realizzati da Giovanni di Dio Galvagni (1763-1819). I pregevoli stucchi e cicli pittorici che si trovano al suo interno testimoniano l’amore per l’arte e l’elevato livello culturale della committenza, elementi chiave di un periodo contraddistinto da una grande vivacità intellettuale e floridità economica.

Dal punto di vista edilizio e architettonico, il compendio immobiliare si sviluppa su una superficie complessiva di circa 4.000 mq. Il nucleo più antico a pianta rettangolare di 4 piani racchiude al suo interno tutti gli ambienti di rappresentanza su circa 2.000 mq. Gli spazi esterni si completano di loggia per il ricovero delle carrozze, scuderie e giardino monumentale ottocentesco con specie botaniche ornamentali diffuse in quell’epoca, separato da via Santa Maria da una siepe di ligustro ed una cancellata in ghisa dal raffinato disegno elaborato dall’architetto Tamanini nel 1870. All’interno del giardino sono presenti alcune vecchie piante che caratterizzano il paesaggio urbano dell’intero quartiere e possono essere considerate senza remora dei veri e propri monumenti vegetali degni di tutela.

Il palazzo è dotato di un magazzino posto all’angolo con viale Schio e due piani interrati di cantine.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il mobilio e gli ornamenti delle stanze hanno subito danni abbastanza limitati durante le devastazioni ed i saccheggi della Grande Guerra, fatto raro in una città che uscì prostrata dagli eventi bellici. L’edificio si è poi salvato dai bombardamenti effettuati durante il secondo conflitto mondiale e, grazie ad una manutenzione leggera e costante, dal degrado dovuto al trascorrere degli anni.

Tuttavia, le opere pittoriche evidenziano un notevole stato di degrado dovuto soprattutto ad un consistente deposito di fumi grassi, sporco e polvere, ma anche ad un arrotolamento scorretto, probabilmente in occasione del loro trasferimento ad Innsbruck durante la prima guerra mondiale.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Palazzo Betta Grillo è aperto, ogni primo e terzo sabato del mese, nell'ambito del progetto "Aperti per voi" promosso dal Touring Club Italiano. Vengono realizzate in proposito visite guidate con volontari adeguatamente formati grazie alla collaborazione dell'Associazione Quercus. Gli orari delle visite dipendono dalla stagione e si possono verificare scrivendo all'indirizzo e-mail touringclubtrento@gmail.com.

Il Palazzo è anche sede di eventi ed iniziative promosse dall'Amministrazione Comunale nell'ambito del progetto complessivo Rovereto Estate come ad esempio "Capricci a palazzo" che prevede visite teatralizzate tutte le domeniche di luglio, oltre ad alcuni concerti di musica classica durante l'estate.

L'Associazione Quercus organizza autonomamente, con il benestare del Comune di Rovereto, altre iniziative aperte al pubblico finalizzate alla valorizzazione dal punto di vista culturale, storico e turistico del Palazzo.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 15.970,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

I quattro dipinti rappresentano rispettivamente Felice Betta (120x88,50 cm), Carlo Antonio Betta (120x88 cm), Lucrezia de Saracini Belforte Molveno (120x88,50 cm) e Felice Giuseppe Betta (120x88 cm).

Le tele di Felice Betta e Lucrezia presentano delle ondulazioni dovute all’allentamento della tela causate da un telaio inadeguato. In tutte le opere sono presenti molte abrasioni con cadute di pellicola pittorica e sollevamenti, in particolare in corrispondenza dei volti di Carlo Antonio e Lucrezia sono presenti delle lacerazioni della tela con lacune. Nei ritratti di Felice Betta, Carlo Antonio Betta e Felice Giuseppe Betta sono inoltre visibili delle grandi mancanze di supporto nella zona inferiore delle opere. La crettatura è presente in maniera pronunciata su tutte le superfici dei dipinti e gli strati pittorici risultano inariditi probabilmente a causa della perdita di leganti oleosi; le cromie sono leggermente offuscate da depositi di sporco (fumi grassi e pulviscolo atmosferico).

La cornici di ottima fattura, impreziosite dall’applicazione di una foglia d’oro su preparazione a gesso (la cui brillantezza è parzialmente smorzata dal deposito di sporco e polvere), presentano un generale assottigliamento dello strato di finitura e mancanze.

L’intervento di restauro prevede: il fissaggio del film pittorico; lo smontaggio delle cornici; la rimozione di depositi incoerenti; verniciatura e velinatura totale della superficie pittorica; rimozione del vecchio telaio ligneo; risarcimento delle lacerazioni; doppia foderatura; stirature a temperatura controllata che favoriranno l’adesione delle fodere alla tela originale e l’abbassamento di sollevamenti e crettature; montaggio e tensionamento del dipinto sul nuovo telaio dilatabile in abete;-realizzazione delle stuccature delle lacune; reintegrazione pittorica con basi a tempera e velature a vernice e verniciatura finale.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 70.825,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Sulle pareti della “Sala Del Trionfo della Giustizia e della Pace” si trovano sette dipinti realizzati ad olio su tela da Gasparantonio e Giovanni Baroni Cavalcabò, i quali narrano gli episodi della vita di Mosè.

Le opere, seppur con le dovute specificità, evidenziano un notevole stato di degrado, caratterizzato principalmente da un consistente deposito di fumi grassi (derivati dalla combustione di stufe e candele), sporco e polvere, in parte inglobati nella vernice fortemente ossidata. Si notano numerose ed estese cadute di film pittorico (in alcuni casi causate da un arrotolamento scorretto), abrasioni diffuse e ridipinture risalenti ad un precedente intervento, spesso sovrapposte all'originale e ormai completamente alterate. La pellicola pittorica è inoltre interessata da delle evidenti ossidazioni che riducono la leggibilità dell'immagine dipinta. Le tele presentano ondulazioni e deformazioni dovute ad un telaio non più adatto a garantirne il corretto tensionamento. Infine, molti dipinti sono interessati da numerosi piccoli tagli e fori.

L'intervento di restauro prevede: la fermatura del film pittorico in pericolo di caduta; lo smontaggio e il trasporto in sicurezza dei dipinti nel laboratorio di restauro; pulitura superficiale con rimozione dei depositi incoerenti ed eliminazione graduale e controllata della vernice ossidata e delle ridipinture con conseguente recupero delle cromie originali; smontaggio dal vecchio telaio e rimontaggio sul nuovo telaio dilatabile in abete; eventuale rimozione delle vecchie stuccature e stesura delle nuove nelle lacune; reintegrazione pittorica delle lacune con colori stabili e verniciatura finale satinata.

Ulteriori informazioni: L'artista ritrovato. Gaspare Antonio Baroni Cavalcabò e il barocco in Vallagarina.