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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il Real Sito di Carditello, situato nella provincia di Caserta, fu commissionato da Ferdinando IV di Borbone all'architetto Francesco Collecini. Completato nel 1787, il Sito è stato destinato all’allevamento, alla selezione di cavalli di razza reale e alla produzione agricola e casearia.

La tenuta borbonica è composta da una palazzina centrale sormontata da un loggiato e da un belvedere, affiancata da altri edifici di servizio, e da un ampio galoppatoio ellittico, delimitato da due fontane con obelischi e con un tempietto circolare nel mezzo. Fu Jacob Philipp Hackert a occuparsi della direzione e delle decorazioni dell'appartamento, mentre l'esecuzione dei dipinti e stucchi fu affidata a Fedele Fischetti, Giuseppe Cammarano, Giuseppe Magri, Domenico Chelli, Carlo Brunelli, Angelo Brunelli.

Grazie alla documentazione conservata nell’Archivio della Reggia di Caserta è stato possibile ricostruire il patrimonio mobile un tempo appartenente al Sito, come la ricca quadreria, i cui dipinti sono attualmente conservati alla Reggia di Caserta, gli arazzi realizzati su disegno di Fischetti, ora al Palazzo Reale di Napoli, i mobili e gli arredi, divisi tra Caserta e il Museo di Capodimonte.
Carditello ha subito numerosi affronti fin dal 1799, quando la corte si spostò in Sicilia, portando con sé parte consistente di arredi e opere. Dopo il breve regno di Francesco I, fu Ferdinando II a dare un forte impulso all’ammodernamento dell’economia rurale. Nel 1860 la tenuta di Carditello venne occupata dai garibaldini e, dopo l’Unità, passò alla Casa Reale dei Savoia. Successivamente, dal 1920, la proprietà fu ceduta all’Opera Nazionale Combattenti e, dal 1948, con il passaggio di proprietà al Consorzio di Bonifica del Bacino inferiore del Volturno, il Real Sito è stato interessato da un tentativo di ripristino che purtroppo si è arrestato a causa delle sopraggiunte difficoltà economiche dell’Ente. Negli anni, il complesso è passato attraverso vicende alterne e a partire dal 2004, con l’auspicato ‘vincolo’- dapprima limitato al solo edificio monumentale, ampliato poi all’area paesaggistica circostante – è iniziato il processo di rivalorizzazione, sia grazie alla passione dei movimenti civici, che all’impegno del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, che lo ha acquistato nel 2014. A partire da queste premesse nel febbraio del 2016 il MiBACT, la Regione Campania e il Comune di San Tammaro hanno costituto la Fondazione Real Sito di Carditello. La Fondazione, presieduta da Luigi Nicolais, si occupa di restituire questo splendido monumento intriso di storia a una completa fruizione pubblica.

 

Informazioni sullo stato della conservazione

Dopo anni di abbandono e di atti di vandalismo, il Real Sito di Carditello è stato affidato alla Fondazione Real Sito di Carditello che si occupa della gestione delle attività. 

In seguito agli interventi di tutela, valorizzazione e messa in rete del patrimonio culturale e immateriale, finanziati con i fondi POIN - Attrattori Culturali, naturali e turismo 2007 - 2013, realizzati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento, il Ministero ha destinato ulteriori fondi PON 2014-2020 per interventi di natura strutturale che impegneranno il Real Sito nei prossimi mesi.
Ulteriori risorse sono stanziate per consentire una reale rifunzionalizzazione degli ambienti e la loro destinazione d’uso, oltre alla realizzazione di considerevoli interventi che riguarderanno le aree verdi di pertinenza del Sito.

 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il Real Sito è aperto tutte le domeniche dalle 10 alle 18.30, con visite didattiche alla palazzina centrale, e in occasione di eventi, spettacoli e manifestazioni programmate dalla Fondazione.

 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 45.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L'intervento prevede il ripristino dei quattro orologi solari di pertinenza del complesso monumentale, la cui leggibilità complessiva è stata compromessa nel corso del tempo. 

Le meridiane rappresentano un dispositivo tecnologico di ampio impiego, utilizzato per scandire i diversi momenti della giornata lavorativa e dei periodi dell’anno. La particolarità delle quattro meridiane posizionate sulle torri del complesso monumentale, risiede nella loro posizione sopraelevata rispetto alla quota della cinta muraria, progettate per fornire uno strumento di misurazione del tempo utile alla popolazione circostante. La presenza di orologi solari così disposti ribadisce il grande valore che i Borbone attribuivano al lavoro dei contadini e allevatori e al ruolo che le residenze periferiche avevano nella struttura della rete dei siti borbonici in quanto segno della presenza capillare della monarchia sul territorio.

Tali elementi, di rilevanza scientifica e storico-artistica, rappresentano un notevole documento della società del tardo Settecento.