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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Dipinto ad olio su tela raffigurante la Crocifissione con Vergine, Maddalena e San Giovanni. Sec. XVII proveniente dalla Chiesa di San Francesco di Montegiorgio. Misure: cm 260 x 120.

La scena, in primo piano, raffigura al centro Gesù crocifisso con ai piedi della croce la Vergine Maria, la Maddalena e San Giovanni Battista. Sullo sfondo si intravede una città che sembra essere Gerusalemme. Andrea Emiliani suggerì che questa tela fosse da attribuire al pittore pesarese Nicolò Martinelli detto il Trometta. Di questo artista sappiamo che lavorò soprattutto a Roma e i suoi maggiori committenti furono i francescani e, tornato poi a Pesaro, entrò in contatto con i lavori del Barocci, rimanendone affascinato. Similitudini con la nostra tela si possono notare nella Trinità venerata dalle sante Elisabetta d’Ungheria, Margherita da Cortona e Francesca romana della chiesa di San Francesco a Pesaro, dove si osservano le accese cromie delle vesti che spiccano dalle tonalità grigio-brune della cupa e drammatica atmosfera della scena.

Secondo il parere di Francesca Coltrinari, docente di Storia dell’arte moderna presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dei Beni culturali e del Turismo dell’Università di Macerata, il dipinto è invece quasi sicuramente da attribuire a Domenico Malpiedi da San Ginesio. Attivo soprattutto in patria, dalla quale si allontanò sporadicamente, lavorò anche in centri limitrofi. La sua formazione viene fatta risalire alla scuola del Barocci, ma ebbe anche contatti con la maniera degli Zuccari e con la pittura controriformata della capitale. Notevoli similitudini con il nostro quadro, si possono riscontrare negli accesi cromatismi delle vesti dei dipinti di sicura attribuzione al pittore ginesino e nella pala d’altare con la Madonna di Loreto tra angeli musicanti della cappella della Vergine lauretana nella collegiata di San Ginesio. Qui infatti si può notare che l’angelo musicante in basso a destra, ha un profilo molto simile a quello del San Giovanni Battista della Crocifissione di Montegiorgio, dato da un mento sfuggente e da un naso piuttosto lungo. La tela venne sottoposta a restauro conservativo nel 1993 ad opera di Gianfranco Pasquali di Macerata, al quale si presentava senza telaio, con molte cadute di colore e con fori di diverse dimensioni sparsi per tutta la tela.

Informazioni sullo stato della conservazione

Supporto ligneo

non originale, espandibile, in buono stato conservativo.

Tela

in lino a tramatura media; presenza di una rintelatura piuttosto recente. Si rilevano delle lacerazioni tuttavia risarcite in seguito alla foderatura del dipinto.

Preparazione e colore

L’adesione degli strati pittorici al supporto, in seguito al recente intervento di restauro conservativo, appare buona; non si evidenziano sollevamenti della pellicola pittorica tuttavia si notano numerose lacune alcune delle quali di media estensione concentrate soprattutto nei comparti superiore ed inferiore del dipinto, sul cielo, su petto e coscia destra del Cristo, sul manto della Vergine, su collo e mano sinistra del Battista. Inoltre si rileva una estesa zona lacunosa in corrispondenza dell’asse orizzontale della croce. La cromia del dipinto appare offuscata e poco leggibile a causa delle numerose sostanze anomale che gravano su di esso: nero-fumo, polvere, vecchie vernici ossidate, limitati interventi estetici.

Restauri precedenti

Il dipinto presenta un precedente intervento di restauro conservativo consistito in rintelatura e sostituzione del telaio ligneo.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il dipinto restaurato verrà esposto a Palazzo Passari con orario di visita 10,00 - 13,00

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 4.573,17 €

 slide
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DESCRIZIONE INTERVENTO

Consolidamento preparazione e colore

se necessario, mediante applicazione di apposita resina acrilica tipo plexisol opportunamente diluita;

Pulitura

Pulitura selettiva della superficie pittorica e rimozione delle sostanze incoerenti quali: polveri grasse, vernici ossidate, interventi pittorici deteriorati e/o ridipinture, allo scopo di uniformare la cromia del dipinto.Tale operazione sarà effettuata mediante tamponi di cotone idrofilo imbevuti di miscele solventi con scelta, concentrazione e tempi di applicazione da valutare a seconda della tenacità del sudicio e del grado di pulitura da ottenere avendo cura di preservare la patina originale del dipinto;

Stuccatura delle lacune

Integrazione delle lacune mediante malta ottenuta con gesso di Bologna e colla di coniglio, rasatura a livello ed imitazione della superficie circostante;

Integrazione pittorica

  • velatura ad acquerello delle zone abrase;
  • mimetico (base a tempera o acquerello e successivo ritocco con colori a vernice) sulle lacune di minor estensione;
  • selezione cromatica ad acquerello e successivo ritocco con colori a vernice, sulle lacune di maggior estensione, ricostruibili;
  • neutro ad acquerello sulle grandi zone lacunose;

al fine di restituire unità di lettura cromatica all’opera, tenendo conto delle indicazioni della D.L.

Verniciatura finale

Verniciatura della superficie pittorica a pennello durante l'operazione di restauro pittorico, e successivamente per nebulizzazione, come protezione finale del dipinto.

 


NOTE Intervento archiviato