DESCRIZIONE INTERVENTO
Oltre alle opere scultoree, il patrimonio conservato a Possagno comprende anche numerose opere pittoriche realizzate dallo stesso Canova nel corso della sua carriera e da lui considerate come un ozio, un diletto personale. Ciononostante, il livello artistico di tali capolavori è davvero alto
Mai fino a questo momento erano state effettuate delle indagini così approfondite su un dipinto canoviano della collezione di Possagno, e difatti, l’esame radiografico ha rivelato l’esistenza di un secondo dipinto sottostante, raffigurante due volti, non visibili ad occhio nudo. Le analisi chimiche dei campioni stratigrafici hanno, inoltre, rilevato che l’Artista utilizzava miscele di pigmenti molto complesse, inserendo sia materiali utilizzati nei secoli a lui precedenti e inusuali all’epoca sua contemporanea, sia pigmenti scoperti ad inizio Settecento.
L’Autoritratto come scultore venne realizzato da Canova durante il suo soggiorno a Possagno avvenuto negli ultimi due anni del Settecento, periodo in cui decise di allontanarsi da Roma in quanto la capitale stava subendo l’invasione delle truppe napoleoniche. In questo dipinto ad olio su tela, l’Artista si auto-raffigura a mezzo busto, mentre impugna i ferri del mestiere, quali il mazzuolo e lo scalpello. Alla sua destra vi posiziona una testa ideale, opera che tradusse in marmo qualche anno più tardi. La sua figura si staglia su uno sfondo scuro, i suoi occhi guardano dritto in faccia lo spettatore e la sua bocca è leggermente socchiusa: Canova in questo autoritratto si mostra totalmente al naturale, non nascondendo l’inizio della calvizie; si mostra esattamente così com’è, uno scultore, identificandosi con la sua arte. L’opera riporta anche la firma e la data autografe: “A. Canova si dipinse 1799”.
“Mai fino a questo momento erano state effettuate delle indagini così approfondite su un dipinto canoviano della collezione di Possagno, e difatti, l’esame radiografico ha rivelato l’esistenza di un secondo dipinto sottostante, raffigurante due volti.”
La scoperta rilevata durante il restauro fa dedurre che Canova possa aver utilizzato una tela di seconda mano in quanto a Possagno in quell’epoca era molto difficile reperire delle tele inutilizzate. Smontando la tela dalla sua cornice si è scoperto che dieci centimetri di lembo erano stati ripiegati e fermati nel telaio, per questo normalmente non sono visibili agli osservatori; di tale porzione di tela non è giunta a noi nessun tipo di documentazione. La superficie pittorica presentava una vernice molto offuscata che alterava la cromia originale del dipinto, mentre alcune aree erano state nel tempo ridipinte. L’intervento di restauro è iniziato proprio da una fase di pulizia e di diagnostica che ha permesso di comprendere con esattezza come intervenire sull’opera. Difatti, la dott.ssa Zonta ha proceduto con la deacidificazione della tela, il ripristino delle lacune e la finitura con colori a vernice. Il restauro è terminato con il riassemblamento della tela con la sua cornice originale, la quale al contempo è stata pulita e ridipinta nelle zone lacunose.
DESTINAZIONE EROGAZIONI RESIDUE
Totale residuo: 412€, che sono stati impiegati per la manutenzione e la conservazione del patrimonio - di proprietà pubblica - del Museo Gypsotheca Antonio Canova.
NOTE Intervento archiviato