Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Dalle indagini svolte presso l’Archivio di Stato di Varese, non è stato possibile individuare nei catasti Teresiano e Lombardo-Veneto costruzioni insistenti sull’area interessata oggi dall’edificio in oggetto. Una traccia storica reperita, è rappresentata dalla pubblicazione presso la Biblioteca Civica Luigi Maino di Gallarate, “L’istruzione popolare a Gallarate” redatta dall’allora Direttore Didattico D.Bettinelli negli a.s. 1906/07 e 1907/18, che così descrive l’immobile in oggetto:
“…Primo per eleganza ed imponenza è senza dubbio l’edificio scolastico di Via Umberto I (ora Via Bottini ndr). Posto a mezzogiorno della città, sulla ridente riva sinistra del torrente Arno che bagna Gallarate.
Ville e giardini fronteggiano e circondano l’edificio; copiose piantagioni e sempre verdi armonizzano colla eleganza dello stile del palazzo; (..) Due lunghi e ampi corridoi in forma di galleria, uno a pian terreno l’altro al piano superiore con grandi finestre, danno accesso alle aule che sono tredici (...)”.
A fronte di tali dati, la datazione del bene può collocarsi tra l’ultimo decennio del 1800 e i primissimi anni del 1900.
A rimarcare l’importanza dell’edificio nella “memoria storica” della popolazione gallaratese, si segnala la presenza di targhe commemorative poste sopra gli ingressi delle aule, riportanti nomi dei cittadini caduti della prima guerra mondiale.
I caratteri stilistici ripercorrono gli stilemi dell’architettura neoclassica ottocentesca: pianta ben definita in una figura semplice e geometrica, la C, rigorosa simmetria riscontrabile sia in orizzontale che negli alzati, composizione volumetrica che privilegia lo sviluppo orizzontale con i grandi corridoi distributivi su entrambi i piani, una linea sobria e rigorosa; caratteri tutti che risentono decisamente dell’influenza architettonica in auge a cavallo tra ‘800 e ‘900 e ben presente sul territorio lombardo con la presenza del Piermarini e del suo allievo Pollack.
La composizione è basata su una assoluta simmetria, le facciate sono architettonicamente scomposte in maniera elegante delineando il piano terreno con intonaco lavorato a conci separandolo visivamente dal piano primo lavorato a decori geometrici ripetuti. I marcapiani, le cornici e le gronde ben abbracciano e mettono in evidenza il rigore del disegno compositivo così come gli angoli dell’edificio da terra a gronda con intonaco sempre lavorato a conci. A far risaltare il fronte principale, i serramenti sono di dimensioni importanti con sviluppo ad arco in entrambi i piani, mentre sui prospetti laterali, a rimarcarne la diversità, i serramenti a piano terra sono di forma semicircolare, mentre quelli a piano primo sono a forma rettangolare. La gamma cromatica ad oggi ancora leggibile si mantiene sui colori neutri, sottolineando ancora una volta i registri delle facciate. L’ingresso principale è stato rimarcato con una pensilina di graziosa fattura su struttura in ferro decorato e copertura in lastre di vetro opalino retinato.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’edificio di proprietà pubblica è stato dismesso e risulta in stato di abbandono da più di 10 anni. In questo periodo è stato oggetto di numerosi e ripetuti episodi di occupazione durante i quali gli occupanti non si sono fatti scrupolo di compiere importanti atti vandalici che hanno di fatto decretato il degrado generale degli ambienti interni ed esterni. Né d’altra parte, l’Amministrazione Comunale ha potuto curare in modo particolare la manutenzione del bene ma si è dovuta limitare ad una sorveglianza e ad una messa in sicurezza degli elementi più pericolosi
Di fatto ad oggi questa storica ed importante presenza costituisce una “ferita” all’interno del territorio comunale soprattutto in riferimento al rispetto delle caratteristiche paesaggistiche del sito e una “offesa” alla memoria collettiva che sempre ha guardato questa istituzione come presenza culturale e luogo di formazione delle generazioni future.
La struttura dell’edificio costituita da muratura in mattoni e soli misti (putrelle e tavelloni o laterocemento) è in genere in buono stato di conservazione anche se saranno necessari gli opportuni miglioramenti ai fini della verifica di vulnerabilità sismica, la copertura in tegole marsigliesi su struttura lignea, è in sufficiente stato di conservazione necessitando di una ben fatta ricorsa; la lattoneria è in cattivo stato di conservazione.
Il grado di conservazione degli intonaci esterni è sufficiente presentando in alcuni punti fenomeni di efflorescenze e decoesioni e più diffusamente un degrado dovuto a patina biologica; il problema più importante è quello costituito dagli interventi vandalici di cui si è detto che hanno deturpato gli intonaci sulla quasi totalità dei fronti, fino ad un’altezza di circa 2 metri.
Il grado di conservazione dei serramenti è pessimo non solo per il naturale degrado del materiale dovuto al trascorrere del tempo, soprattutto sui serramenti in legno e sulle persiane che non sono più movimentabili, ma anche per gli interventi vandalici che hanno provveduto ad infrangere buona parte delle vetrature e a scardinare porte e finestre.
Il grado di conservazione delle parti interne è perlopiù sufficiente nelle parti murarie (presenti alcune zone di degrado dovute a localizzate percolazioni da perdite impiantistiche e al piano primo localizzati danneggiamenti dati da infiltrazioni d’acqua dalla copertura (lato sud-est). Gli infissi interni per sufficienti non risultano più adeguati alla normativa di settore. Gli strati di finitura superficiale interna presentano quasi ovunque fenomeni di esfogliazione (anche per l’impiego di prodotti non traspiranti).
Anche all’interno gli interventi vandalici hanno deteriorato murature, serramenti, servizi igienici.
Gli impianti, elettrici, idrico sanitari e climatizzazione, sono assolutamente obsoleti e non rispondono più alla normativa vigente.
Le aree esterne all’edificio, piazzale esterno, cortile interno e area a verde, sono in cattivo stato di conservazione.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il concessionario svolge da tempo, quale ente gestore dell’Istituto Sacro Cuore sito in Via Bonomi n. 4, una importante attività culturale e di formazione. Costituito all’inizio del 2000, ha rilevato l’attività dalle Madri Canossiane, con l’intento di garantire alla città una continuità nell’offerta formativa di ispirazione cattolica. Attualmente, è il principale istituto paritario di Gallarate e dintorni ed offre istruzione di tutti gli ordini e gradi. Oltre a ciò, la Cooperativa svolge numerose attività culturali che comprendono la promozione di convegni, mostre e incontri culturali che si sono succeduti nel corso degli anni, oltre ad attività di "doposcuola" rivolto agli studenti della primaria e della secondaria, come aiuto pomeridiano allo studio e aiuto ai genitori che, principalmente per ragioni lavorative, hanno necessità di sostegno nella cura dei figli dopo l'orario scolastico. Infine, di recente si sono avviate attività di “Promozione dell’attività sportive” avvalendosi anche degli spazi messi a disposizione dal confinante “Centro della Gioventù” di proprietà parrocchiale e di “Promozione culturale e Scuola di musica - Pentagramma al centro".
Ad oggi, la sede storica presso cui viene svolta l’attività, in Via Bonomi n. 4, non è più sufficiente ad accogliere tutte le proposte e le richieste di iscrizione: a tal fine la Cooperativa ha aderito alle proposte dell’Amministrazione Comunale individuando l’immobile di Via Bottini quale concreta possibilità di ampliare la propria offerta formativa e culturale utilizzando gli ambienti sia per le attività didattiche ed educative, sia per attività culturali, ludiche e sportive. La partecipazione ai bandi comunali ha portato alla sottoscrizione del contratto per concessione venticinquennale a favore della Società Cooperativa “Don Francesco Ricci” ente onlus che risulta pertanto ad oggi il gestore del bene pubblico: ciò porterà alla rinascita dell’edificio storico di Via Bottini e alla sua completa fruizione.
L’intervento, eseguito secondo le modalità stabilite ed approvate dalla competente Soprintendenza ai Beni Culturali della provincia di Varese, sarà rispettoso dell’esistente, mantenendone i caratteri stilistici, ed adeguandoli alle mutate esigenze di utilizzo.
Il progetto si pone come obbiettivo quello di risanare il complesso riordinando le parti esterne e visibili da aree pubbliche, restituire una dignità all’immobile curandone le “ferite” e rimettendolo in rapporto con la città nel rispetto della sua valenza monumentale e paesaggistica, consentendone una fruibilità continua e quotidiana, quale condizione per la corretta manutenzione nel tempo.
Il bene sarà aperto al pubblico per lo svolgimento delle normali attività scolastiche e in orari da stabilire per lo svolgimento di attività culturali, ludiche e sportive rivolte anche alla cittadinanza, alcune delle quali realizzate in collaborazione con l’ente comunale proprietario del bene stesso per eventi pubblici e attività a finalità sociale.