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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L'area "dell'Olmo" rappresenta un luogo ricco di storia e testimonianze archeologiche risalenti all'Ateste romana. In epoca romana detta area ha avuto un ruolo cardine nel definire il disegno della urbs. Gli stessi scavi archeologici eseguiti durante le campagne di scavo negli anni 1975-1980, durante cui sono emerse le tracce dei principali assi ordinatori della città romana (il cardo minore ed il decumanus massimo, nonché i resti dell’imponente portico che definiva il foro dell’antica città) identificano l’area come un luogo centrale nella costruzione della res pubblica. Inoltre, sulla stessa area, durante le campagne di scavo e stato rinvenuto un edificio con 16 vani, pavimentato in tessellato nero, riconoscibile come un atrio; la maggior parte delle pavimentazioni corrisponde a quelle tradizionalmente chiamate in opus signinum. Per tale motivo il complesso è conosciuto con il nome di domus dei signini. La sua importanza risiede soprattutto nel fatto che la datazione dei pavimenti in cementizio è attribuibile alla metà del I secolo a. C.: si tratta quindi di una delle più antiche case di Este.

INTERVENTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE: L’obiettivo cardine del progetto è di ricostruire e coltivare una nuova trama socio-architettonica che sia in grado di stabilire relazioni (fisiche, funzionali, percettive, semantiche ed ecologiche) tra le strutture archeologiche, i percorsi di visita, il sistema vegetale ed il contesto urbano circostante dell’area dell’Olmo. I tessuti che compongono questo spazio sono diversi: in parte estesi arealmente e in parte lineari, devono essere tenuti insieme da interventi che rendano conto della loro specificità, ma allo stesso tempo mantengano un’omogeneità volta a donare un’identità coesa all’area di intervento. Si vuole quindi sviluppare una narrazione immersiva della memoria storica e culturale di questo luogo, attraverso interventi che limitino la costruzione di muri a favore invece di linee di tensione in grado di orientare i flussi di percorrenza; ossia, la progettazione di luoghi “camminabili”, esperibili e con cui sia effettivamente possibile costruire relazioni di cura e partecipazione. Se da un lato è dunque necessario che vengano valorizzate tutte le stratificazioni che l’area dell’Olmo ha subìto e a cui ha partecipato nel tempo, dall’altro, perché l’area possa essere utilizzata dalla comunità, è importante che l’organizzazione spaziale preveda ambiti sufficientemente diversificati da renderla effettivamente fruibile.

Informazioni sullo stato della conservazione

Attualmente l’area rappresenta un grande vuoto urbano, in un contesto di urbanizzazione consolidata, al margine sud-ovest del perimetro del centro storico e pertanto esclusa anche dai percorsi più frequentati che gravitano su Piazza Maggiore e sugli spazi pubblici ad essa limitrofi.

Oltre alla sua posizione, un altro fattore esclude quest’area dalla vita della città: recintata su tutti i lati confinata tra due spazi riservati alle auto, è inaccessibile alla cittadinanza. All’ampia area verde viene pertanto delegato un ruolo residuale, dove si è evoluto quasi un “terzo paesaggio”: luogo abbandonato, luogo di indecisione, la cui vegetazione cresce spontaneamente in assenza di un pensiero che coinvolga attivamente natura e comunità.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Attualmente l'area è chiusa al pubblico e verrà riaperta in modo continuativo dopo l'intervento di riqualificazione e valorizzazione in progetto la cui esecuzione avverrà nel periodo 2025-2027.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 300.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L’obiettivo del progetto consiste nella valorizzazione dell’area verde sottoposta a vincolo archeologico dell’Olmo (uno dei 5 siti soggetti a vincolo archeologico nel territorio del Comune di Este), tramite la relazione tra le evidenze archeologiche, risalenti all’Ateste romana, presenti nel sottosuolo e le scelte progettuali.

L’idea di progetto si sviluppa seguendo due principali indirizzi: coniugare il progetto con l’archeologia e rendere accessibile (fisicamente e culturalmente) il luogo alla città.

A partire dagli assi ordinatori, decumanus e cardo, realizzazione di percorsi tattilo-plantari con utilizzo di pavimentazioni permeabili, reversibili. Non avendo prontezza e conoscenza dello stato di conservazione della basolata (zona indicata per i possibili futuri scavi didattici) vengono proposti due possibili scenari: mantenere a vista parte del decumanus, oppure ricoprirlo con terreno. Inoltre, il sistema di percorrenza interna all’area è totalmente accessibile e priva di barriere architettoniche. Per assicurare anche la piena accessibilità culturale degli spazi, che vengono percorsi da tutte le tipologie di utenti, sono previsti dei dispositivi informativi atti alla traduzione e comunicazione della profondità culturale del luogo. Permettendo la conoscenza di tutte le stratificazioni storiche che hanno connotato e cambiato l’area.

Creazione di un sistema di aree verdi coerente con gli ambiti individuati: viene ripresa la direzione degli antichi broli per generare un giardino composto da fasce di tappezzanti al cui interno si inseriscono le stanze archeologiche; il decumanus viene messo in evidenza da una struttura arbustiva posta sul dislivello creatosi dallo scavo, che da un lato sottolinea la linearità del percorso storico e dall’altro ne limita l’accesso visto il possibile utilizzo come area di scavi; infine, il margine sud-est dell’area di progetto è interessato da una modulazione del terreno in forma di collinetta ospitante delle alberature di terza grandezza, la scelta di rialzare il terreno ed utilizzare specie con apparato radicale non profondo assicura la conservazione dei resti archeologici ipogei.La combinazione di ambiti di micropaesaggi con tipologie di specie differenti assicurerà una diversità biologica ed un esponenziale incremento della biodiversità, considerando che in questo momento l’area è interessata da un prato pressoché monospecifico. La fruizione dell’area è facilitata ed agevolata dalla fornitura di un chiosco con bar, servizi igienici ed area ristoro, in diretta relazione con alcuni orti didattici inclusivi. La struttura del chiosco, come tutti gli arredi presenti nell’area di progetto, sono pensati con strutture a secco, reversibili in legno e acciaio. Inserimento di uno spazio, in corrispondenza dell’antico porticus, per rappresentazioni teatrali e stanze per la didattica a cielo aperto, attraverso la sistemazione di una gradonata in legno ed un palco.