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Attività principali dell'istituzione

La Fondazione Paolo Grassi è ente partecipato dalla Regione Puglia sorta nel 1994 con l’adesione della Provincia di Taranto, del Comune di Martina Franca, del Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” e del Comune di Cisternino. S’ispira e prende il nome da Paolo Grassi, illustre cittadino di origini martinesi che si è distinto come uno tra i maggiori esponenti della cultura italiana del XX secolo.

Sede della Fondazione è l’ex Convento di San Domenico, immobile d’inestimabile valore storico-artistico, integralmente recuperato e attrezzato, in cui vi è anche la preziosa Bibliomediateca Paolo Grassi specializzata in musica, teatro e spettacolo, sorta attorno al patrimonio bibliografico personale di Paolo Grassi, a cui si sono aggiunte nel tempo ulteriori acquisizioni di importanti fondi archivistici, bibliografici e multimediali.

Ispirandosi alla lezione di Paolo Grassi, la Fondazione di Martina Franca opera per favorire la massima diffusione della cultura teatrale e musicale e per sostenere la ricerca nel campo delle arti dello spettacolo, promuovendo un approccio di costante dialogo tra innovazione e tradizione. Tra le priorità della Fondazione vi è l’impegno a sostenere l’organizzazione annuale del Festival della Valle d’Itria. Dal 2017 la Fondazione Paolo Grassi è inoltre ente di formazione accreditato dalla Regione Puglia, abilitato all’organizzazione di corsi di formazione professionale nel settore spettacolo e pone un’attenzione specifica per corsi di alto perfezionamento destinati a giovani cantanti lirici e maestri collaboratori. Dal 2010 all’interno della Fondazione è stata istituita l’Accademia del Belcanto Rodolfo Celletti”, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso il FUS e riconosciuta “Scuola di eccellenza nazionale operante nell’ambito dell’altissima formazione musicale” dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del MIBAC.

Sempre in direzione dell’alto perfezionamento musicale la Fondazione organizza una masterclass internazionale dedicata a Gioconda De Vito per studenti ad arco e musica da camera e corsi intensivi per musicisti strumentisti interessati all'approfondimento tecnico e interpretativo del repertorio di musica antica.

Per i più piccoli vengono invece organizzati corsi di strumento, propedeutica musicale e canto corale all’interno della scuola di musica della Fondazione Paolo Grassi. Per quanto riguarda invece la formazione del pubblico e le strategie di audience development, la Fondazione ha creato dal 2008 l'"Accademia dello Spettatore"

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 50.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, una delle più antiche manifestazioni estive dedicate all’opera e alla musica vocale, la prima del Mezzogiorno, taglia il traguardo delle 50 edizioni rivendicando l’orgoglio della propria storia e riaffermando il proprio ruolo nel panorama italiano e internazionale quale sede ideale per la declinazione, in chiave originale e moderna, di quel segmento e stilema decisivo del canto lirico italiano che è il Belcanto.

Forte di una storia che ha visto il Festival produrre quasi 200 titoli, molti dei quali riscoperti in tempi moderni ovvero riproposti secondo la prassi esecutiva più aggiornata e più idonea a restituirne i valori musicali e drammaturgici, l’edizione di quest’anno non teme di ripercorrere la grande storia del Belcanto dall’epoca d’oro del grande periodo barocco, alla cui estetica meravigliosa rimane indissolubilmente legato, fino al Novecento fiabesco e consapevole del carattere “cantante” del teatro musicale italiano.

Lo sguardo alla propria storia fa del programma del Festival del Cinquantennale uno strumento fondamentale per comprendere come ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, conservino profonda vitalità e necessità le intuizioni che contribuirono alla istituzione di un festival unico nel panorama internazionale (poi imitato da tanti) e che ne consentirono l’affermazione e la riconoscibilità per la qualità e il senso delle riproposte, per l’attenzione alla prassi esecutiva e per lo spazio riservato all’affermazione di giovani interpreti, poi protagonisti sui palcoscenici di tutto il mondo.

Si spiegano anzitutto così le scelte delle tre pietre miliari della programmazione di questa edizione, ossia i tre titoli d’opera cui è stato affidato di declinare un intero arco storico, estetico e produttivo, dall’epoca aurea del belcanto barocco (Ariodante, capolavoro assoluto, sulle pagine dell’Orlando Furioso che ha contribuito all’affermazione internazionale del belcanto italiano, mediato dal genio di Händel), al teatro musicale che reinterpreta e aggiorna la tradizione (Aladino e la lampada magica, opera somma, seppure di rarissima esecuzione, di un mago della composizione musicale del’900 quale Nino Rota), toccando il culmine con il grande titolo del melodramma protoromantico che nel 1977 accese finalmente le luci della ribalta internazionale sul giovane festival del sud (Norma, nella versione per due soprani, sicuramente più vicina alla lettera e allo spirito della drammaturgia voluti da Bellini che immaginava il confronto fra una protagonista pienamente donna e una poco più che adolescente apprendista sacerdotessa).

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 10.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La proposta progettuale in oggetto, per la varietà dei contenuti (che spaziano dagli spettacoli del Festival della Valle d’Itria concentrati nel periodo estivo, alle attività di formazione del pubblico e di giovani musicisti dipanate tra l’autunno e la primavera) e la capacità di coprire 365 giorni all’anno, è di per sé volta alla promozione e valorizzazione permanente del territorio regionale. Dalla sua istituzione nel 1994 ad oggi la Fondazione Paolo Grassi ha creato un vero e proprio Sistema Culturale, a partire e dall’integrazione con il Festival della Valle d’Itria, nato un ventennio prima (nel 1975): un sistema diversificato di attività e risorse accomunate dal perseguimento dell’obiettivo di lavorare per la diffusione della cultura teatrale e musicale, favorendo principalmente le relazioni tra il territorio e il contesto nazionale ed internazionale. In continuità con l’attività svolta negli anni passati, il progetto 2022 prevede, oltre al proseguimento e allo sviluppo del Festival della Valle d’Itria, una serie di percorsi formativi differenziati in base all’utenza, tra loro connessi dall’esperienza comune di un confronto diretto con i saperi dello spettacolo. Il programma è composto da numerosi laboratori, workshop, seminari e convegni pensati per il pubblico di ogni età e da attività di studio, ricerca e diffusione della cultura teatrale e musicale. L’obiettivo è quello di realizzare attraverso l’intero progetto un’esperienza di cultura teatrale e musicale a tutto tondo, con l’acquisizione di conoscenze specifiche mediante modalità pratiche di trasmissione del sapere.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 50.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Un festival straordinario in un anno straordinario: diciotto programmi intorno al mito d’Arianna

Mentre la comunità dei festival estivi di tutta Europa vive settimane di ansia e speranza e i più hanno già comunicato l’annullamento delle attività previste per il 2020, il Festival della Valle d’Itria reagisce alla situazione che il mondo intero sta vivendo (e che quello della musica e del teatro sta subendo in misura preoccupante, tra panico, confusione, rassegnazione e velleitarietà…) e ripensa completamente il proprio cartellone, nella convinzione di dover – e poter costruire – una valida alternativa al silenzio.

 D’accordo con il direttore musicale Fabio Luisi, si propone quindi una programmazione totalmente alternativa, che tiene conto delle stringenti limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria e che al tempo stesso scommette sulle potenzialità della musica, del teatro e della bellezza e non rinuncia a esprimere contenuti di innegabile valore artistico e culturale. Un messaggio di vitalità e coraggio, che si esprime in un programma di proposte inedite e grandi artisti di fama internazionale, in molti casi al loro debutto a Martina Franca; un cartellone che punta – ancora con più decisione che in passato – sul connubio stretto con i valori del territorio, architettonici e paesaggistici, perché il conforto della bellezza possa arrivare al pubblico – fisicamente presente, anche se in numero limitato o anche solo collegato in streaming – con ancora maggiore evidenza.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 250.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

45º Festival della Valle d'Itria

Albori e bagliori, Napoli e l'Europa: il secolo d'oro

Da Leonardo Vinci a Nicola Manfroce, passando per Porpora e Cimarosa: la 45ma edizione del Festival della Valle d’Itria attraversa il secolo d’oro della scuola napoletana, da sempre terreno privilegiato dei percorsi di ricerca e riscoperta del festival di Martina Franca. Ma anche Saverio Mercadante e Jacques Offenbach, nel bicentenario della nascita; il tutto nel segno di Paolo Grassi, illustre tra i padri fondatori del Festival, a un secolo dalla nascita.

Si racconta che a chi gli chiedeva quale fosse il segreto della sua musica, così espressiva e coinvolgente, Domenico Cimarosa, uno dei numi dell’opera napoletana dell’ultimo quarto del diciottesimo secolo, indicandosi platealmente con una mano il cuore, rispondesse in napoletano verace: «È ’nnicessario chistu’ ’ccà!». Parafrasando l'episodio colorito e significativo, Paolo Isotta riassunse in una efficace sintesi il carattere distintivo delle composizioni della grande scuola napoletana: "una straripante invenzione melodica". Non a caso citiamo l'illustre studioso, che utilizzò tale espressione riferendosi a uno dei grandi capolavori del patrimonio musicale che di quella scuola ha segnato una pietra miliare e al tempo stesso troppo poco nota: l'Ecuba di Nicola Manfroce, lavoro che in piena bufera napoleonica guarda alla tragédie lyrique d’oltralpe come può farlo l’imprevedibile fioritura di una lussureggiante serra mediterranea: con la sfacciata genialità di un ventiduenne, folgorante fenomeno di mutazione genetica all’interno della secolare tradizione musicale napoletana.

Cimarosa e Manfroce sono i compositori cui la 45ma edizione del Festival della Valle d'Itria dedica le due principali produzioni di Palazzo Ducale. 

Dopo i quattro anni trascorsi a San Pietroburgo presso la corte di Caterina II, di ritorno verso Napoli, Domenico Cimarosa fece tappa a Vienna, dove andò in scena al Burgtheater, il 7 febbraio 1792, Il matrimonio segreto, cogliendo subito il successo che da allora gli ha ininterrottamente garantito un posto privilegiato nella storia dell'opera, più che nel repertorio regolarmente frequentato dai teatri di oggi, come peraltro meriterebbe ampiamente.

Il calabrese di Palmi Nicola Manfroce è un compositore poco conosciuto, anche tra gli appassionati di opera, ma la sua importanza nella storia dell’opera e i valori espressi dalla sua musica sono ben superiori alla fama. Rossini stesso ebbe a riconoscere che se Manfroce, scomparso a soli ventidue anni, avesse avuto il tempo per esprimersi compiutamente


NOTE Intervento archiviato