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Attività principali dell'istituzione

Il complesso monumentale di Villa Mondragone, circondato da un parco di 18 ettari e situato in posizione panoramica verso Roma, si inserisce nel “sistema delle Ville Tuscolane”, la cui area si estende tra il Comune di Frascati ed il Comune di Monte Porzio Catone (in cui la Villa ricade).

La villa moderna sorse sulle spoglie di una villa romana del II secolo d.C., associata ai nomi di due consoli romani dell’anno 151 d.C., Condiano e Massimo, esponenti dell’antica gens dei Quintili. Il primo imponente nucleo della villa, detto il Casino segreto, fu fatto edificare dal cardinale di origine austriaca Marco Sittico Altemps a partire dal 1573, su progetto di Martino Longhi il Vecchio. Nel 1579 il cardinale fece costruire, a circa cento metri di distanza dal Casino, il palazzetto della Retirata, da destinare al figlio Roberto. La principale finalità della villa era quella di ospitare, in particolare nel periodo estivo, Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni (papa dal 1572 al 1585), il cui stemma araldico era caratterizzato dalla presenza di un drago alato, da cui la denominazione della villa: Mondragone. Fu proprio a Villa Mondragone che papa Gregorio XIII promulgò la celebre bolla papale Inter gravissimas, con cui si diede avvio alla riforma del calendario gregoriano ancora oggi in uso.

Nel 1613 Villa Mondragone fu acquistata dal cardinale Scipione Caffarelli Borghese, con il quale l’intero complesso subì lavori di ampliamento e trasformazione, che culminarono negli anni tra il 1618 ed il 1621 e videro la preminenza, tra i talentuosi artisti ed architetti che li progettarono, dell’olandese Jan van Santen, noto come Giovanni Vasanzio. In questi anni, Scipione Borghese fece costruire, nel Giardino della Girandola, un celebre portico antistante un grande e scenografico ninfeo, il Teatro delle acque, oltre ad un edificio stretto e lungo, che collegava il Casino con il palazzetto della Retirata, al fine di ospitare la sua prestigiosa collezione di dipinti, da cui il nome “Galleria dei dipinti”.

La villa rimase di proprietà della famiglia Borghese fino al 1896, anno in cui fu venduta alla Compagnia di Gesù, che già dal 1865 l’aveva avuta in comodato dagli stessi Borghese per farne la sede di un celebre collegio, chiamato Nobile Collegio Mondragone e destinato alla formazione dei figli della nobiltà e dell’alta borghesia italiana, che cessò le sue attività nel 1953.

Infine la struttura ed il parco circostante furono ceduti, da parte dei Gesuiti, alla neonata Università degli Studi di Roma Tor Vergata nel 1981, che ne fece la sua sede di rappresentanza. Tale scelta fu dettata dalla volontà dei Padri Gesuiti di permettere il proseguimento della missione culturale, scientifica e pedagogica che da sempre ha caratterizzato la Villa.

La Villa è attualmente adibita ad attività espositive e divulgative, mostre, visite guidate, congressi di carattere scientifico ed eventi culturali per Università, Enti di Ricerca ed Aziende. Contatti al sito www.villamondragone.it

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 40.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

L'organizzazione e l'allestimento della mostra "Committenza e devozione: un focus su sette dipinti del Barocco Romano" presso la ex Galleria dei Dipinti del cardinale Scipione Borghese (in programma a Villa Mondragone dal 28 settembre al 28 aprile 2022) fa parte di un progetto di valorizzazione finalizzato a ripristinare la vocazione espositiva e museale che fu pensata per la villa sin dalla sua costruzione e, specialmente, trasformazione seicentesca.

La mostra intende fornire strumenti storico-critici e metodologici che consentano di "leggere" un'immagine sacra attraverso la ricostruzione del contesto storico, devozionale e liturgico in cui è stata commissionata e prootta. A tale socpo, sono stati selezionati sette dipinti su tela di alcuni tra i maggiori rappresentanti del Barocco romano: due dipinti, rispettivamente, di Andrea Sacchi e di Valentin de Boulogne dalla Diocesi di Camerino; uno di Guido Reni dall'Irish Pontifical College; un'opera di Carlo Saraceni dall'Eremo Tuscolano di Monte Porzio Catone; due pale d'altare, rispettivamente, di Carlo Maratti e di Andrea Camassei dalla Cattedrale di Palestrina; una pala d'altare di Pietro da Cortona da una collezione privata.

FINALITÀ DEL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE

La mostra sarà l'occasione per utilizzare di nuovo lo spazio della ex "Galleria dei dipinti" secondo la sua vocazione espositiva e museale per cui fu concepito. La Galleria dei dipinti, infatti, fu fatta costruire dal cardinale Scipione Caffarelli Borghese, subito dopo l'acquisto della Villa nel 1613, come luogo di esposizione della sua ricca e celebre raccolta di quadri e statue, funzione che questa galleria (fino ad oggi adibita a biblioteca) perse dalla metà circa del Settecento, quando la quadreria dei Borghese subì irreversibili rimozioni, alienazioni e dispersioni.

La mostra sarà inoltre l'occasione per riflettere sui rapporti tra pittori e committenti in un'ottica di "utilizzo" religioso e allo stesso tempo sociale e/o "politico" del prodotto artistico e del suo ambiente originario di destinazione. Si trasmetterà - agli studenti ma anche al grande pubblico - il concetto che un'immagine sacra va in primo luogo considerata, e studiata, come depositaria di significati storici, liturgici e culturali, ai quali è possibile affiancare l'elemento stilistico in una seconda fase di approfondimento, soprattutto per interpretare il linguaggio di cui l'artista si è servito per assolvere alle richieste del committente.

PRINCIPALI INTERVENTI

  • Cataloghi;
  • Servizi di traduzione;
  • Apparati e pannelli didattici;
  • Restauri delle tele;
  • Movimentazione ed assicurazione delle opere d'arte;
  • Allestimento della sala espositiva;
  • Adeguamento degli spazi per l'accoglienza del pubblico.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 40.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il palazzetto Altemps-Orsini detto “la Retirata” di Villa Mondragone fu costruito tra il 1576 ed il 1579 dal cardinale Marco Sittico Altemps, a circa cento metri di distanza dal Casino Segreto, il primo nucleo della villa, per destinarlo al giovane figlio Roberto in occasione delle sue nozze con Cornelia Orsini.

Sul piano nobile del palazzetto della Retirata, tre sale che per i soggetti raffigurati sono denominate Sala dei paesaggi, Sala dell’Orlando furioso e Sala dei cavalieri, si caratterizzano per la preziosa decorazione pittorica delle volte condotta con la tecnica a fresco, che ha parzialmente permesso il mantenimento della vividezza e dello splendore dei pigmenti.

La volta della sala centrale detta dell’Orlando furioso, in particolare, è la più riccamente affrescata della Retirata e presenta quella che è ad oggi considerata come una delle rare decorazioni cinquecentesche a fresco, ispirate all’omonimo poema ariostesco, nel territorio italiano centro-meridionale. Differentemente da altre dimore nobiliari, il ciclo di Mondragone raffigura episodi della storia d’amore di Ricciardetto e Fiordispina, tutti insolitamente tratti dallo stesso canto XXV, probabilmente in tema con la destinazione della stanza ad uso privato dei giovani sposi.

FINALITÀ DEL PROGETTO DI RESTAURO

Il restauro degli affreschi della Retirata ha lo scopo di ripristinare la corretta lettura dell’impianto decorativo, al momento abbondantemente compromesso.

Esso permetterà, inoltre, di procedere con più sicurezza all’identificazione di tutti i pittori che sono intervenuti nella decorazione e di migliorare la codifica dei soggetti e dei modelli iconografici. Sarà quindi possibile ricomporre una lettura unitaria del ciclo pittorico e dei suoi significati allegorici.

STATO DI CONSERVAZIONE

Le problematiche conservative delle volte affrescate della Retirata riguardano ampi fenomeni di alterazioni cromatiche e disgregazione e polverizzazione dell’intonaco. In concomitanza con queste aree, sono riscontrabili gli esiti di pregresse infiltrazioni d’acqua. Sono rilevabili anche cadute di intonaco ed un quadro fessurativo diffuso su vaste superfici, specialmente negli angoli di calotta della volta della Sala dei paesaggi e su tutta la volta della Sala dei cavalieri.

FASI INIZIALI DELL’INTERVENTO DI RESTAURO

  • Allestimento del cantiere di restauro con ponteggi e predisposizione dell’impianto elettrico;
  • Campagna di indagini diagnostiche.


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 60.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

La Fontana dei Draghi di Villa Mondragone fu realizzata durante la più intensa fase dei lavori commissionati dal cardinale Scipione Caffarelli Borghese a Villa Mondragone, che culminarono negli anni tra il 1618 ed il 1621.

Protagonista della terrazza principale di Villa Mondragone, detta Terrazza del Belvedere, la fontana è caratterizzata dal disegno della vasca sostenuta dai draghi ed il suo progetto è stato ricondotto all’architetto olandese Jan van Santen, noto come Giovanni Vasanzio.

Molto si può ancora scoprire e raccontare, grazie al restauro, riguardo a questa fontana, che è considerata come uno dei manufatti d’arte e d’architettura più preziosi e significativi, in primis dal punto di vista storico, dell’intero complesso monumentale di Mondragone.

 

FINALITÀ DEL PROGETTO DI RESTAURO

Il restauro della Fontana dei Draghi di Villa Mondragone permetterà di apprezzarla di nuovo nei suoi dettagli scultorei, che non hanno nulla da invidiare alle più belle fontane barocche di Roma.

Esso si presenterà, inoltre, come l’occasione per eseguire ulteriori ricerche sulla fontana, con particolare riferimento alla sua efficacia retorica nel contesto borghesiano di riferimento, da condurre attraverso tutti gli strumenti critici della storia dell’arte, a cominciare dai documenti d’archivio e dalle altre fonti primarie fino alle indagini diagnostiche che saranno eseguite sull’opera prima dell’intervento.

STATO DI CONSERVAZIONE

Le problematiche conservative della fontana riguardano sia gli elementi decorativi sia quelli plastici-strutturali.

In particolare, si sono riscontrate mancanze di alcuni elementi come la testa di uno dei draghi e parte della vasca superiore, oltre a numerose fessurazioni, alcune di entità maggiore, in particolare una che interessa il lato sud-est del vascone mistilineo. Sono evidenti interventi pregressi di restauro che hanno perso la loro funzionalità o mostrano alterazioni, e che hanno anche alterato la plasticità originaria di alcuni elementi.

Il gradino sagomato e la pavimentazione presentano aree di disgregazione e disconnessione e le superfici della fontana sono interessate da fenomeni di biodeterioramento.

FASI PRINCIPALI DELL’INTERVENTO DI RESTAURO

  • Campagna di indagini diagnostiche;
  • Messa in sicurezza, consolidamento e ripristino della funzionalità idrica;
  • Pulitura e disinfezione;
  • Ricostruzione e restauro;
  • Ricostruzione del vascone e impermeabilizzazione;
  • Restauro della pavimentazione.