Attività principali dell'istituzione
L’Archivio di Stato di Ravenna è impegnato nella conservazione, tutela e valorizzazione di beni culturali archivistici fondamentali per ricostruire la storia del territorio. Il materiale archivistico più antico proviene dai fondi delle Corporazioni Religiose soppresse in epoca napoleonica: in particolare, per la rilevanza che ebbero nella storia cittadina ma non solo, si ricordano quelli delle abbazie di San Vitale, Sant’Apollinare in Classe, Santa Maria in Porto e Sant’Andrea. Fra i fondi di antico regime vi sono poi gli archivi delle legazioni di Romagna e di Ravenna e quello delle Magistrature giudiziarie civili della Legazione, mentre tra la documentazione di epoca postunitaria, fondamentali per la ricostruzione delle vicende della provincia sono i fondi della Prefettura e della Questura di Ravenna. Altro complesso documentario degno di menzione è quello del Genio civile di Ravenna, all’interno del quale le serie dei “Danni di guerra” costituiscono un importante punto di riferimento per lo studio del periodo della ricostruzione postbellica. Di cospicua consistenza è la documentazione catastale, che permette di ripercorrere i passaggi di proprietà di terreni e fabbricati del territorio ravennate attraverso mappe, carteggi e registri; del patrimonio fanno poi parte gli archivi notarili e alcuni archivi depositati, come quello della Provincia di Ravenna, il fondo dell’Ospedale di Santa Maria delle Croci, istituti uniti e altre opere pie e l’archivio della Camera di commercio, industria, artigianato, agricoltura di Ravenna. Tra gli archivi privati si segnala quello della famiglia Rasponi Dalle Teste di Ravenna. Sul versante della valorizzazione, l’Archivio ha promosso iniziative didattiche rivolte alle scuole medie inferiori e superiori, allestimento di mostre documentarie e conferenze e presentazioni di libri. Collabora inoltre con la facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna per tirocini formativi e tesi di laurea.