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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Verso il 1480 la facciata ‘ad ali’ del Palazzo Ducale di Urbino fu decorata con 72 bassorilievi in pietra che celebravano i molteplici interessi scientifici di Federico da Montefeltro e la sua potenza militare. Forse in origine avevano una decorazione policroma, come racconta vagamente Giorgio Vasari nella vita dell’architetto senese Francesco di Giorgio, ma non se ne ha certezza. In una veduta molto dettagliata del Palazzo Ducale, incisa nel 1724, si può osservare il fregio alternato ai portali lungo la spalliera del sedile, dal lato di fronte a San Domenico fino all’angolo col Duomo.

A causa della collocazione all’esterno e dell’azione degli agenti atmosferici la superficie dei rilievi si era compromessa, spesso in maniera grave, come ancora si vede. Fu così che nel 1756 il legato apostolico Giovan Francesco Stoppani ordinò che le formelle fossero utilizzate come decorazione della raccolta di iscrizioni romane murate nei quattro lati delle soprallogge al piano Nobile, dove rimasero fino ai lavori di risistemazione diretti da Pasquale Rotondi nel 1944, e dove oggi ritornano. Nel 1724 Francesco Bianchini aveva descritto con precisione le formelle anche grazie a incisioni per facilitarne il riconoscimento: quella sequenza è alla base dell’attuale ordinamento.

L’interesse per le scienze esatte del Duca Federico era stato tradotto nelle formelle in un programma di recupero e di attualizzazione delle macchine dell’antichità classica descritte da Vitruvio nel X libro del De architettura. Progetti per macchine acrobatiche (armi da lancio), macchine pneumatiche (congegni idraulici), macchine da trazione (come gru, argani, ecc.) si alternano a trionfi militari di armi da offesa e da difesa, e a esempi di nautica antica e moderna, per esaltare l’avanguardia tecnologica del Signore di Urbino.

Ambrogio Barocci, lo scultore responsabile di gran parte della decorazione di portali, finestre e camini del Palazzo Ducale, impiegò la sua bottega per tradurre nei rilievi alcuni disegni di macchine belliche di Roberto Valturio, di cui Federico da Montefeltro possedeva un volume nella sua ricca biblioteca (Urb. Lat. 281), così come di Francesco di Giorgio, architetto responsabile del cantiere del Palazzo Ducale dopo la partenza di Luciano Laurana e ingegnere militare per l’esercito del Montefeltro.

Informazioni sullo stato della conservazione

La superficie delle lastre risulta, nella parte centrale, coperta quasi sempre da uno strato bruno-olivastro molto spesso e lucido. La superfice è inoltre caratterizzata dalla presenza di erosione della pietra più o meno grave che in alcuni casi è estesa a tutta la superficie. In alcuni casi l’erosione si è rilevata un ambiente idoneo per lo sviluppo di microorganismi. Sono infatti visibili alcuni residui di infestazione da biodeteriogeni (probabilmente microalghe).

Nonostante l’alto livello di superficie erosa non sono visibili fenomeni di polverizzazione e caduta di materiale. Risultano stabili anche alcuni sollevamenti in scaglie, originati probabilmente da una scarsa permeabilità della pietra impregnata dai protettivi.

In seguito ad indagini diagnostiche è stato possibile osservare la presenza di ossalati di calcio, ossidi di ferro e sostanze organiche anche di origine sintetica. Tutte le tipologie di materiali riscontrati sono ascrivibili a trattamenti protettivi che sono stati applicati in passato.

La pellicola bruno-olivastra è dovuta quindi all’utilizzo di prodotti di origine organica, applicati nel corso dei secoli con lo scopo di proteggere e consolidarela superfice dal processo di erosione già in atto. In alcune aree visibilmente erose è possibile osservare la patina bruna, anche se con spessori inferiori.

Le stuccature e le ricostruzioni in pietra presentano una velatura a tono con la patina superficiale derivante dall’alterazione dei protettivi.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il fregio è attualmente collocato nelle sale al piano terreno del Palazzo Ducale di Urbino e, prossimamente, verrà trasferito nelle Soprallogge del primo piano. Questi ambienti sono inseriti nel percorso espositivio della Galleria Nazionale delle Marche, accessibile dal martedì alla domenica, dalle 8.30 alle 19.15 (ultimo ingresso ore 18.15).

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 200.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Intervento di restauro

Nel 2023, 5 lastre del fregio sono state sottoposte ad un intervento di restauro presso la sede di Matera della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’Istituto Centrale per il Restauro. Lo scopo di questo cantiere, unitamente ad una schedatura conservativa del fregio nella sua totalità ha permesso di stabilire un protocollo di intervento che tenga conto della storia dell’opera e della sua leggibilità, del progetto del nuovo allestimento e, ultimo ma non meno importante, delle sue esigenze conservative.

Queste sono le operazioni principali previste:

  • Depolveratura dei depositi superficiali
  • Rimozione meccanica degli incollaggi in resina poliestere (dove necessario) e delle stuccature
  • Rimozione e disinfezione degli attacchi microbiologici
  • Pulitura con solventi o soluzioni acquose ad impacco a seconda delle necessità
  • Rimozione parziale dello strato bruno superficiale con Laser al Neodimio
  • Stuccatura e microstuccatura
  • Riequilibratura pittorica ad acquarello.

Considerato l’alto numero e il volume delle lastre costitutive dell’opera si è considerata sin da subito la possibilità di intervenire in lotti da 5-8 lastre per volta. L’assenza delle lastre dalla sala espositiva potrà essere compensata con una narrazione dell’intervento in corso mediante degli schermi che raccontino con brevi schede e immagini lo stato di avanzamento dei lavori e la storia del fregio.