I contenuti pubblicati sono a cura dell’Ente beneficiario delle erogazioni liberali il quale dichiara che i dati trasmessi sono conformi all’ art. 1 – Art Bonus - Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 e s.m.i.

Attività principali dell'istituzione

Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo voluto dalla famiglia Buonaccorsi in seguito al conseguimento del patriziato cittadino nel 1652 e all'investitura a conte di Simone Buonaccorsi nel 1701 da parte di papa Clemente XI. La costruzione del palazzo è il risultato di complesse vicende edilizie che vedono, a partire dal 1697, l'aggregazione di edifici preesistenti su progetto dell'architetto romano Giovan Battista Contini allievo del Bernini. Nel 1718 l'intervento di Ludovico Gregorini completa il palazzo con la realizzazione del cortile interno e del giardino all'italiana di cui rimangono la balaustra con i vasi ornamentali di Antonio Perucci e le tre statue raffiguranti Ercole vincitore in pietra d'Istria, opera dello scultore padovano Giovanni Bonazza. All'interno, l'ampio atrio pavimentato in legno di quercia, la loggia e i saloni decorati, i soffitti a cassettoni e le pitture di soggetto mitologico dell'appartamento nobile offrono alla vista dei visitatori preziosi momenti barocchi e rococò, il cui fasto raggiunge l'apice nel Salone dell'Eneide. Decorato nella volta a botte con le Nozze di Bacco ed Arianna da Michelangelo Ricciolini e ornato alle pareti con un ciclo di dipinti su tela commissionati ai maggiori artisti del tempo, celebra le gesta dell'eroe virgiliano in funzione encomiastica. Proprietà del Comune dal 1967 e sede dell'Accademia di Belle Arti fino al 1997, il palazzo ospita oggi le collezioni comunali: il museo della carrozza e le raccolte di arte antica e moderna

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 30.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

I Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi presentano la mostra Vis-à-vis, una riflessione inedita sulla ritrattistica settecentesca e contemporanea, a cura di Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci, con oltre 60 opere che accostano maestri del passato e artisti del presente, italiani e internazionali. In mostra dialogano opere di autori settecenteschi - Pier Leone Ghezzi, Sebastiano Ceccarini, Carlo Magini -, artisti contemporanei - Evgeny Antufiev, Eduardo Arroyo, Matthew Attard, Luigi Bartolini, Joseph Beuys, Marco Cingolani, Michelangelo Consani, Fabrizio Cotognini, Enzo Cucchi, Thomas De Falco, Antony Gormley, Maggi Hambling, Diango Hernández, Leiko Ikemura, Jiri Kolar, Carlo Maratta, Mark Manders, Annette Messager, Fulvio Morella, Roman Opalka, Laura Paoletti, Vettor Pisani, David Reimondo, Klaus Rinke, Kiki Smith -, insieme alle prestigiose collezioni del museo, in particolare autori del ‘900 fra cui Nanda Vigo, Osvaldo Licini, Aligi Sassu, attraverso un percorso espositivo che si snoda lungo tutti i piani e le affascinanti sale di Palazzo Buonaccorsi. Un originale incontro artistico dal Settecento, il Secolo d’oro della ritrattistica marchigiana, al Contemporaneo, che traccia le traiettorie di studio di quanto la percezione visiva - di un ritratto - sia frutto di un processo di selezione, integrazione e intuizione in cui intervengono, oltre alla facoltà visiva, il dato reale, la coscienza, l’adesione affettiva, la memoria individuale e la messa a fuoco morale.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 1.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

I Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi hanno in programma per l'anno 2023 la seguente esposizione: Sante Monachesi tra Macerata e Parigi. L’occasione è data dalla donazione, fatta all’istituzione museale da parte della figlia Donatella, di un considerevole nucleo di opere (n. 8 di seguito elencate) ad incremento della collezione permanente.  L’ omaggio va ad arricchire e completare la raccolta del museo che presenta già numerose opere degli artisti del “Gruppo Boccioni”. L’evento è anche occasione per rinnovare la rete di rapporti avviata con le realtà culturali ed economiche del territorio (Museo del Novecento Palazzo Ricci - Macerata  e Pinacoteca Civica Moretti  - Civitanova Alta) e per riannodare i legami con i più rilevanti contesti internazionali. 


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 10.458,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il restauro della Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli, conservata nei Musei civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata, ha portato a una delle più importanti scoperte degli ultimi anni intorno al pittore veneziano e, più in generale, al contesto artistico italiano del XV secolo. Il dipinto è giunto fino a noi attraverso incredibili vicissitudini conservative, solo in parte ricostruibili attraverso le fonti. Per oltre un secolo gli studiosi hanno dibattuto su ogni aspetto dell’opera, restando tuttavia concordi nel ritenere la tela frutto del trasporto da una tavola, probabilmente di dimensioni maggiori, tagliata e riadattata salvando le figure principali: un dipinto menomato e alterato nel suo aspetto materico e percettivo, ritenuto, dunque, secondario nel catalogo del maestro veneziano. Nel 2022 è stata presa la decisione di far restaurare la Madonna. Il complesso e delicatissimo intervento ha permesso di scoprire che l’opera, invece, fin dall’origine è stata realizzata su tela, l’unica, a nostra conoscenza, eseguita su tale supporto da Carlo Crivelli. Il dato ha rivoluzionato gli studi sul pittore veneziano, ritenuto un indiscusso maestro della pittura su tavola, aprendo quindi nuovi scenari di ricerca e suscitando un ampio dibattito fra gli specialisti e confermando, ancora una volta, l’impiego della tela quale supporto per opere a carattere devozionale anche nel XV secolo. Il libro intende raccogliere i risultati del restauro e delle complesse indagini diagnostiche  (Analisi mediante GC_MS di tre campioni  pittorici e RTI) che lo hanno accompagnato, costituendo il resoconto del consistente    intervento conservativo, contestualizzato nel quadro dell’analisi storica della tela, della sua ricezione e musealizzazione.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 50.000,00 €

 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La mostra è nata dalla volontà di valorizzare un dipinto di proprietà dei Musei civici di Macerata, la Madonna con il Bambino, di Carlo Crivelli (Venezia, 1435 circa- Marche, Ascoli Piceno o Camerino, 1495). Si tratta di uno dei rari pezzi di questo genere del maestro veneziano. In tutto le Madonne con il Bambino del pittore sono nove, di cui quattro conservate in Italia, tre negli Stati Uniti, una a Londra e una in collezione privata estera. L’opera di Macerata è la meno nota e studiata dell’artista a causa delle difficili condizioni di conservazione. Nell’occasione della mostra il dipinto è stato prima oggetto di un’accurata diagnostica scientifica e successivamente, sulla base di tali analisi,  sottoposto a un delicato intervento di restauro che potrà restituirgli pienamente leggibilità e qualità, facendolo entrare di diritto fra i capolavori indiscussi del grande pittore.

La mostra accosterà alla Madonna con il Bambino di Macerata restaurata altre selezionate opere di Carlo Crivelli, individuate sulla base di relazioni di carattere storico, collezionistico e iconografico, frutto di ricerche appositamente condotte da specialisti dell’artista.

La prima è la drammatica Pietà dell’Harvard Art Museums/Fogg Art Museum di Harvard, che fra il 1870 e il 1890 circa si trovava a Macerata, nella collezione del conte Augusto Caccialupi, da cui fu venduta prima a Roma e poi all’estero. Il quadro tornerà così per la prima volta in Europa dopo oltre un secolo e potrà dialogare con la Madonna di palazzo Buonaccorsi e con altri due dipinti di Carlo Crivelli, analoghi ai dipinti “maceratesi” per composizione e iconografia, oggetto anch’essi di recenti importanti interventi di restauro: la lunetta con la Pietà dei Musei Vaticani, in origine a Camerino, e la Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli dell’Accademia Carrara di Bergamo, proveniente da un’imprecisata città delle Marche.

Si tratta dunque di una mostra fondata su solidi presupposti scientifici, basata su quattro preziosi pezzi del maestro veneto che consentono molteplici confronti e occasioni di conoscenza della pittura di Crivelli, della dispersione dei suoi dipinti, delle trasformazioni che l’opera d’arte incontra con il passare del tempo. Un allestimento appositamente studiato, dotato di un apparato multimediale, renderà comprensibile e fruibile al più vasto pubblico la mostra permettendo così di cogliere le “relazioni meravigliose” che legano questi preziosi frammenti del passato al mondo di oggi.

Tra tali relazioni, la più evidente e naturale è quella fra le opere e i loro contesti originari. La mostra non solo riporterà “a casa” opere disperse dalle Marche, ma potrà fungere da “porta di accesso” al territorio regionale dove si trovano ancora oggi molti dipinti di Carlo Crivelli, del fratello Vittore e dei loro seguaci


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 9.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L’opera quattrocentesca del noto maestro veneto entra a far parte delle collezioni civiche nel 1867 e mostra ancora oggi i segni della corniciatura ovale ottocentesca rimossa nel restauro del 1914 quando la ripulitura del fondo azzurro ha fatto riaffiorare l’originale drappo rosso marezzato, usato dall’artista in area marchigiana esclusivamente nei polittici di Massa Fermana (1468) e Porto San Giorgio (1470). La sua condizione di frammentarietà e la presenza di una dibattuta iscrizione hanno portato negli anni a numerose interpretazioni sulla datazione, sulla provenienza e sulla conformazione originaria dell’opera. Tradizionalmente prevale l’identificazione fornita da Luigi Lanzi, il quale la indicava nella chiesa dei Minori Osservanti a Macerata (Santa Croce), sopravvissuta all’incendio del 1799 appiccato dalle truppe francesi. Si sa con certezza che nel 1837 era collocata nel Palazzo Comunale dove restò fino al 1867 quando venne trasferita nell’antica Pinacoteca allestita all’interno della Biblioteca Comunale. Qui fu indicata dai commissari governativi Cavalcaselle e Morelli, i quali ne annotarono la natura su tela, rilevarono le misure e concordarono con l’ipotesi di Lanzi sulla collocazione originaria (Cavalcaselle, Morelli 1894-1895).

Le operazioni di restauro prevedono innanzitutto lo smontaggio della cornice lignea. Verrà eseguito il ristabilimento dell'adesione dei materiali costitutivi degli strati preparatori e pittorici in corrispondenza dei sollevamenti e scaglie di colore. Se possibile si procederà con la rimozione della tela da rifodero (previa velinatura del dipinto), al fine di effettuare il miglioramento del cretto di superficie e la deacidificazione del supporto. Si eseguirà un trattamento per migliorare il cretto degli strati preparatori e pittorici mediante l’applicazione di Aquazol 500 a basse percentuali e il trattamento di deacidificazione. Il telaio originale sarà rinforzato mediante applicazione di listelli in legno e montaggio della tela foderata sul telaio originale con sistema di tensionamento elastico. Le operazioni di pulitura della superficie dipinta e di rimozione della vernice alterata non originale avverranno in maniera graduale e si svolgeranno sotto microscopio ottico, lenti di ingrandimento e visori ottici. La pulitura mirerà alla rimozione di depositi superficiali coerenti (polveri grasse, fumi), di sostanze soprammesse di varia natura quali vernici o ravvivanti non originali e cromaticamente alterati, di reintegrazioni pittoriche o ridipinture cromaticamente alterate o eseguite con materiali non idonei alla conservazione del manufatto. La presentazione estetica dell’opera si eseguirà seguendo il criterio della localizzazione ed estensione delle mancanze. Il trattamento finale del manufatto si otterrà mediante verniciatura della pellicola pittorica con finalità di protezione e ristabilimento del corretto indice di rifrazione della superficie.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 7.816,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Lastre lapidee con decorazioni e iscrizioni. Classe di produzione: monumenti onorari, funerari e decorazioni architettoniche. Le decorazioni lapidee esposte sulle pareti del cortile. Si tratta per lo più di lastre iscritte di tipo funerario, ma anche formelle e metope decorate. L’ambito culturale varia tra l’etrusco, il greco, romano e romano/cristiano. In base a fonti bibliografiche la datazione delle lastre viene ricondotta tra il III sec a.C. e il V sec. d.C. Le lastre sono costituite in arenaria, marmo, travertino e calcare scolpite a basso o alto rilievo. Differiscono per dimensioni che vanno da 31 x 18 cm la più piccola, fino a 1,12 x 1,16 cm la più grande.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 15.475,20 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L’intervento di  restauro riguarda le due statue in marmo, lavorato a tutto tondo,  riferite  al I e II secolo d.C.   Entrambe, a carattere onorario, rappresentano una figura maschile togata e una figura femminile palliata integrata con testa riferibile al neoclassicismo maturo. Le statue sono interessate da deposito di materiale estraneo più o meno coerente lungo tutta la superficie, in particolar modo nei sottosquadra dove si può notare la presenza di deposito simile a croste nere. Sono visibili sulla figura maschile e su quella femminile delle tracce di vernice (o comunque di materiale pigmentato di natura estranea). In seguito all’analisi dello stato di conservazione delle statue effettuata nel corso del sopralluogo, si propone un intervento conservativo e di ripristino estetico articolato nelle operazioni reputate necessarie. Si prevede l’utilizzo di materiali compatibili con quelli originali e un intervento operativo nel pieno rispetto della natura dell’opera.



NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 1.464,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Il dipinto raffigura la contessa Rosa Fiorenzi, nativa di Osimo, moglie di Giuseppe Antonio Ciccolini. Rappresentata a mezza figura, contro uno sfondo scuro, è atteggiata con il braccio destro piegato verso il fianco, mentre con la mano sinistra solleva un mazzo di fiori. Indossa un lussuoso abito azzurro, reso con particolare attenzione ai dettagli, ricamato a motivi floreali e impreziosito da gioielli, merletti e nastri. Sul tavolo, coperto da un drappo rosso, si trovano altri fiori recisi. Le rose in mano all'effigiata e quelle deposte sul tavolo in primo piano sembrano alludere al suo nome. Nel bouquet ci sono inoltre altre qualità di fiori dal significato simbolico: un fiore d'arancio denota la fertilità nel matrimonio e un garofano rosso incarna l’amore nuziale. Lo stato di conservazione del dipinto è apparentemente discreto; osservandolo da terra non si rilevano tagli o buchi del supporto tessile e non si può indicare con sicurezza se la tela è montata su un telaio a struttura fissa o meno. Non si conosce lo stato di conservazione del telaio ligneo. La superficie dipinta è coperta da uno strato omogeneo di polvere, grasso e fumo che nel tempo si è depositato sulla vernice di protezione ed ha contribuito ad alterarne la fruizione. Il ritratto è offuscato e la cromia risulta appiattita.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 3.503,60 €

 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Gli interventi riguardano  le seguenti opere:

a) Il dipinto ritrae il cardinale Alessandro Farnese seduto di tre quarti, con la barba e i capelli bianchi, su di un fondo scuro. Indossa la berretta rossa cardinalizia e la mozzetta, una mantellina rossa di seta, su una camicia di lino bianco. Con la mano destra, poggiata su uno dei braccioli della poltrona, stringe un fazzoletto candido, mentre nella sinistra regge una lettera sulla quale corre un'iscrizione con la firma e la data.  Attribuito a Scipione Pulzone, un altro dei maestri del manierismo romano, il quadro faceva parte di una serie di effigi ordinate dal comune di Macerata in omaggio alla potente famiglia Farnese per aver favorito la città grazie al cardinale Alessandro, Legato pontificio della Marca ai primi del secolo, divenuto poi papa Paolo III (1534-1549). Restaurato nel 1937 necessita di un intervento di manutenzione e di pensionamento della tela.

b) Giuseppe Mozzi è raffigurato in piedi su uno sfondo scuro, con in mano una pergamena su cui sono tracciate figure geometriche; sul piano sono raffigurati strumenti matematici per esaltare i suoi studi scientifici. Sullo sfondo, a sinistra c’è una libreria e sulla destra, in alto, uno stemma nobiliare. Il supporto in tela di lino, costituito da un unico telo, è teso su telaio in abete a struttura fissa; sul retro si possono notare diverse "toppe" di misure varie, applicate a chiusura di fori; si nota anche una specie di ragnatela formatasi a causa della penetrazione sul retro del medium. Il fenomeno sottolinea il forte craquelé che si può osservare sul fronte del dipinto. Anche in questo caso si può rilevare un precario ancoraggiodell'insieme mestica/colore, al supporto. Ciò provoca ilsollevamento e la caduta della pellicola pittorica. La superficie dipinta è sporca ed opaca e la vernice di protezione mostra una forte ossidazione.

c) Bartolomeo Mozzi è raffigurato presso una scrivania sulla quale è poggiato un libro aperto che tiene con la mano sinistra; la mano destra è poggiata sul piano. Sullo sfondo un tendaggio rosso apre lo sguardo ad una libreria fornita di pregiati tomi. Si rileva la presenza di una vernice di protezione invecchiata e ossidata. La superficie sia del fronte che del retro è cosparsa di polvere; il film pittorico è arido e mostra un debole ancoraggio che è causa di forte sollevamento e di perdita di materiale pittorico. La pellicola pittorica mostra vaste zone  irrigidite e "bruciate" probabilmente a causa di una esposizione ai raggi solari. I rossi ed i neri dei fondi mostrano una crettatura esasperata. Sull'intera superficie si può notare un forte craquelé con i classici fenomeni di innalzamento dei bordi delle scodelle che, a lungo andare, provocano il distacco e la caduta di film pittorico. Sulla superficie dipinta è depositato uno spesso strato di materiale incoerente che appiattisce la composizione e spegne la cromia; la vernice di protezione è opacizzata e ossidata.


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 6.500,00 €

 slide
 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

Le vetrine vengono dotate di un nuovo impianto illuminotecnico secondo le più moderne tecnologie a LED nel rispetto dei parametri conservativi degli oggetti esposti.                                                                                                                                                                                             


NOTE Intervento archiviato


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 260.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

l’allestimento nel suo complesso si compone di diverse forniture con posa in opera e lavori di realizzazione di opere edili ed impiantistiche. Le diverse tipologie di lavori e forniture, evidenziate dal progettista, e per le quali non è possibile rivolgersi ad un unico fornitore sono: o le pannellature costituite da contro-pareti in cartongesso riconducibili a lavori; o la fornitura con posa in opera dei corpi illuminanti; o la fornitura con posa in opera di installazioni audio e video comprendenti apparecchiature elettroniche;


NOTE Intervento archiviato