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Attività principali dell'istituzione

Il Museo Civico Medievale e le Collezioni Comunali d’Arte sono parte dei Musei Civici d’Arte Antica, che afferiscono al Settore Musei Civici del Comune di Bologna.
Il Museo Civico Medievale espone sculture del Medioevo e del Rinascimento, collezioni di avori, vetri, ceramiche, armi, bronzi, tessuti, codici miniati delle medesime epoche; una sezione è interamente dedicata al racconto della formazione delle raccolte museali bolognesi a partire dal tardo Cinquecento. In relazione al tema della mostra in oggetto, si rileva nella collezione in particolare la presenza del Busto di papa Gregorio XIII Boncompagni, realizzato in bronzo da Alessandro Menganti intorno al 1576. Il museo dispone di due sale abitualmente destinate ad accogliere esposizioni temporanee, sviluppate intorno ad argomenti che costituiscono un approfondimento di nuclei di opere conservate in museo o di tematiche ad esse inerenti.
Le Collezioni Comunali d’Arte sono allestite in quello che fu l’appartamento del Cardinale Legato nel palazzo storico, che attualmente ospita la sede del Comune di Bologna, in sale ornate da affreschi che vanno dalla fine del Cinquecento all’inizio dell’Ottocento. La raccolta è composta da una importante quadreria, ricca di dipinti non solo bolognesi, e di sculture dal XIII all’inizio del XX secolo, tra cui una rilevante sezione di opere del tardo Manierismo e del primo Seicento; disegni; arredi e suppellettili di varie epoche. L’attività espositiva – analoga nella finalità a quella descritta per il Museo Medievale – viene accolta nella Sala Urbana e in altre sale adiacenti, di volta in volta adeguatamente allestite.
In entrambe le sedi viene prestata grande attenzione alla attività divulgativa per bambini ed adulti, con la presenza di modalità di fruizione accessibile degli spazi e dei contenuti.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 280.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Si intende realizzare una mostra dal titolo Dipingere il silenzio. Bartolomeo Cesi nell'età della Controriforma, curata da Vera Fortunati e sostenuta dalla Curia Arcivescovile di Bologna in occasione del Giubileo 2025. Bartolomeo Cesi (Bologna, 1556 – 1629) fu un importante protagonista della scena artistica bolognese, che si trovò a condividere con i Carracci, suoi coetanei. Da essi però si distinse per una poetica del tutto originale:l’appellativo di “pittore conventuale” ne descrive sia la profonda religiosità sia l’alacre attività al servizio degli ordini religiosi, soprattutto dei Certosini. Fu proprio questo aspetto a caratterizzare la sua espressione artistica, tanto da suggerire alla critica il parallelismo con il grande artista e mistico spagnolo Francisco de Zurbaràn, di cui si vuole rendere conto nella mostra bolognese. L’esposizione intende ricostruire il vivace clima politico-religioso che ha caratterizzato Bologna negli anni del cardinale Gabriele Paleotti e del papa Gregorio XIII. Vescovo e pontefice, seppure con modalità diverse, furono allineati nel promuovere “una rigenerazione spirituale” della Chiesa Cattolica, trovando modelli di riferimento nella vitalità scientifica dello Studio universitario bolognese (Ulisse Aldrovandi, Carlo Sigonio, Ignazio Danti). Su queste complesse premesse nasce l’asse Bologna-Roma che risulta determinante per le vicende dell’arte alla vigilia della riforma carraccesca. La mostra verrà allestita alle Collezioni Comunali d’Arte e al Museo Civico Medievale. Inoltre il Dipartimento educativo dei musei curerà visite guidate tradizionali e laboratori, destinati alle scuole e a pubblici con specifiche necessità di accessibilità. La mostra avrà anche un percorso diffuso in città, dal momento che sarà possibile ammirare alcune opere dell’artista nella loro collocazione originaria, offrendo al pubblico una più ampia conoscenza di palazzi e chiese. In particolare tra queste rappresenta un caso emblematico la chiesa di San Girolamo della Certosa, dove nel 1597 furono collocate grandiose pale d’altare dipinte dall’artista; la chiesa, luogo di alta spiritualità dell’ordine Certosino, ebbe un ruolo centrale nella vita religiosa cittadina, e per lo splendore di pitture
e di architetture può essere definito l’Escorial bolognese. Parte importante del progetto è la ricostruzione del complesso decorativo con Storie della Vergine, affrescato da Cesi nella cappella di Santa Maria dei Bulgari dell’Archiginnasio, distrutto da un bombardamento del 1944; ciò sarà possibile applicando le moderne tecnologie allo studio della documentazione fotografica di primo Novecento (Poppi,/ Croci). La mostra sarà corredata da un catalogo scientifico e da una guida breve. Per valorizzare la complessità del progetto ci si affiderà ad una promozione mirata, che utilizzi linguaggi diversificati per i differenti pubblici, sia per fascia d’età che per interessi culturali, e che coinvolga ad ampio raggio i mezzi di informazione.