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Attività principali dell'istituzione

La Pinacoteca nasce nel 1870 per preservare ed esporre al pubblico le opere già appartenenti ad ordini religiosi soppressi in seguito all'unificazione del Regno d'Italia. Curata e ordinata secodo i criteri dell'epoca da Vittorio Emanuele Aleandri, la raccolta fu originariamente collocata nel piano nobile del Palazzo Comunale. Trasferita nel 1974 al piano primo del quattrocentesco Palazzo Manuzzini, fu intitiolata a Pietro Tacchi Venturi SJ, storico delle religioni della Compagnia di Gesù, i cui eredi donarono alla città gli ambienti in cui ancora oggi le opere sono esposte. Dal 2015, oltre ad un completo riallestimento del Museo, nelle stanze al pian terreno sono stati realizzati un nuovo percorso dedicato al Barocco, il lapidario e alcuni spazi riservati ad esposizioni temporanee.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 10.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto consiste in una raccolta volontaria di fondi per promuovere e sostenere l'attività della Pinacoteca civica, compreso il restauro di opere d'arte e l'allestimento di mostre temporanee e la manutenzione ordinaria e straordinaria dell'edificio ospitante gli spazi espositivi.

In particolare si presenta la necessità di restaurare n. 4 portali in pietra serena, ubicati all'ingresso di Palazzo Mannuzzini in via Salimbeni 39, sede della Pinacoteca Comunale  “P. Tacchi – Venturi” di San Severino Marche (MC)

 I portali, pur essendo situati all'inteno del palazzo, si presentano anneriti da polveri stratificate nel tempo e da componenti grasse ossidate. Lo stato di conservazione è buono, la pietra non è stata intaccata dagli agenti atmosferici,  dallo smog e dai microrganismi che sono le principali cause di degrado lapideo.

 L'intervento di restauro dei portali consisterà in una pulitura al fine di rimuovere le sostanze sovrammesse di varia natura, quali oli, vernici, cere, ecc. che ne pregiudicano il colore originale.

L'operazione và preceduta da un iniziale sgrassaggio tramite una miscela di emulsione cerosa e solventi volatili per mezzo di tamponi ed impacchi. La pulitura vera e propria verrà effettuata tramite l'uso di agenti chimici applicati attraverso impacchi controllati, nello specifico verrà utilizzato il metodo identificato con la sigla “Ab 57”, messa a punto dai tecnici dell'Istituto Centrale del Restauro di Roma.

Successivamente, dopo la rimozione meccanica dell'impasto, si eseguirà un accurato lavaggio con acqua deionizzata vaporizzata a bassissima pressione, aiutandosi con delle spazzole di saggina al fine di asportare tutti i residui.

Una protezione superficiale cone cere microcristalline data a pennello terminerà l'operazione di restauro.