Attività principali dell'istituzione
Nell’XI secolo la città di Tuscania era un’importante diocesi, le due chiese romaniche di San Pietro e Santa Maria Maggiore ne sono testimonianza. Sorgono su uno dei colli sul quale si era sviluppato l’abitato medievale che si fonda su preesistenti strutture etrusche e romane. Al tempo le due chiese si trovavano all’interno della cinta muraria; nell’area di San Pietro furono costruite strutture abitative, oltre al palazzo episcopale e torri di difesa (due delle quali svettano ancora nell’attuale contesto paesaggistico, mentre le altre mozzate sono comunque ancora riconoscibili). Dal XV secolo l’area fu esclusa dalla cinta muraria che si contrasse per motivi economici e difensivi. I due edifichi si ergono oggi pressoché isolati sul colle San Pietro e costituiscono un’immagine strepitosa dal belvedere della cittadina per coloro che, percorrendo la strada che conduce alla città, godono di scorci e punti di vista che hanno ispirato artisti e registi.
Il 6 febbraio 1971 le chiese e l’abitato di Tuscania subirono gravi danni a causa di un terremoto che provocò la morte di 31 persone e vide oltre 5.000 senzatetto. Le strutture di San Pietro e Santa Maria Maggiore furono fortemente danneggiate: andarono perduti gli affreschi del catino absidale di San Pietro, una delle poche testimonianze, giunte fino a noi, di pittura monumentale romanica dell’Italia centrale. I frammenti, recuperati subito dopo il sisma, sono stati in parte ricomposti nel palazzo episcopale attiguo alla chiesa, grazie ad un progetto realizzato dall’ICR e costituiscono la base e lo stimolo per la progettazione di un allestimento fruibile.