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Attività principali dell'istituzione

Nell’XI secolo la città di Tuscania era un’importante diocesi, le due chiese romaniche di San Pietro e Santa Maria Maggiore ne sono testimonianza. Sorgono su uno dei colli sul quale si era sviluppato l’abitato medievale che si fonda su preesistenti strutture etrusche e romane. Al tempo le due chiese si trovavano all’interno della cinta muraria; nell’area di San Pietro furono costruite strutture abitative, oltre al palazzo episcopale e torri di difesa (due delle quali svettano ancora nell’attuale contesto paesaggistico, mentre le altre mozzate sono comunque ancora riconoscibili). Dal XV secolo l’area fu esclusa dalla cinta muraria che si contrasse per motivi economici e difensivi. I due edifichi si ergono oggi pressoché isolati sul colle San Pietro e costituiscono un’immagine strepitosa dal belvedere della cittadina per coloro che, percorrendo la strada che conduce alla città, godono di scorci e punti di vista che hanno ispirato artisti e registi.

Il 6 febbraio 1971 le chiese e l’abitato di Tuscania subirono gravi danni a causa di un terremoto che provocò la morte di 31 persone e vide oltre 5.000 senzatetto. Le strutture di San Pietro e Santa Maria Maggiore furono fortemente danneggiate: andarono perduti gli affreschi del catino absidale di San Pietro, una delle poche testimonianze, giunte fino a noi, di pittura monumentale romanica dell’Italia centrale. I frammenti, recuperati subito dopo il sisma, sono stati in parte ricomposti nel palazzo episcopale attiguo alla chiesa, grazie ad un progetto realizzato dall’ICR e costituiscono la base e lo stimolo per la progettazione di un allestimento fruibile.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 85.400,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il rischio sismico è un concetto ibrido che dipende sia dalla pericolosità sismica propria di un territorio che da fattori antropici legati alla densità abitativa, la qualità e quantità delle costruzioni. Allo stesso modo sono ibridi i concetti di ricostruzione e di restauro che sono orientati in maniera importante dalla memoria collettiva. La memoria contribuisce non solo a recuperare il passato del ‘prima’ del terremoto ma, anche, a riorientare il ‘dopo’ in senso materiale e culturale: la memoria contribuisce a ricostruire legami sociali, idee di futuro.

La memoria collettiva rischia di estinguersi presto se non viene alimentata. Come trasmettere i risultati del lavoro di ricomposizione al pubblico? Come valorizzare le tracce archiviate della memoria?

Il progetto consiste nel realizzare, in corrispondenza dell’abside, la proiezione di un videomapping che ripercorra le fasi traumatiche dell’evento tellurico, della perdita dell’affresco e sua ricomposizione ideale attraverso i frammenti. Per realizzare questo obiettivo, è fondamentale procedere innanzitutto con la conservazione della zona absidale. Nel presbiterio rialzato, saranno effettuati interventi conservativi e di restauro che riguarderanno sia il pavimento in stile cosmatesco, a decorazioni geometriche, sia il muretto, che funge da sedile, per garantirne la stabilità e preservare la visibilità storica.

Oltre a questi interventi conservativi e di restauro, si procederà con l’intervento di reintegrazione, ispirata da Giovanni Carbonara e Cesare Brandi, con l’obiettivo di restituire al pubblico un’esperienza completa e significativa del monumento, nel pieno rispetto dell’autenticità storica e artistica dell’opera. Questo intervento prevede la ricostruzione dell’affresco perduto tramite il videomapping, una tecnica che non solo documenta il trauma del terremoto e la distruzione, ma contribuisce a ricomporre l’ideale e il significato originario dell’immagine, rendendola nuovamente leggibile e fruibile.

L'intervento di tutela e restauro mira a valorizzare il monumento come testimonianza storica e culturale, rafforzando il legame con la comunità. Utilizzando il videomapping, rende la sua storia più accessibile e coinvolgente, favorendo una fruizione innovativa e profonda.

Nello spazio dell’episcopio si propone l’intervento di restauro e la proiezione di un video con le testimonianze tratte dalle cronache del 1971.

Il progetto prevede:

  • Intervento di restauro del pavimento, in stile cosmatesco, del presbiterio rialzato.
  • Intervento di restauro e consolidamento del muretto della zona absidale.
  • Realizzazione di un videomapping della durata di circa 2 minuti all’interno della chiesa.
  • Fornitura, posa in opera su apposito supporto e realizzazione dell'impianto per garantire la funzionalità del videoproiettore.
  • Installazione di due rampe per agevolare il percorso.
  • Realizzazione di tre pannelli didattico informativi,
  • Realizzazione di un video.
  • Allestimento di uno spazio nell’episcopio.