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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il progetto per lo scalone monumentale (1643 - 1645) che dal chiostro palladiano immetteva al piano di rappresentanza del monastero e alla foresteria vecchia, costituisce -insieme alla Biblioteca- il risultato più clamoroso della lunga e continua attività di Baldassarre Longhena all’isola di San Giorgio Maggiore: una collaborazione che prende avvio nel 1638 e prosegue grazie alla carica di proto del monastero.
L’esecuzione delle statue è affidata a Giovanni Battista Paliari. Alla sua morte l’incarico passò prima nelle mani del fratello Giovanni e poi in quelle di Francesco Cavrioli. Nel 1671 il soffitto venne ornato dalla tela di Valentino Lefevre La visione di Giacobbe, a sottolineare il significato simbolico dell’ascesa alla pace degli ambienti monastici.
Informazioni sullo stato della conservazione
L’esame dello stato conservativo della pavimentazione ha evidenziato tipologie di deterioramento dovute alla presenza di umidità e stress meccanico che hanno portato all’impoverimento delle capacità meccaniche delle malte di sottofondo. La saturazione salina degli elementi si evidenzia con efflorescenze, generale perdita delle cromie, ma anche – e più gravi – fratturazioni, scagliature e mancanze. Queste condizioni amplificano le morfologie di deterioramento peculiari dei vari litotipi presenti. Benché meno preoccupanti, compromesse risultano anche le degli intonaci, dei pianerottoli superiori con tarsie policrome, e dell'apparato scultoreo.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Lo scalone è accessibile a tutti gli utenti e visitatori della Fondazione Cini, secondo le modalità pubblicate nel sito.
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA
RACCOLTA FONDI
Raccolta chiusa
FASE ATTUATIVA
Fine Lavori
IMPORTO 200.000,00 €
DESCRIZIONE INTERVENTO
La proposta di intervento si configura come un’operazione di manutenzione straordinaria, finalizzata non solo alla pulitura, desalinizzazione, integrazione delle lacune e al consolidamento degli elementi lapidei e litoidi, ma anche all’eliminazione dei fattori che possono determinare un apporto ulteriore di degrado futuro, attraverso la rimozione delle stuccature incongrue, il rifacimento dei sottofondi, il ripristino degli intonaci. L’intervento si articola in due livelli, secondo il diverso grado di urgenza. Il primo livello riguarda gli elementi lapidei e litoidi del piano terra, in particolare il tappetto marmoreo policromo e gli intonaci, direttamente interessati dall’invasione dell’acqua alta del 12 novembre e che maggiormente hanno mostrato un repentino aggravarsi delle condizioni di conservazione del manufatto.Il secondo interessa l’intero sviluppo della scala. Infatti, le porzioni superiori benché non direttamente interessate dall’invasione dell’acqua alta, hanno risentito degli effetti della marea eccezionale, a causa della risalita capillare e dell’inevitabile trasferimento di acqua salata dovuta al passaggio delle persone per l’emergenza. Si ritiene quindi opportuno un intervento manutentivo di minor intensità che interessi tutte le superfici lapidee dello scalone