Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Gli spazi attualmente denominati “Sale del Convitto” vennero realizzati durante il dominio austriaco, nell’ambito della militarizzazione dell’isola, in un’area libera, in precedenza destinata a orti come si evince dall’Iconografica rappresentatione della Inclita Citta di Venezia consacrata al Reggio Serenissimo Dominio Veneto di Lodovico Ughi del 1729. L’evoluzione di questi spazi durante il XIX secolo può essere dedotta raffrontando le vedute planimetriche della città. Nella pianta di G.A. Sasso e in quella di Paganuzzi, entrambe databili al terzo decennio dell’Ottocento, compare solo l’edificio prospiciente il molo, mentre l’icnografia di Combatti e quella di Perissini e Cattaneo, degli anni ‘40, mostrano due edifici indipendenti posti a formare una L, che risultano poi uniti in un unico organismo architettonico nella rappresentazione edita da Wagner e Debes negli anni ‘80.
A partire dall’aprile del 1951 questi spazi vennero dedicati all’istituzione del Centro Marinaro, voluto da Vittorio Cini per circa seicento allievi da destinare ai gradi inferiori della marineria e gestito da un ente cittadino di assistenza agli orfani di gente di mare e inaugurato nell’ottobre del ’52. L’edificio presentava gravi lesioni nelle ossature portanti che richiesero un rinforzo fondazionale e iniezioni cementizie, autorizzate dalla Soprintendenza a patto che rimanessero invisibili allo sguardo. Il prospetto esterno, così come le capriate del tetto non vennero modificati. L’organizzazione e l’allestimento degli spazi venne affidata a Luigi Vietti, i cui progetti si conservano presso l’Archivio dell’Ufficio Tecnico della Fondazione Cini.
Nell’edificio più antico vennero localizzate al pianterreno la cucina, la dispensa, la lavanderia, il refettorio, gli spogliatoi, l’ambulatorio, l’infermeria, il dormitorio maggiore e uno minore; al piano primo, i guardaroba, la stireria, la cabina per il censore, il dormitorio maggiore. Nell’altra ala, al piano terra le aule per la cultura generale, e al piano di sopra la cappella, le sale di doposcuola, di lettura, ricreazione e un altro dormitorio.
In aderenza alla nuova funzione i colori dominanti furono il rosso e il turchese, connotanti la marina.
Dopo un restauro condotto dall’architetto Cattaruzza nel 2007, i locali sono stati convertiti in Centro espositivo
Informazioni sullo stato della conservazione
Il fabbricato necessita di interventi su piani diversi. In primis, è necessario provvedere a un'intervento di consolidamento di alcune capriate di tipo composito che sorreggono il tetto per una luce di 14 metri: da quanto si è potuto constatare il legno non è oggetto di infiltrazioni ma si registrano fessure, sconnessione dei dardi di Giove, possibili rotture di schianto, disallineamenti e discontinuità tra gli elementi, che limitano o impediscono il corretto funzionamento delle catene e compromettono il bilanciamento delle spinte del sistema capriata. il progetto gode di autorizzazione SABAP, poichè FGC ha ghià provveduto ad intervenire in somma urgneza su alcuni elementi che si mostravano maggiornmente degradati
Questi fenomeni interessano in particolare le strutture del lato est dell’edificio, dove si può rilevare anche un quadro fessurativo di recente formazione sulle murature. In particolare l'angolata sud-est mostra una lesione di alcuni centimetri, probabilmente con spostamenti. Cedimenti interessano anche la gronda in pietra, in particolare sul fronte sud, che mostra alcuni cedimenti localizzati legati allo stato tensionale. Nell'edificio si rende inoltre necessario un adeguamento impiantistico volto a un miglior controllo delle condizioni microclimatiche e a un maggior risparmio energetico. Infine sono necessari alcuni interventi di manutenzione ordinaria, volti alla riconfigurazione dello spazio espostivo (levigatura pavimenti, sistemazione delle dipinture interne, revisione dei serramenti).
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il Convitto è aperto al pubblico secondo gli orari delle esposizioni ospitate. Si rimanda a: https://www.cini.it/