Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il sito archeologico di Pava è stato individuato dall'Università di Siena nel 2001 e oggetto di scavi archeologici dal 2004. Le ricerche hanno messo in evidenza una generica frequentazione etrusca, seguita dall'impianto nel corso del II secolo d.C. di una villa romana con funzioni di accoglienza per i viaggiatori. Nella seconda metà del V secolo d.C. la parte di rappresentanza della villa viene trasformata in chiesa. Una chiesa monumentale con dimensioni di 32 m x 20 m, caratterizzata da una planimetria molto originale di ispirazione nord africana, al momento ancora unica in Italia. Si tratta di una pianta a doppia abside contrapposta, dotata di accesso sul fianco meridionale all'altezza della giunzione dell'abside occidentale. Altri elementi originali si trovano al suo interno, il recinto e il banco presbiteriale risentono delle influenze nord adriatiche, il battistero ad immersione di forma circolare, il matirium nell'abside occidentale. La struttura mostra una prima crisi alla metà del VI secolo d.C. momento in cui viene depositato un ripostiglio di monete, sei d'oro e venti d'argento, recuperato dagli archeologi dell'Università di Siena nel 2006. In seguito molte sono le fasi di trasformazione segnate da una progressiva tendenza verso una semplificazione della pianta che nel XII secolo si riduce ad una aula rettangole. Un altro elemento di grande rilievo scientifico è il cospicuo cimitero circostante la chiesa del quale al momento sono state scavate circa 900 sepolture con un orizzonte cronologico che si estende dalla tarda età romana fino al basso medioevo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il sito archeologico è stato oggetto di numerosi tentativi di restauro da parte dell'Università di Siena e di altri esperti. Purtroppo a fronte di un monumento ambizioso e eccezionalmente originale la qualità dei materiali utilizzati per la sua edificazione è povera e sostanzialmente impossibile da preservare.
Di comune accordo con la Soprintendenza competente abbiamo deciso di ricoprire le murature con inerte auto consolidante cercando ci disegnare la pianta della grande chiesa paleocristiana. Lo stato di conservazione del bene è quindi al momento del tutto coerente con le prescrizioni redatte dalla soprintendenza.
L'area archeologica di Pava ha complessivamente un’estensione di tre ettari. L'area di sedime archeologico ha una superficie di ca. 1000 mq. Nel resto dell'area, L'Università di Siena e l'Università Federico II di Napoli che partecipano con i loro docenti alle attività scientifiche della Fondazione PAVA, in stretta collaborazione con la Soprintendenza competente, stanno cercando di realizzare un museo dei paesaggi che si sono susseguiti dalla contemporaneità all'età etrusco-romana. L'idea di fondo consiste in un viaggio a ritroso nel tempo. L'accesso del parco porta verso uno spazio destinato ad ospitare le tipiche coltivazioni monocolturali della contemporaneità (girasoli, grano, ecc). A seguire si passa al paesaggio del bosco, caratterizzato dalla quercia e dal leccio, tipico dell'economia medievale (la ghianda per il maiale allevato ad uno stato semi-brado, il taglio della legna e le carbonaie, ecc). Infine il paesaggio della vite associata a tutori vivi, nello specifico, all'acero campestre; una coltivazione caratterizzata dalla promiscuità con vari tipi di coltivazioni tra i filari che a differenza delle coltivazioni intensive odierne erano distanti fino a 9 m.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'area archeologica di Pava è sempre aperta e vistabile gratuiramente.