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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La Casa del Diavolo (in dialetto locale Cà del Diavol)è una torretta costruita a ridosso del fiume Pioverna. Non se ne conosce l’origine e la funzione ma da una stampa risalente al 1834 sappiamo che in quell’anno era già esistente. Annotazioni ancora più antiche fanno pensare alla costruzione della casa addirittura nel tardo ‘600, con lo scopo di controllare la navigazione lacustre. Il suo nome è legato alle figure mitologiche, fra cui un satiro, che decorano la facciata dell’ultimo piano.

La torre, con pianta ad esagono irregolare, si sviluppa per tre piani fuori terra collegati internamente da una scala a chiocciola ad oggi accessibile solo all’ultimo piano attraverso la passerella che permette la visita all’Orrido di Bellano. Il fabbricato appare come un’architettura semplice con fronti caratterizzati da finestre con ringhiere. La costruzione assume un fascino tutto suo che ha fatto nascere negli anni numerose dicerie sulle reali funzioni di questo edificio.
In alcuni trattati si riporta: “…torre ardita e bizzarra affrescata attualmente all’esterno con draghi e diavoli, figure oramai sbiadite, e impiantata su uno spuntone di roccia a strapiombo del fiume Pioverna”.

La prima descrizione è del 1656 in “Rosa Vermiglia” composta da Gerolamo Vitali, milanese. Nella descrizione dell’Orrido si riporta: ” ….ammireresti dall’altra Rotonda Torre nell’acque vittoriosa, che dall’aura felice et fresca, ed del dominio de’ pesci si fa tutta Signora….”. Successivamente il naturalista Domenico Vandelli che nel corso del 1763 aveva fatto perlustrazioni sul lago di Como tenendo un dettagliato diario e resoconto delle sue scoperte così cita: “Presso all’Orrido vi sono due camere del Sig. Abbate Parravicini Rondoni, ornate di specchi di marmo nero murati, ed altri con figure di animali etc…La camera inferiore ha piccolo gabinetto che riguarda l’Orrido nel quale vi è una grotta ripiena di chiocciole marine ed il muro intonacato con marmo ed altra a settentrione similmente ornata”. Le camere dell’Abbate Parravicini Rondoni, presso l’Orrido, che si dilettava a collezionare fossili sono quelle dell’attuale Cà del Diavol che poi sono state spogliate nel corso dei secoli. La famiglia Rondoni dal 1721 (catasto teresiano) fino ai primi del 1800 era proprietaria dell’Orrido e del complesso Ex Cotonificio Cantoni, la cui torretta compare nello stesso catasto al nr.124. Questa torre è un simbolo ed è riprodotta e descritta in tutte le incisioni, dipinti, cartoline e pubblicazioni del ‘700, ‘800, ‘900 fino ad oggi, pubblicazioni relative alla descrizione delle bellezze naturali e paesistiche del Lago di Como.

Informazioni sullo stato della conservazione

Attualmente l'edificio si trova in precario stato di degrado, con presenza di infiltrazioni, ammaloramenti delle solette, mancanza di infissi e porte,  ed un generale degrado di pareti, pavimenti e copertura. Manca anche l'accesso alla struttura, in quanto la sua posizione la rende ad oggi interclusa ai visitatori, trovandosi dietro alla condotta forzata dell'acqua che la rende inaccessibile. La riqualificazione dovrà prevedere un puntuale intervento di tipo conservativo e precisamente di restauro e risanamento conservativo delle facciate e dei dipinti siti nella parte soprastante dei fronti. Per le porzioni sottostanti agli affreschi invece potrà essere prevista una ripulitura ed un ripristino generale dell’intonaco.

Il progetto dovrà prevedere altresì la verifica e il risanamento della struttura portante dell’ edificio e il restauro completo delle varie componenti edilizie.

La copertura, viste le attuati condizioni di obsolescenza in cui verte, verrà completamente rinnovata.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Ad oggi la torre non è fruibile al pubblico.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 20.000,00 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

La rivalorizzazione dello storico edificio della Casa del Diavolo (Cà del Diavol) prevede l’insediamento di un punto informativo ed espositivo multimediale, in grado di accogliere i visitatori. Dal punto di vista architettonico, in relazione alle sue caratteristiche dimensionali, l’intera struttura sarà adeguata a tale scopo.

In generale, la riqualificazione dovrà prevedere un puntuale intervento di tipo conservativo e precisamente di restauro e risanamento conservativo delle facciate e dei dipinti siti nella parte soprastante dei fronti. Per le porzioni sottostanti agli affreschi invece potrà essere prevista una ripulitura ed un ripristino generale dell’intonaco.

Il progetto dovrà prevedere altresì la verifica e il risanamento della struttura portante dell’ edificio e il restauro completo delle varie componenti edilizie.

Il progetto di recupero e rifunzionalizzazione si baserà quindi su un continuo e dichiarato alternarsi di parti conservate e di parte rinnovate/aggiunte, nel rispetto della memoria dell’edificio e dei suoi caratteri peculiari, in armonia con il contesto paesaggistico di riferimento.