Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il complesso archeologico è localizzato al margine sud orientale del colle Aventino in parte sotto la chiesa di Santa Prisca e in parte nel giardino della canonica.
L’area è stata oggetto di importanti ritrovamenti fin dal XVIII secolo quando viene scoperto un oratorio datato al IV sec. d.C. ornato con pitture degli Apostoli di cui non rimane purtroppo alcuna testimonianza in situ.
Nel 1935 alcuni scavi intrapresi dai padri Agostiniani negli ambienti sottostanti la chiesa portano in luce il santuario dedicato a Mitra e altri ambienti di età imperiale ad esso connessi.
Successivamente, a partire dal 1952, l’Istituto Storico Olandese si dedica, in regime di concessione, a una serie di campagne di scavo del sito i cui risultati sono confluiti nel 1965 in una pubblicazione.
Tale contributo editoriale si concentra sull’aula mitraica - decorata con preziosi affreschi e ricavata nel III sec. d.C. nel braccio di un criptoportico di una casa privata - lasciando sostanzialmente inedita l’area archeologica indagata dagli Olandesi negli anni 1964-1966 nel giardino a sud della chiesa.
La recente rilettura di questo settore ha consentito di riconoscere fasi di frequentazione dell’area comprese tra il IV secolo a.C. e l’età post antica pertinenti ad un importante complesso residenziale articolato su terrazzamenti collegati da scale.
Sebbene gli apparati pittorici e pavimentali dell’impianto abitativo abbiano restituito solo lievi evidenze archeologiche, la fitta successione stratigrafica dei resti unita alla lettura delle fonti antiche lascia immaginare ambienti di lusso finemente decorati appartenuti a famiglie molto vicine alla corte imperiale. Di recente è stato ipotizzato che alcune strutture sotto la chiesa siano appartenute a L. Licinio Sura, fedele amico dell’imperatore Traiano.
In particolare degni di menzione sono due pozzi per la captazione dell’acqua forse connessi con l’Acquedotto Appio che attraversa l’Aventino dalla fine del IV sec. a.C. con un percorso ipogeo; la fase tardo repubblicana (II-I sec. a.C.) riconducibile ad alcuni ambienti a due piani con rivestimento in opera incerta e in opera reticolata; i resti di età giulio-claudia (I sec. d.C.) pertinenti ad un impluvium e ad una pavimentazione in opus sectile; il massiccio intervento edilizio risalente all’età traianea (II sec. d.C.) con la realizzazione di un criptoportico a tre braccia con funzione di sostruzione e contenimento del colle e infine nel III sec. d.C. l’inserimento del mitreo nel criptoportico che farà da base per lo sviluppo della successiva struttura ecclesiastica.
Informazioni sullo stato della conservazione
Nell’area sono visibili strutture conservate per un’altezza massima di m. 2,00 consistenti in murature in opera quadrata di tufo, con rivestimenti edilizi in opera incerta, in opera reticolata e in opera laterizia che necessitano di restauri e consolidamenti.
Rimangono anche importanti resti pavimentali in opus sectile, in mosaico recanti tracce di un impluvium e in opus spicatum. Si osserva anche un interessante pavimento in elementi marmorei policromi di reimpiego a testimonianza della fase di vita di epoca tardo antica del sito.
E’ a vista anche il sistema di smaltimento delle acque costituito da fognoli in mattoni laterizi con copertura a cappuccina che doveva correre originariamente al di sotto dei piani pavimentali
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Attualmente sono aperti al pubblico - periodicamente e in occasioni straordinarie - il mitreo, alcuni ambienti di età romana ad esso afferenti e la cripta della chiesa decorata con affreschi di epoca rinascimentale raffiguranti scene di vita di Santa Prisca attribuiti ad Anastasio Fontebuoni e alla sua cerchia.