Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Il Sarcofago degli Sposi rappresenta una delle più importanti espressioni della civiltà artistica etrusca, e costituisce un documento eccezionale sulla vita quotidiana e sui costumi funerari di questo popolo.
Realizzato a Cerveteri intorno al 520 a.C., era destinato a contenere le ceneri dei due defunti, le cui figure sono realizzate in uno stile caratterizzato dai profili allungati, dall’accuratezza dei particolari delle vesti e delle pettinature, elementi propri delle influenze artistiche greco-orientali, che in questo periodo a Cerveteri erano predominanti.
E’ un capolavoro conosciuto in tutto il mondo. I due sposi ci guardano, dialogano e suscitano domande. Il loro abbraccio evoca una storia d’amore e arriva al cuore delle persone: è magnetico.
Era il 9 aprile del 1881 quando a Cerveteri, in una località della tenuta del principe Francesco Ruspoli, detta “della Banditaccia”, vennero alla luce gli innumerevoli frammenti del Sarcofago degli Sposi, il capolavoro assoluto dell’arte etrusca risalente a circa 2.500 anni fa. È un’urna di dimensioni colossali caratterizzata da una parte inferiore a forma di letto (la kline), in cui venivano deposte le ceneri dei defunti, e da una parte superiore, con funzione di coperchio, modellata in modo di raffigurare una coppia di coniugi semidistesi a banchetto. Il letto è ornato di fregi vegetali ed è dotato di un voluminoso materasso rivestito da una coperta.
È l’opera più fortemente identitaria del Museo di Villa Giulia, legata profondamente al fondatore, Felice Barnabei, che con ostinata determinazione riuscì ad acquistare per 4 mila lire quel mucchio di “rottami fittili”, quattrocento frammenti, che oggi sono diventati un simbolo indiscusso dell’arte etrusca e capolavoro del Museo.
Barnabei affidò il restauro al bravissimo ramaio orvietano Cristoforo Ravelli che costruì “una specie di incannucciata di lastre di rame che doveva formare lo scheletro del sarcofago”. Su questa furono montati e incollati con un semplice mastice a base di colla di pesce, molto economico, tutti i frammenti, accuratamente ripuliti da Natale Malavolta. Barnabei, che nel dirigere il restauro aveva voluto che si procedesse senza integrazioni delle lacune e senza stuccature delle linee di frattura, come ben documentano le foto d’archivio, salutò come un miracolo la ricomposizione del sarcofago che dopo tanto tempo riuniva le due figure nella tenerezza di quell’abbraccio. Il restauro costò 21.000 lire.
Informazioni sullo stato della conservazione
Oggi le condizioni di conservazione appaiono precarie. La superficie esterna del sarcofago è offuscata da depositi incoerenti e vecchi protettivi, ormai alterati. La superficie interna risulta poco leggibile per la diffusa presenza dei materiali aggiunti in occasione degli interventi precedenti. Ad una attenta osservazione si riscontrano molteplici danni di tipo fisico, quali fessurazioni e fratture, sia pregresse che di nuova formazione dovute anche alle vibrazioni prodotte dal passaggio veicolare e su rotaia che interviene a poca distanza dal Museo.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il Sarcofago degli Sposi è attualmente esposto nella Sala 12. Dal momento che si tratta di una delle opere più celebri e amate del Museo, è previsto l’allestimento di un open laboratory che consenta al pubblico di assistere allo svolgimento delle operazioni di restauro.
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 8.30 - 19.30. Chiuso il lunedì, il 1 gennaio e il 25 dicembre. Quando il lunedì, giorno di chiusura, coincide con una festività (es. lunedì dell'Angelo) il Museo rimane aperto.