Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Villa Giulia, costruita da papa Giulio III tra il 1550 e il 1555, rappresenta uno splendido esempio di villa rinascimentale, sorta come residenza suburbana, analogamente ad altri complessi cinquecenteschi di Roma e dintorni. Al progetto e alla realizzazione parteciparono i più grandi artisti dell'epoca: per l’apparato pittorico Prospero Fontana, Taddeo Zuccari, Pietro Venale e loro botteghe; per l’impianto architettonico Giorgio Vasari, Jacopo Barozzi da Vignola e Bartolomeo Ammannati, con la supervisione di Michelangelo secondo quanto asserito dallo stesso Vasari.
Il Ninfeo è il cuore degli splendidi giardini di Villa Giulia, con la fontana progettata da Bartolomeo Ammannati, le cariatidi a sorreggere la balconata in travertino e il mosaico dedicato a Tritone, oggi tornato allo splendore di 500 anni fa.
In una lettera a Messer Marco Mantova Bonavides in Padova il 2 maggio 1555, Bartolomeo Ammannati scrive:
“In questo medesimo piano vi son due belle loggette, l’una all’incontro dell’altra, e riccamente ornate di stucchi con figure e festoni a bellissime foggie … Ed in ciascuna facciata di questa loggia vi è un nicchio grande in mezzo a due piccoli: nel grande, Ercole; negli altri Mercurio e Perseo. Vi sono all’incontro tre altri nicchi simili a questi: nel maggiore, Cerere: negli altri Apollo e Giacinto. All’incontro dell’entrata, nel grande vi è Venere, ne’ piccoli Adone e Cupido”.
Nel ninfeo un ventaglio di marmi policromi, dal giallo antico al verde e pavonazzetto, venati di bianco, massima espressione di raffinatezza nella moda del Cinquecento, la bianchissima bellezza delle Cariatidi erette a emiciclo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il Ninfeo di Villa Giulia, con il suo complesso apparato architettonico di contorno, arricchito da raffinate decorazioni in stucco, materiali lapidei e statuaria, è fortemente compromesso da fenomeni di degrado strettamente connessi alla sua collocazione in ambiente esterno.
In particolare, possiamo imputare tali fenomeni alla presenza di microflora (colonie algali e in misura minore a muschi), di piccole piante, di umidità e di particellato atmosferico. Le superfici del Ninfeo di Villa Giulia, in particolare quelle orizzontali, sono chiaramente esposte ad assorbimento in occasione degli eventi meteorici. La forte presenza di umidità e la particolare conformazione architettonica determina quindi un microclima ideale per la proliferazione di microrganismi e piante superiori. Sulle zone più riparate dal dilavamento si rilevano inoltre depositi di particolato atmosferico provocato dalla combustione degli idrocarburi. La conseguente azione dilavante ha consunto la pietra mettendone a nudo il chiaro delle superfici.
La fontana bassa con le statue delle cariatidi in marmo, le pareti architettoniche di contorno, il pavimento in marmi policromi e il mosaico lapideo di epoca romana, risentono delle problematiche conservative già esposte, con l’aggravarsi della presenza dell’acqua della fontana. Questo elemento ha chiaramente favorito ulteriormente lo sviluppo di forme vegetali ed ha provocato il deposito e l’accumulo di concrezioni calcaree sulle superfici. È da rilevare inoltre che la pendenza della pavimentazione determina un ristagno d’acqua piovana sulle superfici corrispondenti il peristilio della fontana.
Il frammento di mosaico del Ninfeo di Villa Giulia mostra gli effetti di una serie di fenomeni di degrado comuni ai mosaici esposti all’aperto. Oltre allo sviluppo di microrganismi che ne alterano l’aspetto (i cui processi di sviluppo abbiamo già trattato) i problemi maggiori sono da imputare al distacco e alla perdita di singole tessere o di interi gruppi. Seppur risparmiato dal calpestio dei visitatori bisogna considerare che in occasione di eventi meteorici come il perdurare di piogge battenti o di grandinate le superfici sono sottoposte ad una azione meccanica che provoca nuovi fenomeni di distacco. Una volta iniziato questo processo di distacco procede in maniera esponenziale e moltiplica i fronti aperti a nuovo degrado.
Per quanto riguarda lo sviluppo di agenti biodeteriogeni poi è importante considerare che dopo una colonizzazione primaria a carico di microrganismi, lo sviluppo di piante superiori aggrava le condizioni di adesione a causa della pressione esercitata dagli apparati radicali. In seguito al cedimento strutturale degli strati sottostanti si sono aperte delle lesioni lungo il perimetro del mosaico in corrispondenza della cornice in marmo verde. All’interno di tali discontinuità hanno trovato possibilità di sviluppo piante superiori.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 9.00 - 20.00. Chiuso il lunedì, il 1 gennaio e il 25 dicembre. Quando il lunedì, giorno di chiusura, coincide con una festività (es. lunedì dell'Angelo) il Museo rimane aperto.