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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L’Università di Padova, fondata nel 1222, acquisì il Palazzo del Bo nel 1493.  L’aspetto attuale del palazzo si deve al rettore Carlo Anti che durante il suo rettorato (1932-1943) avviò un importante intervento edilizio. Grazie al lavoro di diversi artisti, coordinati e diretti dall’architetto e designer milanese Gio Ponti, la sede del Rettorato si arricchì di affreschi e arredi che disegnano lo spazio raccontando la storia dell’Ateneo rileggendola all’interno di una scelta stilistica concettuale coerente e moderna.

Le opere che andranno al restauro sono conservate nella Sala dei Quaranta. Questa sala prende il nome dai 40 dipinti conservati che coprono quasi interamente le pareti. La sala è stata pensata, nel suo aspetto attuale, dal designer Gio Ponti e ospita anche la cattedra di Galileo.

Le tele

I 40 dipinti sono relativi a personaggi internazionali che sono passati per le aule dell’Università di Padova, come studenti o insegnanti. Le loro storie raccontano come l’Ateneo sia sempre stato un centro di diffusione del sapere, in tutti i campi: sono rappresentati giuristi, umanisti, medici, botanici, naturalisti, poeti, vescovi, provenienti da diverse zone geografiche, a ricordare la vocazione internazionale dell’Ateneo. I ritratti furono commissionati da Anti a Gian Giacomo Dal Forno.  Il pittore, catanese di nascita ma milanese di adozione, studiò e si formò a Milano, dove frequentò l’Accademia delle belle Arti di Brera. 

I labari

Nella stessa sala sono stati a lungo conservati 7 labari delle Facoltà o Scuole. Per i festeggiamenti del settimo centenario dell’Università di Padova, comitati di “signore e signorine” in diverse città raccolgono fondi per creare dei labari per le 6 Facoltà dell'epoca. I labari di seta, ricamati in oro e alcuni anche dipinti, oltre al colore e al simbolo della Facoltà portano in alto a sinistra lo stemma della città che lo ha donato. Così il labaro destinato alla Facoltà di Medicina riporta l’immagine di Igea e lo stemma di Trieste; quello della Facoltà di Lettere e Filosofia, l’ala d’aquila e lo stemma di Trento; quello della Facoltà di Giurisprudenza, l’immagine della giustizia e lo stemma di Fiume; quello della Facoltà Fisico-matematica la civetta e lo stemma della città di Vicenza; quello della Scuola degli Ingegneri, oltre al “Genio” con i simboli professionali, quello di Udine; il serpente della Scuola di Farmacia quello di Verona. A questi sei labari, viene aggiunto successivamente quello della Facoltà di Magistero.

Informazioni sullo stato della conservazione

Le tele

Le tele evidenziano dei cedimenti del tessuto, in particolare lungo i bordi, con perdite di adesione tra supporto e pellicola pittorica. La fragilità dovuta alle caratteristiche del tipo di tessuto è stata ulteriormente favorita dai supporti lignei che hanno prodotto deformazioni e allentamenti della tela. Alcune tele presentano delle lacerazioni e in generale la pellicola pittorica è ingrigita dallo sporco superficiale.

I labari

Lo stato di conservazione dei 7 labari è vario. Tutti presentano macchie e depositi di polvere e sporco che appesantiscono il ricamo, le superfici dipinte e la stoffa che compone il supporto. Alcuni si presentano con strappi, lacerazioni, perdita di materiale e la parte posteriore pesantemente compromessa. Inoltre, alcune asole di tessuto che avvolgevano l’asta in metallo che li sosteneva sono completamente disfatte, rendendo di fatto pericoloso conservarli appesi alle pareti.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

È possibile accedere agli spazi interni del palazzo esclusivamente attraverso le visite guidate. La prenotazione è obbligatoria per i gruppi (minimo 15 persone) e consigliata per i singoli visitatori.

Da Lunedì a Venerdì
9.30* (in italiano) - 10.30 (in inglese) - 11.30 (in italiano) - 12.30 (in inglese)
14.30 (in inglese) - 15.30 (in italiano) - 16.30 (in inglese) - 17.30* (in italiano)
* di norma non effettuati nel periodo invernale (novembre-febbraio)

Sabato
9.30 (in italiano) - 10.30 (in inglese) - 11.30 (in italiano) - 12.30 (in inglese)

Per prenotare la visita di Palazzo Bo

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 31.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Dopo avere condotto le necessarie prove sulle parti dipinte e ricamate, verranno puliti con il sistema più consono alla delicatezza e fragilità sia dei supporti che delle parti ricamate e pittoriche. Le fodere verranno scucite e pulite a parte.

Le fodere completamente rovinate andranno sostituite con fodere dello stesso colore delle originali, e verranno consolidati i supporti, sia originali che nuovi. Le lacerazioni saranno risarcite cucendo con fili di seta e ripristinando l’integrità dei labari. Saranno risarcite anche le asole rotte e restaurate le aste metalliche che sostengono i labari.

Il valore del restauro di un singolo labaro è di 4.500 euro 


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 172.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

 

Le tele sono state realizzate negli anni Quaranta utilizzando la viscosa, materiale reperibile con minor difficoltà durante il periodo bellico. Oltre a ciò la viscosa fu scelta per le sue caratteristiche di morbidezza con l'intento sperimentale di trasmettere «movimento e flessuosità». Le fibre di viscosa sono però particolarmente delicate e nel corso degli anni le tele hanno lentamente ceduto in diversi punti.

Il restauro su viscosa è un intervento particolarmente difficile e consiste nel rintelare ogni singola tela mantenendo il carattere originale di flessuosità e movimento dato da questo materiale. Verrà inoltre eseguita una pulitura della pellicola pittorica di tutte le tele in quanto risulta essere piuttosto ingrigita da depositi di sporco superficiale.

Il valore del restauro di una singola tela è di 4.300 euro.