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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il Castello è detto Oldofredi per la presenza in Iseo di questa nobile famiglia di parte ghibellina, favorevole ai Visconti ed agli Scaligeri e acerrima avversaria della Repubblica Veneta. Il corpo più antico è costituito da un grande torrione, non più visibile dall’esterno, posto nell’ala meridionale, i cui resti si possono ammirare unicamente al primo piano dell’attuale sede della Biblioteca Comunale. L’imponente struttura a pianta quadrata misura quasi dieci metri di lato, muri spessi due metri e altezza di circa dodici metri dalla base. La torre era quasi sicuramente un “mastio” che sorgeva isolato all’interno di una palizzata difensiva della quale non è rimasta alcuna traccia. Le caratteristiche formali della struttura consentono una datazione tra la fine dell’XI e l’inizio del XIII secolo. Sul sito della fortificazione più antica, di cui venne mantenuto solo il “mastio”, fu eretto nel corso del XIII o del XIV secolo il nuovo Castello a pianta rettangolare di 47 per 28 metri circa di lato. Esso era costituito da cortine rettilinee, difese ai quattro angoli da torri scudate a canna quadrangolare su base scarpata, poggianti direttamente sul banco roccioso. Il Castello era circondato da un profondo fossato scavato nella roccia viva, ancora oggi visibile sui versanti sud e ovest se pur parzialmente colmato, e vi si accedeva sia da nord sia da sud attraverso due ingressi con arco a sesto acuto nelle cui chiavi di volta era raffigurata l’arma dei Della Scala. Le caratteristiche strutturali e la netta separazione dall’abitato identificano la fortificazione quale vera e propria rocca concepita come caposaldo strategico della difesa del territorio e come apparato di controllo militare del corpo urbano. Quando si affermò il dominio veneziano, il Castello di Iseo perse la sua importanza militare divenendo proprietà della famiglia Celeri; verso la fine del XVI secolo la sua manutenzione divenne un peso insostenibile anche per quest’ultima nobile stirpe e la cittadinanza iseana chiese al Senato della Repubblica Veneta che l’immobile fosse donato ai Frati Francescani Cappuccini. Nel 1585 il castello fu adattato a convento e di questa nuova destinazione si conservano il corpo a tre piani con portico e loggia situato sul lato meridionale del cortile e la chiesa di San Marco, attualmente adibita a sala civica. Nel 1797, in seguito agli editti napoleonici che confiscavano i beni degli enti religiosi, i frati furono costretti ad abbandonare il convento; il castello, divenuto proprietà privata, fu trasformato in appartamenti mentre alla cortina meridionale della rocca fu addossata una filanda. Il complesso fu acquistato dal Comune di Iseo negli anni Sessanta del Novecento e da allora iniziarono le opere di recupero e restauro.

Informazioni sullo stato della conservazione

La parte ad oggi fruibile è in normale stato di conservazione, la parte oggetto di intervento è stata fino al 2015 adibita ad alloggi ed il progetto prevede la trasformazione in "Museo della Città". 

 

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

 

Ad oggi i locali ospitanti la biblioteca comunale sono fruibili al pubblico nei seguenti giorni ed orari: 

lunedì 14.00 - 18.30

martedì 9.00 - 12.00 / 14.00 - 19.00

mercoledì chiuso

giovedì 14.00 - 18.30 / 19.30 - 21.00

venerdì 9.00 - 12.00 / 14.00 - 19.00

sabato 9.00 - 12.00 / 14.00 - 19.00

 

L'auditorium del Castello Oldofredi apertura su prenotazione per eventi, convegni e matrimoni civili. 

 

 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 170.000,00 €

L'intervento è a totale carico di una Fondazione bancaria ai sensi della Risoluzione n. 87/E del 15/10/2015 dell'Agenzia dell'Entrate.

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DESCRIZIONE INTERVENTO

 

Lo studio generale coinvolge non solo la struttura dell’edificio nel suo insieme ma vuole leggere morfologicamente e matericamente tutti gli spazi esterni ed interni che creano il castello di oggi frutto di trasformazioni significative che vanno dal ricetto al monastero cappuccino e si spostano dall’apparato fortilizio alla dimora di libri. Conoscere e capire quale sia stato il lungo percorso che ci ha portato sino ai giorni nostri è il significato più alto e più responsabile che un’esposizione museale possa realizzare. Non solo luogo di conservazione ma anche luogo di promozione della conoscenza e di diffusione della cultura. E’ opportuno, fin da subito, fare chiarezza su alcuni concetti progettuali al fine di comprendere quanto verrà proposto.

  • Ricerca dell’equilibrio tra la nuova funzione del museo e la qualità dell’edificio.
  • Consci della stanchezza che l’idea tradizionale del museo può causare a chi lo usufruisce si deve provare a rendere la visita al museo un’esperienza unica.
  • Rispetto dell’impianto strutturale originale evitando l’uso di materiali estranei al contesto.

I lavori di restauro inizieranno cercando un collegamento possibile con i locali dell’ala sud posti al piano terra dell’edificio e attualmente adibiti a sede dell’archivio storico comunale. E’ stata prevista la demolizione della scala posta nell’angolo sud della corte interna. Ciò sarà possibile con la realizzazione, all’interno della torre sud, di una nuova scala in acciaio e pietra che metta in collegamento tutti i piani e permetta l’installazione di un piccolo ascensore per il superamento delle barriere architettoniche. Il secondo obiettivo è stato quello di individuare l’ingresso principale al piano terra con la trasformazione in porta d’ingresso del museo della finestra posta all’angolo della corte interna. Una volta stabiliti questi punti fissi, si è proceduto con la proposta di demolizione delle tramezzature interne dei locali interessati al fine di creare spazi adeguati al nuovo museo.

Dopo l’accesso al piano terra, in cui verrebbero ospitati la biglietteria ed un piccolo book-shop, si accede al piano primo che ospiterà la sala della “creazione” (sala con spiegazione dei fenomeni geologici che hanno portato alla formazione del lago e dei territori ad esso limitrofi) e successivamente la sala dell’epoca preistorica (periodo palafitticolo), quella del periodo romano (la formazione delle ville lungo il lago). Al secondo piano prosegue il percorso con le sale dell’epoca medievale (alto e basso medioevo), del periodo rinascimentale (trasformazione dei castelli in dimore private), del periodo barocco (civile e sacro), del settecento (palazzi e chiese), dell’ottocento (sviluppo del baco da seta e delle filande) per terminare con l’avvento della ferrovia e la trasformazione economica del borgo verso il turismo.