Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L'intenzione da parte di Papa Pio V di erigere un convento nella sua terra natale, con lo scopo primario di portare aiuto ai suoi concittadini duramente provati dalle guerre e dai saccheggi, risale al 1562, quando (allora cardinale) predispose che fosse acquistato un sedime nel sito del Castelvecchio, per la fondazione di un convento dedicato a Santa Croce e Ognissanti e destinato ai padri domenicani riformati della Provincia di Lombardia. In origine doveva quindi trattarsi di un'opera di poche pretese, un aiuto al paese natio da parte del cardinale. Tuttavia, quando il Ghislieri divenne Pontefice, tale progetto venne ampliato e rivisto: fu deciso, infatti, che il convento fosse eretto al di fuori del nucleo abitato, su un ampio sedime in aperta campagna, in posizione baricentrica rispetto a Bosco Marengo e Frugarolo, lungo la strada pubblica che univa i due paesi (antico tracciato di collegamento tra Alessandria e Genova), dovendo esso formare un nuovo polo di riqualificazione urbana all'interno di una città di nuova fondazione che avrebbe inglobato i due borghi.
Anche se non del tutto certo, sembra che la biblioteca sia stata tra le prime opere ad essere terminata all'interno del convento, anche alla luce del fatto che nel 1573 era già in atto l'acquisizione di codici e di libri. Lo spazio della biblioteca, che palesemente richiama il modello protorinascimentale della "Libreria" del Convento di San Marco a Firenze di Michelozzo, è organizzato in tre navate separate da colonne tuscaniche su alti plinti, coperta da volta a botte sulla navata centrale e da crociere su quelle laterali: l'organizzazione di tale spazio pare verosimilmente attribuibile ad un architetto di estrazione centroitaliana, forse il Danti. Lo spazio della biblioteca fu successivamente adibito a cappella.
L'edificio, terminato dopo la morte del Papa, aveva in origine carattere di "seminario", con la duplice funzione di convento e scuola per la formazione di giovani domenicani. Contribuì inoltre, dal punto di vista urbanistico, a rivitalizzare l'insediamento. Nel 1801, con l'avvento di Napoleone, il Complesso passò sotto il controllo della monarchia (prima francese e poi piemontese), perdendo così la sua funzione di edificio religioso con eccezione del periodo dalla caduta di Napoleone al 1860. Nel 1860 il convento venne definitivamente soppresso e il Complesso smembrato. La chiesa fu affidata a due Padri domenicani, le proprietà terriere vendute a privati. Dal 1894 la struttura è stata quindi destinata ad ospitare il Regio Riformatorio, con l'edificazione di una nuova manica a C nella quale furono realizzati i laboratori per il recupero dei minori.Dal 1934 il convento fu trasformato in Casa di Rieducazione per minorenni. Il Riformatorio venne chiuso all'inizio degli anni Novanta, ed è da quegli anni che si è prospettata la possibilità di allestire un Museo Vasariano in alcuni ambienti del piano terra vicino al Chiostro piccolo.
Informazioni sullo stato della conservazione
Nel 1998 il Comune di Bosco Marengo ha potuto beneficiare di alcuni finanziamenti legati alla legge speciale per il Giubileo impiegati per il ripristino dei locali del Chiostro piccolo, adattati a ostello per ospitare i pellegrini diretti a Roma in occasione del Giubileo 2000. Dal 2005 al 2010 sono stati apportati gli interventi di restauro e ristrutturazione di parte del Complesso che hanno interessato in particolare parte dei locali a piano terra, da adibire a refettorio, sale riunioni e Centro Congressi. In tutti i locali interessati dai lavori è avvenuta la ristrutturazione completa degli impianti e la realizzazione delle centrali tecnologiche. Il recupero ha anche interessato la copertura di parte del Complesso. La revisione generale del sistema delle coperture ha richiesto la ristrutturazione generale della struttura portante e del manto di copertura. Oltre a mettere in sicurezza le strutture dai pericoli di infiltrazioni di umidità, le opere eseguite sono state attente alla ricerca e al recupero delle finiture originali, occultate nel corso degli anni da interventi eseguiti in precedenza, soprattutto nel periodo della gestione carceraria del Complesso. I locali così restaurati hanno consentito di ospitare i lavori del World Political Forum (Il World Political Forum nasce da un'idea originale del Premio Nobel per la Pace Mikhail Gorbaciov), di conferire al Complesso di Bosco Marengo la dignità storica, artistica e architettonica che da sempre gli appartiene e di permettere la successiva apertura del Museo Vasariano e una più organica e continuativa attività di programmazione di eventi culturali nei rinnovati locali dell'ampio refettorio.
Il progetto relativo al Museo Vasariano, a partire dal più modesto obiettivo di rendere fruibili le tavolette dipinte dell'originario altare maggiore (progettato dal Vasari), si è poi ulteriormente sviluppato con il duplice intento da un lato di formulare una lettura complessiva della "macchina vasariana" e, dall'altro, di trasformarsi in un percorso sull'intero patrimonio di arredi che ha arricchito la Basilica attraverso i secoli. In questa prima fase, è stato definito l'allestimento della Sala del Capitolo, dedicata proprio alla lettura dell'altare Vasariano. A completare la Sala del Capitolo, un allestimento multimediale e sonoro accompagna i visitatori a conoscere, tramite video documentari, gli aspetti storico-artistici del Convento. Il Museo ha in progetto l'allestimento di altre sale volte a valorizzare il patrimonio artistico e religioso del Complesso.
Nel 2015 si è realizzato l'ultimo intervento con il recupero di alcuni locali del piano primo (adibiti ad uffici ed aule di formazione) ed il restauro dello splendido scalone di collegamento tra i due livelli. Richiedono interventi urgenti di recupero tutti gli ambienti (tra i quali la "Biblioteca") ed il loggiato che circondano lo splendido spazio del "Chiosto grande".
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Visite guidate ogni Sabato e Domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Durante la settimana su prenotazione