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L’Ente dichiara che il bene oggetto di erogazioni liberali è di interesse culturale ai sensi degli artt. 10, 12 e 13 del D.L.gs. 22 gennaio 2004, n.42 e s.m.i. (Codice dei beni culturali e del paesaggio)

Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Villa romana tardoantica (IV secolo d.C.) a carattere residenziale e produttivo, con mosaici di straordinario pregio ed eccezionale stato di conservazione. Dopo il rinvenimento nel 1885 di alcuni mosaici in parte strappati e venduti al Comune di Verona, nel 1922 venne individuata ed esplorata una parte del settore residenziale (pars urbana) dall'archeologa Tina Campanile, prima donna ammessa alla Scuola Archeologica di Atene. Nel 1974 uno scavo distrusse alcuni ambienti della villa fino ad allora sconosciuti. Del sito non era più nota l’esatta localizzazione: nel 2018 la Soprintendenza riprese le ricerche con la finalità della tutela vincolistica e nel 2019 fu individuata l’area. Negli anni seguenti, grazie ai fondi ministeriali, è stato intrapreso lo scavo archeologico in estensione. Oltre alla riscoperta dei mosaici visti nel 1922, che tanta eco mediatica ha suscitato sulla stampa nazionale e internazionale e sul web (“I mosaici romani tra i filari dei vigneti della Valpolicella”) e di cui è stato finalmente possibile apprezzare la pregevole tecnica realizzativa e lo straordinario stato di conservazione, ne sono stati riportati in luce nuovi con disegni geometrici, raffigurazioni naturalistiche e ritrattistiche. La parte residenziale della villa, scenograficamente disposta su terrazzamenti che assecondavano il declivio naturale del terreno, collegati da scalinate e ordinata attorno a un cortile-giardino centrale cinto dal peristilio, comprendeva un ampio e articolato settore termale. È stata rinvenuta una quantità notevole di frammenti di intonaci a vivaci colori, capitelli, fusti e basi di colonna, oltre a reperti metallici e a numerose monete. Il settore produttivo è caratterizzato dalla presenza di estesi vani lastricati; recentissima e particolarmente rilevante è l’individuazione di strutture dedicate alla produzione vinicola. Si ipotizza che l’abbandono e la spoliazione della villa siano avvenuti nel VI secolo; la successiva frequentazione del sito in epoca altomedievale, nei tre secoli successivi (VII-IX), è caratterizzata da demolizioni, nuove parziali edificazioni e dal riadattamento e riuso di alcuni ambienti superstiti. Sono riferibili a quest’epoca anche alcune sepolture in nuda terra o in cassa litica. Tutti i beni archeologici messi in luce appartengono allo Stato.

Informazioni sullo stato della conservazione

I resti lasciati in situ (i mosaici, le strutture pavimentali e murarie con residui degli intonaci dipinti) e i reperti lapidei e metallici, necessitano di urgentissimi interventi conservativi per arrestare il degrado incombente. Alcuni ambienti con mosaici pavimentali sono stati protetti con coperture provvisorie molto funzionali che consentono un agevole accesso ad archeologi e restauratori; altre ancora ne dovranno essere rapidamente realizzate per mettere in sicurezza tutte le aree particolarmente deperibili. Un primo intervento di restauro conservativo è in corso di realizzazione grazie ai cantieri scuola dell’Accademia di Belle Arti di Verona. Il progetto di musealizzazione, già abbozzato con il coinvolgimento dei funzionari architetti di questo ufficio, oltre alle inderogabili esigenze conservative, è finalizzato alla pubblica fruizione ai sensi dell'art. 102 del D.Lgs. n. 42/2004, e costituisce un'occasione unica per pervenire alla tutela integrale del sito (preservazione, conservazione e gestione); esso rappresenta il compimento del percorso di ricerca e di tutela integrale dell'area archeologica, che restituirà alla collettività nazionale e internazionale, già fortemente attenzionata dalla vasta eco mediatica di questa riscoperta, un nuovo luogo della cultura straordinariamente evocativo del paesaggio antico e perfettamente ambientato nell’attuale paesaggio agrario vitivinicolo della Valpolicella. La realizzazione di una struttura di copertura ecocompatibile, integrata nel contesto paesaggistico, garantendo condizioni ambientali adeguate, appare la modalità migliore per la conservazione e la pubblica fruizione delle strutture archeologiche messe in luce. Un percorso museale e didattico dotato delle più moderne tecnologie di comunicazione immersiva e di apparati digitali per la restituzione tridimensionale delle strutture archeologiche, dovrà offrire un'interpretazione del sito scientificamente corretta ma facilmente comprensibile e dovrà garantire accesso e fruibilità anche a persone ipovedenti e diversamente abili. Nello spazio museale e di accoglienza potranno trovare adeguata collocazione anche i reperti rinvenuti, in particolare gli elementi lapidei dell’apparato architettonico. È inoltre previsto il miglioramento dell’accessibilità all’area del sito, con modifiche alla viabilità stradale e ciclo-pedonale.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Attualmente il sito è fruibile solo su appuntamento.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 50.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Realizzazione di 2  coperture con struttura in alluminio e teli  con pareti apribili per la protezione dalle intemperie  delle aree scavate,  analoghe a quelle già esistenti,  al fine di consentire gli interventi conservativi più urgenti sulle pavimentazioni musive, con un clima controllato  e di permettere agli archeologi di proseguire l'indagine al coperto