Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
L'attuale Istituto Pietro Selvatico dall’imponente pronao dorico è primo edificio realizzato in città da Giuseppe Jappelli per la Pubblica committenza – Il progetto, prevedeva la dislocazione di un nuovo macello in una posizione eccentrica rispetto alla città e risale al 28 giugno 1808. Già il 4 giugno di quell’anno la Direzione di Polizia Medica aveva reso un rapporto sullo stato igienico di degrado delle vecchie “beccherie”, poste nel centro storico non compatibile con il benessere dei cittadini. Solo nel 1818 la commissione preposta, esaminati i due progetti presentati, uno del Sacchetti e l’altro dello Jappelli, approvava quello di quest’ultimo, giudicandolo più funzionale e regolare. Secondo quanto scrive l’architetto stesso, nella relazione del 1818, il progetto mirava a “combinare la più severa economia con quella decorazione robusta e modesta che mi sembra dover essere disgiunta dai pubblici edifizi, qualunque sia l’uso a cui devono questi servire”. I lavori appalti a tale Giovanni Nascimben iniziarono il 23 dicembre 1819.
Nella costruzione si impiegano dei pezzi di “masegna” a forma di cuneo, tratti dalle colonne maggiori della demolita chiesa di Sant’Agostino.
Il macello fu inaugurato nel settembre 1822, constava di una facciata posta sulla strada pubblica, ed era limitato, a nord, dal fiume e dalla cinta muraria. Un largo cortile circolare, al centro era adibito alla macellazione e aveva, come accessori indispensabili, una macchina idrofora, che traeva l’acqua dal fiume e un grande scolatoio. Nelle due ali laterali dell’edificio era una fabbrica di candele di sevo, composta da otto botteghe, e otto laboratori. Il frontone portava l’iscrizione dedicata al Podestà Antonio Venturini e datata 1821, anno in cui la costruzione fu terminata, redatta in questi termini: “Aere Municipali, Antonio Venturinio Urbis Rectore, Anno MDCCCXXI”. La funzionale essenzialità del progetto nel suo insieme non fu apprezzata dai contemporanei dell’architetto – che, concordi, lamentavano l’eccessiva altezza del frontone impostato direttamente sullo stilobate – se non per la soluzione del cortile circolare interno.
Il macello cessò di funzionare nel 1909 e dal 13 novembre 1910 ospitò la “Regia Scuola Pietro Selvatico per le arti decorative e industriali”.
Tra il 1916 e il 1919 l'edificio venne requisito dall'esercito per divenire sede dell'università castrense. Cosicchè l'attività didattica dell'Istituto Selvatico dovette trasferìrsi in alcune aule della facoltà d'ingegneria.
Dopo il 1919 l'edificio jappelliano tornò alla scuola d'arte.
Informazioni sullo stato della conservazione
L'edificio necessita di importanti lavori di restauro e adeguamento funzionale e alle norme di sicurezza come di seguito elencato:
Opere di rinforzo strutturale delle fondazioni poste lungo il canale del Piovego, delle murature portanti in mattoni pieni, degli orizzontamenti e della copertura.
Restauro dellel controsoffittature esistenti;
Risanamento e consolidamento degli intonaci;
Revisione completa della copertura in laterizio ivi compresi i lucernai esistenti e terrazza;
Revisione degli infissi con sostituzione di quelli ammalorati:
Interventi di adeguamento alle norme di prevenzione incendi con realizzazione di compartimentazioni, realizzazione di adeguate vie d'esodo con uscite di sicurezza, impianti elettrici e speciali si emergenza, di segnalazione incendi, impianti di estinzione incendi, Impianto di messa a terra;
Interventi di adeguamento igienico-sanitario e opere esterne di completamento
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L'edificio può essere visitato tutti i giorni feriali (sabato compreso) dalle ore 9.00 alle 16.00