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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il Tempietto longobardo di Cividale del Friuli, conosciuto anche come Oratorio di Santa Maria in Valle, è una delle testimonianze più interessanti e meglio conservate dell’edilizia longobarda. Gli stalli lignei intagliati e policromi, che si estendono dai lati dell'ingresso occidentale dell’aula fino al presbiterio e coprono la zona inferiore fino a un'altezza di oltre tre metri, ne costituiscono l’arredo più recente. Gli scanni addossati alla parete sud, quelli di sinistra rispetto all’ingresso, sono dieci e davanti a essi è posto un secondo ordine di stalli, una sorta di lunga cassa, nella cui parte anteriore sono incernierati nove semplici sedili reclinabili. Nella parte sommitale sono inseriti, sorretti da colonnine poligonali, tre leggii girevoli. I sedili della parete nord, invece, sono otto, mentre quelli inferiori sono sette e anche questi sono corredati di tre leggii girevoli. Al centro del sacello tra i due ordini di stalli è posto un leggio di legno sostenuto da una colonnina marmorea.

Gli stalli principali sono caratterizzati da una raffinata, seppur essenziale, complessità strutturale e da un elegante decoro policromo; la pulitura ha rivelato la grande quantità di colore che ancora riveste i seggi, che assunsero l’aspetto attuale nell’ultimo quarto del Trecento quando era badessa Margherita della Torre (1371-1402). Gli stalli inferiori, molto più semplici ed essenziali, sono probabilmente precedenti.

I carpentieri o marangoni che hanno eseguito il coro nell’ultimo quarto del XIV sec. sono verosimilmente di origine veneziana, come dimostrano le analogie con altri cori lignei della città di Venezia e di tutta l’area adriatica, da Verona a Parenzo, da Spalato a Zara. In tutti i complessi citati compaiono fogliami e intagli, cornici a testa di diamante e a dentelli che sono tipici delle opere lapidee veneziane trecentesche e che da queste sono state mutuate dai carpentieri che le hanno riproposte nelle loro realizzazioni in legno.

Informazioni sullo stato della conservazione

Nel corso dei secoli ci furono degli interventi manutentivi; ma il primo restauro documentato degli stalli è quello del 1859-1860, realizzato grazie al contributo di 2.268 fiorini stanziati dall’imperatore Francesco Giuseppe, quando Cividale faceva parte del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1856, infatti, Domenico Rubolo, ingegnere capo della Luogotenenza per le province venete, su incarico della Commissione centrale di Vienna, aveva predisposto un progetto generale per il restauro del Tempietto, che prevedeva anche un intervento sul coro ligneo. A questo importante intervento ne sono seguiti almeno altri tre, documentati, nel secolo scorso, anche se di minore entità: tra il 1960 e il 1968; in seguito al sisma del 1976, quando su tutte le superfici è stata applicata una spessa Vernice Flatting contenente anche sostanze cerose; nel 1998 quando sono stati oggetto di un intervento di disinfestazione dai tarli. L’intervento in corso prevede le seguenti fasi, in parte già realizzate: lo smontaggio degli stalli e il trasporto nell’abside della vicina chiesa di San Giovanni; il trattamento antitarlo; l’accurata pulitura di tutte le superfici; il risanamento dei setti portanti e la ricostituzione delle zone ammalorate - anche con l’aiuto di un pantografo a tre assi che ha richiesto un utilizzo intelligente della tecnologia a disposizione; il trattamento estetico; la realizzazione di un sistema agile e veloce di montaggio/smontaggio degli stalli, imprescindibile in un territorio considerato a rischio sismico; il rimontaggio espositivo. E’ stata condotta una campagna diagnostica approfondita e mirata.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il cantiere di restauro è aperto al pubblico con cadenze regolari. Sul sito www.sabap.fvg.beniculturali.it è pubblicato il calendario delle visite guidate. Dopo la conclusione dell’intervento gli stalli verranno ricollocati nell’aula del Tempietto longobardo. Orario estivo: da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 15.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.00-18.00. Orario invernale: 10.00-13.00 e 14.00-17.00; sabato, domenica e festivi 10.00-17.00.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 30.000,00 €

L'intervento è a totale carico di una Fondazione bancaria ai sensi della Risoluzione n. 87/E del 15/10/2015 dell'Agenzia dell'Entrate.

DESCRIZIONE INTERVENTO

Gli stalli principali sono abitualmente addossati alle pareti dell’aula. Quelli posti a sud sono dieci, preceduti da nove semplici sedili reclinabili; di fronte sono posti otto stalli principali e sette sedili inferiori, per un totale di trentaquattro sedute. I tre scranni della parete ovest, divisi dalla porta d’ingresso, sono caratterizzati da maggiori dimensioni e da un apparato decorativo più ricco. Come ricorda Mutinelli “gli stalli rivelano l’ordine gerarchico della comunità. Il seggio della Badessa, che nelle cerimonie solenni aveva diritto di anello e di pastorale, e quello della Reggente, la vera e propria Priora del convento, si scorgono a destra di chi guarda la porta maggiore che un tempo era l’entrata del sacello. Lungo i lati sedevano le Madri anziane e sui sedili mobili verso l’aula le novizie e le sorelle”. L’ordine inferiore degli stalli è in legno di larice. Il restauro finanziato dal MiBACT ha permesso il ripristino dell’altezza originale degli stalli grazie all’utilizzo di una soluzione tecnologica innovativa; l’asportazione di vernici ossidate e sporco di deposito ha restituito gran parte della policromia degli intagli e il colore puro dei decori; l’insieme ha ritrovato la sua stabilità strutturale ed è stato predisposto un sistema di smontaggio rapido del manufatto da attuare in caso di emergenza. Il progetto ART BONUS ha l'obiettivo di ultimare il restauro degli stalli inferiori per mezzo delle seguenti operazioni: ripristino dell'inginocchiatorio di sinistra in legno di larice; ripristino dell'inginocchiatorio di destra in legno di pioppo; prolungamento dei setti di sostegno in legno di pioppo già ricostruitit; recupero tonale ed estetico delle parti realizzate in legno nuovo, con integrazione pittorica idonea al riconoscimento delle parti eseguite nel corso del restauro rispetto a quelle originali; trattamento antitarlo con applicazione di biocida a pennello; stesura protettivo finale; modifica dell'altezza dei leggii. 

Seguiranno il montaggio di verifica nella navata della chiesa di San Giovanni, e le necessarie operazioni di manutenzione ordinaria dei manufatti presenti nell’area di cantiere.