Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La Collezione “Macchine per cucire” nasce a partire dal 1974 quando Afranio Metelli, pittore, artista eclettico e figura di spicco del panorama artistico umbro, dopo un periodo vissuto a Los Angeles insieme a sua moglie, l’americana Ann Wood, torna in Italia nel suo paese natio.
Figlio e nipote di calzolai, al suo rientro nella casa di famiglia a Campello su Clitunno ritrova la macchina per cucire scarpe e borse appartenuta alla sua famiglia. Grazie a questo ritrovamento Afranio si appassiona al mondo delle macchine per cucire e inizia così a collezionare e raccogliere diversi esemplari girando per i mercati di Umbria, Toscana e Lazio, aiutato anche dalla moglie Ann, che riporta alcune macchine per cucire facilmente trasportabili dai sui viaggi in America e da antiquari del territorio, come Gregorio Amadio, antiquario e restauratore di Scheggino ma con una bottega proprio a Sant’Anatolia di Narco.
Nel 1987 Consalvo Cardarelli, collezionista umbro di arte contemporanea con particolare riguardo agli artisti della sua terra e grande amico e sostenitore di Afranio, acquista da lui tutta la collezione di macchine da cucire. Per conservare tutte le macchine e per spostarle con facilità, il nuovo proprietario fa costruire da un falegname delle casse di legno su misura e investe denaro e tempo per la sua valorizzazione.
A questo punto Consalvo Cardarelli decide di valorizzare la collezione organizzando e sponsorizzando la mostra “Macchine da Vedere” a Palazzo Rosari Spada di Spoleto con il patrocinio del comune di Spoleto. La mostra ha luogo dal 18 al 28 marzo 1989 e viene presentata con un catalogo curato dal critico Vittorio Fagone e con le fotografie di 39 macchine eseguite dell’artista Carol Huebner.
Alla morte di Consalvo Cardarelli la collezione passa alle figlie che, grazie ai rapporti di amicizia con lo stesso Gregorio Amadio, vengono a conoscenza della realtà del Museo del Canapa e, infine, decidono di donare l’intera collezione nel 2019.
La collezione Cardarelli risulta di eccezionale interesse per essere composta da macchine di molte tipologie e marchi differenti, che coprono un periodo temporale compreso tra la metà dell’800 e la metà del’900, un intero secolo di storia legata alla macchina per cucire, strumento eccezionale che rivoluzionò il mondo dell’industria tessile, della moda e dei lavori femminili in generale. Al suo interno sono presenti sia modelli a uso domestico che a uso industriale, quest’ultima tipologia molto poco presente nelle collezioni private in quanto esemplari privi di fronzoli, pesanti, dalle linee squadrate e dalle forme poco raffinate e accattivanti, dunque esteticamente meno belle, la cui vita era legata al loro utilizzo all’interno di un luogo di lavoro.
La collezione appare quindi di notevole interesse non solo da un punto di vista demoetnoantropologico, ma anche per ciò che riguarda lo studio dell’evoluzione della tecnologia applicata all’industria del tessile e della moda ad ampio spettro.
Informazioni sullo stato della conservazione
Stato delle macchine per cucire
Le 112 macchine per cucire che appartengono alla Collezione Cardarelli si presentano in buono stato di conservazione.
Da un’analisi preliminare sullo stato del bene, ciò che emerge è che quasi tutte le macchine si presentano con parti meccaniche complete e, dunque, ancora funzionanti o con meccanica completa ma inchiodata a seguito di ossidazione, e quindi di possibile di ripristino. Per ciò che riguarda, invece, gli esemplari con parti mancanti, è stato possibile verificare come gli elementi che con maggiore frequenza risultano assenti sono elementi non strutturali, come le spole, i copri-carter, gli elementi con funzione di allunga punto o di tendi-filo, la cui assenza non va a compromettere la funzionalità della macchina stessa.
Stato delle basi/pedaliere
In alcuni casi le macchine non conservano il supporto originale, riconducibile a una pedaliera o a una semplice base lignea in base alla predisposizione della macchina, che può essere a manovella, a pedale, oppure entrambi.
Lo stato di conservazioni delle basi è, inoltre, non omogeneo.
Le macchine con basi in ghisa risultano genericamente ben conservate, prive di danni a livello strutturale e, solo in alcuni casi, presentano lacune nella vernice, con conseguente ossidazione della base, o nell’apparato figurativo.
Negli esemplari con basi legni, nella maggior parte degli esemplari queste risultano ben conservate, altrimenti si riscontrano principalmente sconnessure, fessurazioni o danni di origine organica.
Stato delle decorazioni
L’apparato figurativo è senza dubbio la parte più delicata di un’antica macchina per cucire e rappresenta l’elemento dove si riscontra un peggiore stato di conservazione. Solo in alcuni casi, infatti, le macchine presentano delle decorazioni in buono stato di conservazione e con deteriorati in maniera lieve, per il quale è possibile ipotizzare un possibile ripristino. La maggior parte degli esemplari, soprattutto quelli più antichi, presenta decorazioni con lacune o, soprattutto negli esemplari più antichi, totale assenza dell’appartato figurativo, conseguente alla perdita della vernice.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
L’intera collezione è attualmente conservata all’interno di un locale con funzione di magazzino del Museo della Canapa. L’accesso può avvenire solo previo accordo con il personale del Museo.